INDICE
L'ARTE DEI DIRITTI
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RITMO
Immagini di scrittura e suoni di parole per conoscere gli
Altri
uno
stralcio del Capitolo 7 Non giudicare
da Gesù a Rischio
di Gianni Giorgianni
Non
giudicate. È un precetto dalle molte ragioni.
Date e vi sarà dato: ne riceverete in misura buona,
scossa e traboccante perché con la misura con la quale
misurate, sarà misurato anche a voi (Lc 6,38).
Date. Non è il pugno chiuso a minaccia che salva, ma la
mano aperta al dono. Ogni azione verso l'uomo dev'essere
per l'uomo. Anche il giudizio dev'esse.re per l'uomo, non
per la soddisfazione del giudice, che tradirebbe il
proprio compito, se non mirasse al bene della società e
dello stesso imputato. L'amore è l'ultimo metro del
giudizio. Può giudicare l'uomo soltanto chi lo ama.
Noi non ci sentiamo amati. Giudicati, sì, a ogni
momento. Le nostre azioni, le parole, i gesti, le
intenzioni trovano giudici arcigni, compresi della parte
che si sono attribuiti.
Se per una qualche ragione poi rappresentiamo una
minaccia - di solito perché abbiamo un potere da
esercitare - siamo condannati senza appello. Son capaci
di ucciderei, gl'inflessibili moralisti, almeno a parole
di maldicenza o di calunnia, privi di rimorso, perché
non uccidono un uomo, ma un simbolo: l'autorità. L'uomo
che ne è rivestito non conta. Se muore sotto i loro
colpi, gli faranno funerali solenni e discorsi di
compianto, per esaltare il senso del dovere e della
giustizia che possedeva.
Ma anche per motivi meno solenni c'imbattiamo
nell'inesauribile voglia di giudizio che pare domini ogni
essere umano. E noi, vessati dalle imputazioni,
lamentiamo che gli altri ignorino le nostre condizioni.
Dovrebbero mettersi nei nostri panni, diciamo.
Ma gli altri nei nostri panni non vogliono entrarci,
perché sostengono che sono sporchi. E guardano da
lontano con disgusto e da lontano condannano una vita, il
suo dolore, i suoi sforzi di far bene, l'angoscia per le
cadute, il fallimento delle speranze. Tali giudici non
hanno alcun amore e farebbero meglio a star zitti. A
pensare, prima di distruggere un uomo. Perché non sanno
dove le loro parole possono giungere, a quali
disperazioni spingere.
Ci saranno delitti che nell'ultimo giudizio, quello
presso il Giudice che sa tutto e non sbaglia, troveranno
i responsabili a monte del disgraziato che per ultimo ha
alzato la mano omicida.
Solo gl'innocenti, dinanzi al fango del mondo, volano
alto come colombe. E se, cauti come serpenti, evitano
d'inzaccherare la propria virtù, guardano con
misericordia i caduti e gli danno una mano per risorgere.
Come ha fatto Cristo, che dalle infinite altitudini del
suo cielo è sceso sino a noi e ha vestito i nostri
panni. Egli non ha avuto ripugnanza, ma è venuto a
salvare.
Ecco questo è importante: è venuto a salvare. Potessimo
capire cosa significa per noi: salvare e non giudicare!
Capire l'ammonimento delle grandi anime: condannare il
peccato, ma salvare il peccatore.
Se ci sentiamo così spesso come foglie portate dal vento
e offriamo uno spettacolo d'umanità sconfortata, lo
dobbiamo all'incomprensione o al rifiuto delle parole di
Cristo, che c'insegnano la generosità della donazione a~
fratelli: una misura buona, scossa e traboccante. Una
misura che non conosce il giudizio, ma la misericordia.
Teniamone conto. Si tratta di una misura che ci sarà
resa nell'eternità.
da Gesù a
Rischio
di Gianni Giorgianni
uno stralcio del Capitolo 7 Non giudicare
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