San Lorenzo e la Porta Tiburtina
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Il Quartiere di
San Lorenzo
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La Basilica di San Lorenzo Al di là di Porta Tiburtina,
sorge laffascinante Basilica di San Lorenzo fuori
le mura, una delle quattro basiliche patriarcali di Roma,
nonché una delle emblematiche Sette Chiese della
tradizione cristiana. Si tratta di una delle più grandi
basiliche circiformi del suburbio romano. Voluta dallimperatore
Costantino, ampliata dalla costruzione di una nuova
chiesa da parte di papa Pelagio II (579-590), dai
successivi interventi di papa Onorio III (1217), e
restaurata dopo il grave bombardamento del 19 luglio
1943, la basilica rappresenta una delle massime
espressioni artistiche della Roma bizantina. Ledificio
che vediamo oggi, quindi, non è la costruzione di
Costantino, ma un secondo e più tardo edificio,
risultato dellunione della chiesa di Pelagio II,
delle modifiche strutturali volute da Onorio III e dei
restauri del 1948. In seguito al bombardamento, diverse
parti della struttura architettonica e decorativa si
persero irrimediabilmente (come i bellissimi affreschi
nella parte superiore della facciata), ma con i giusti
interventi è stato possibile ricostruire laspetto
suggestivo del complesso architettonico.
Così, ad oggi, San Lorenzo fuori le mura accoglie i
visitatori in un ampio piazzale (voluto da papa Pio IX)
che precede la chiesa, la quale è affiancata da un
monastero e un campanile in stile romanico; la facciata
in laterizio venne ricostruita con i restauri dopo il
bombardamento. Allinterno, lo spazio si divide in
tre navate. Nellambiente si distinguono
visibilmente la chiesa pelagiana, rialzata e trasformata
in presbiterio, e le modifiche di Onorio III, che
costituiscono il corpo principale delledificio. La
navata di destra termina con la Cappella di San Tarcisio,
dalla quale si accede al bellissimo chiostro del XII
secolo; da questo, a sua volta, si arriva al sepolcro del
martire San Lorenzo.
La navata centrale è delimitata da colonne di diverso
formato e fattura, e si ipotizza che queste derivino dalloriginaria
basilica costantiniana. Lungo la navata troviamo un
baldacchino marmoreo (realizzato dalla prestigiosa
famiglia Cosmati (abili marmorari romani), e, alla fine
di questa, sorge laltare della Confessione,
rialzato rispetto alle navate. Lampio presbiterio
è incorniciato lateralmente da due navate, inquadrate da
10 colonne con capitelli corinzi. Proprio tra questi
capitelli, con un po di attenzione e pazienza, è
possibile distinguere due curiosi dettagli: al tempo
della loro realizzazione, non era possibile per gli
artisti o per gli artigiani firmare le proprie opere; due
degli artigiani che lavorarono in quel cantiere, però,
hanno trovato una divertente alternativa scolpendo il
significato del proprio nome greco tra le foglie dacanto
di due capitelli: una piccola e nascosta lucertola in uno
(dalla quale si deduce il nome Sàuros), e unaltrettanto
timida rana (dal nome Bàtrakos)
in un altro.
A proposito di decorazioni, sono degni dattenzione
i meravigliosi mosaici parietali (tra i restaurati e gli
originali), realizzati per lo più da maestranze
bizantine: i colori vivaci delle tessere, la resa delle
sfumature cromatiche e luso della tipica
iconografia ne sono la testimonianza, come ad esempio
quello rappresentante Cristo in maestà sopra larco
trionfale della basilica.
Erica Ceci
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