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Alcune delle oltre 140 opera messe a disposizione per
l'iniziativa
L’Arte oltre se stessa
L’Arte contemporanea, nei suoi numerosi linguaggi,
si propone non solo, come affermava un docente dell’Accademia e artista
affermato di qualche anno fa, che il quadro può servire a coprire un
buco sul muro e fare arredo, relegandolo a mera decorazione, ma è anche
un momento catartico per l’artista che vuol esternare i propri
sentimenti e per l’osservatore che cerca un messaggio.
L’Arte autoreferenziale è in cerca di un mercato, rimanendo un prodotto
superficiale e aleatorio anche quando si cerca di scovarvi un messaggio
sociale.
Cosa può mai fare l’Arte in questo Mondo dove ha posto predominante una
società dove vengono sanciti i diritti delle persone su carte,
dichiarazioni e costituzioni, ma le libertà, le uguaglianze e le
fraternità non sono per tutti, dove si parla di solidarietà, ma ognuno
resti a casa sua, se non ha la fisiognomica giusta?
È quando l’Arte informa correttamente che riesce a far riflettere sulla
condizione nella quale noi viviamo, cercando di uscire
dall’individualismo, per non temere il confronto con gli Altri di Noi. È
a questo punto che l’Arte, anche se non arriva a cambiare il Mondo, può
contribuire allo sviluppo della coscienza della società. Questo è ciò
che l’Arte può fare per migliorare il Mondo e creare comprensione e
sperare che le armi possano tacere non perché qualcuno si arrende, ma
perché si rinsavisce e i popoli possono vivere con giustizia e senza
prevaricazioni.
È in questo ambito che il collettivo Artisti Oltre i Confini collabora
con la Fondazione MAGIS, coinvolgendo vari artisti nel sostenere i
progetti di sviluppo e di solidarietà.
Un gruppo di artisti di vari linguaggi e interessi che si confrontano in
questa occasione con un tema ampio come quello di interrogare e far
riflettere la Sentinella che è in noi, “Sentinella, a che punto è la
notte?” ma è una domanda che suscita altre domande, come ci fa notare il
profeta Isaia, “Viene la mattina e viene anche la notte. Se vuoi
interroga pure e torna a interrogare ancora”.
In una notte senza contorni e riflessi tutto si confonde; è con l'Alba
che le forme trovano una loro definizione, anche se la notte porta
consiglio e alla notte, prima o poi, seguirà il giorno, ma il
disorientamento non finisce e probabilmente nell’Arte non si possono
trovare delle risposte, ma sicuramente un’occasione per focalizzare la
nostra riflessione sulle molte oscurità della nostra epoca, confidando
in un’Alba per disperdere i nostri dubbi, trovandoci faccia a faccia con
le nostre paure.
È la notte che ci guida alla meditazione e, come nel libro di Nello
Scavo “L’Orizzonte di notte non esiste”, tutto si mescola. Alcuni
artisti scelgono l’Attesa, altri la Notte come tema della riflessione
visiva o si rivolgono alla Sentinella, ma anche nella stasi c’è
l’azione, come dimostra Nello Scavo con il suo essere testimone del
momento in cui viviamo, “a che punto è la Notte”, offrendo con i suoi
reportage più di un motivo per pensare ai terribili viaggi affrontati
dal prossimo per trovare un luogo per vivere.
A che punto è l’impegno della comunità internazionale per risolvere i
conflitti che fanno tante vittime innocenti? E gli aiuti alle persone
che non hanno voce nelle quotidiane cronache? L’ambiente può essere
tutelato dalla ingombrante presenza umana?
Non solo i conflitti troppo grandi da fermare individualmente, ma la
violenza e i soprusi nella quotidianità per un parcheggio o la
precedenza al pronto soccorso e l'assassinio delle donne che rifiutano
una convivenza con persone possessive. È in questa quotidianità che
l'Arte può intervenire nel denunciare comportamenti.
In alcuni luoghi del Mondo, dove più dove meno, sembra di vivere il
romanzo distopico della scrittrice Margaret Atwood “Il racconto
dell'ancella”, con i Diritti negati a molti.
Isaia, come ogni profeta, appare come un visionario, dai toni assertivi,
come i poeti delle immagini e delle parole, portando alla riflessione.
Non ci sono diversità tra le persone ma solo delle differenze nel
parlare e nelle culture che arricchiscono la conoscenza. Grazie all’Arte
si può andare oltre la contemplazione ed essere impegno nel dar voce al
malessere di un’umanità stereotipata e ripiegata su se stessa.
L’Arte va insieme alla cultura anche se l'artista non è sempre una
persona di cultura, ma fa cultura, mentre chi è di cultura non è
necessariamente un artista.
Nella mostra si potrà trovare vari linguaggi artistici, ma semplificando
avremo delle raffigurazioni iconiche e aniconiche, figurative e
astratte, dove la narrazione fuori dagli schemi, a differenza di quella
prettamente illustrativa, consente maggiori sollecitazioni alla
fantasia, inoltre alcuni degli artisti presenti nell’esposizione sono
anche poeti e scrittori che hanno coniugato la forza dell’immagine a
quella della parola, definendo, senza alcun malinteso, la storia che si
vede.
L'immagine come il suono è un linguaggio internazionale e ben più
immediato nel comunicare sensazioni della parola.
Preziose opere che rispecchiano espressività di quanti, svincolati per
l'occasione dal mercato dell'arte, riescono ad interpretare il tema
della mostra con libertà.
Nell’Arte, come nella società, ci sono persone aperte al Noi e Altre
imprigionate sul loro Io.
L'arte non deve creare muri ma gettare ponti, in un Mondo nel quale
esistono Confini, si può andare oltre.
L’Arte deve andare oltre se stessa con tutti i linguaggi che ha a
disposizione, per non far stare solo bene nella semplice ammirazione
dell'opera, ma anche far star male e riflettere nel condividere la
sofferenza di Altri come Noi che vivono nel luogo sbagliato della Terra.
Condividere un'emozione è più facile attraverso le immagini e i suoni,
prim’ancora che con le parole, ma l'impegno non può terminare con questa
mostra ma continuerà perché lo sviluppo porta democrazia.
Progetti di sviluppo per rendere le comunità disagiate autosufficienti,
dai costi inferiori se realizzati dal basso guardando le esigenze e non
catapultati dall'alto senza un coordinamento con le persone del luogo.
Non tutti hanno il coraggio di Fratel Biagio o delle migliaia di
missionari che vivono con le popolazioni, condividendo il disagio per
collaborare e sostenerle nello sviluppo di un’economia adatta al luogo,
ma tutti possono aiutarli a svolgere il loro impegno verso il prossimo,
anche con un’opera d’arte, ben consapevoli del Mondo che è al di fuori
di Noi.
Un progetto espositivo realizzato, grazie alla Fondazione Maghetti e
alle Edizioni alla chiara fonte di Lugano, per far conoscere l’attività
della Fondazione MAGIS e il suo interesse verso l’Arte e le sue
implicazioni sociali.
Gianleonardo Latini
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