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        LE FORZE ARMATE NELL’ANTICA ROMA 2
 Il primo Impero mantenne tale ordinamento costituendo circa 25/30 
        legioni che dispose in gran parte sui confini e nelle province 
        turbolente: Scozia, Danubio, Reno, deserto arabico, deserto nord 
        africano. Le legioni avevano il nome e una numerazione anche se non 
        progressiva e talvolta ripetuta: XIV Gemina, XXI Rapax, VI Victrix, III 
        Italica, III Parthica, V Macedonica, avevano per insegna l’aquila 
        d’argento retta dall’aquilifer e le insegne dei reparti minori sorrette 
        dai signiferes.
 Le legioni erano comandate dal legatus, le coorti dai tribuni, le 
        centurie dai centurioni; almeno fino al III secolo d.C. i più alti 
        ufficiali non erano professionisti ma elementi della classe senatoria o 
        equestre che, nel corso della loro carriera politica, dovevano rivestire 
        anche gradi militari, la professionalità era assicurata dai centurioni, 
        ufficiali inferiori provenienti dalla truppa e particolarmente capaci, 
        da loro veniva il praefectus castrorum, sorta di vice comandante, e il 
        centurione primipilo che comandava la prima centuria della prima coorte 
        ed era il più alto in grado fra i centurioni. C’erano anche 
        sottufficiali detti optiones, soldati e graduati specialisti come i 
        medici, i tubicines, (trombettieri) i gromatici, (addetti alle 
        misurazioni topografiche) i fabri, (genieri in legno e metallo) e gli 
        immunes, (specialisti che avevano l’ambitissima esenzione dai servizi di 
        guardia). L’armamento era costituito da un giavellotto da lancio. detto 
        pilum, da una corta spada, il gladium, da un pugnale, da uno scudo 
        circolare in legno e cuoio con umbone metallico, da elmo con 
        pagragnatidi e piccola visiera, talvolta con un pennacchio, da una 
        corazza in cuoio rinforzata di metallo detta lorica; gli alti ufficiali 
        invece l’avevano interamente metallica con fregi e piccoli bassorilievi 
        anche in argento o oro.
 Alle legioni furono affiancati gli “auxilia”: si trattava di truppe 
        reclutate tra i provinciali non cittadini che al momento del congedo, 
        honesta missio, ricevevano l’ambita cittadinanza romana estensibile ai 
        discendenti. Erano organizzati in cohortes divise in miliarie e 
        quingenarie a seconda contassero 500 o 1000 uomini ed in equitatae o 
        peditatae, nel primo caso erano una formazione tattica mista con un 
        terzo di cavalieri e due terzi di fanti, nel secondo caso solo fanti; la 
        cavalleria era costituita da alae in genere di 500 uomini. Tutti gli 
        auxilia erano al comando di ufficiali romani con il grado di praefecti. 
        Le cohortes e le alae avevano numero e nome, spesso di un imperatore, o 
        relativo alla specialità, o alla località di originario arruolamento. Si 
        trovano citati anche raggruppamenti speciali come arcieri, frombolieri, 
        cammellieri. In alcune zone di confine si formarono anche reparti di 
        irregolari locali chiamati numeri: potevano essere inquadrati da 
        ufficiali romani o da loro capi.
 Roberto Filippi(continua 3)
 
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