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Per Mar e per Terra
di Gianleonardo Latini
La mostra MEDI-TERRA-NEO, così come l’articolazione
del suo titolo, non vuole riferirsi solo al mare come luogo di incontro
delle culture e come sofferenza per molti, ma vuole richiamare alla
riflessione sull’Antropocene; in particolare con MEDI ci riferiamo alla
meditazione sulla condizione della TERRA e al ruolo dell’Umanità che
rappresenta proprio il NEO sull’Ambiente.
L’Uomo come Neo di bellezza o maligna presenza sul globo terracqueo,
attraverso le visioni di una ventina di artist*, con piccole opere
(circa 30x40) a tecnica libera.
Attraverso l’arte si può raccontare la storia, per immagini figurate o
in maniera astratta, non solo delle persone, ma anche del contesto nel
quale vivono, viviamo. Le emozioni più profonde i dubbi e tutto ciò che
è incapsulato e che a volte non riusciamo chiaramente ad esprimere.
L'arte non troverà delle soluzioni ma porrà la questione, di non far
morire il Mediterraneo e di non continuare a far fina di niente su
quello che sta succedendo nel Mediterraneo.
Sono in atto dei cambiamenti che coinvolgono l’Umanità e il Clima, il
Clima e l’Umanità, in una interconnessione che rende ogni persona
implicata e responsabile del futuro della Natura e dei nostri posteri.
Una responsabilità che ci interpella sul modo in cui viviamo giorno per
giorno.
L'arte deve sapere interpretare il quotidiano, essere cronista o
attivista, sensibile ai travagli che travolgono gran parte dell’Umanità.
L’arte può anche guardare il passato, ma superando l'anacronismo e
leziosa raffigurazione di pensieri avulsi dalla contemporaneità, per
farne tesoro e trovare che la Storia si ripete.
Essere voce osservatrice o attiva in un Mondo percorso da diseguaglianze
ed egoismi che non offrono ponti, ma muri, frontiere reali o virtuali
per tenere lontani gli Altri o per nascondersi e negare un malessere che
cresce sempre più.
L’arte può essere voce dei traumi collettivi, rivendicazione e denuncia
dei Diritti calpestati, stimolo ulteriore per cercare di capire come
siamo arrivati a pensare con “Ego” e non in “Eco” e rimuovere gli
ostacoli che noi stessi a volte inconsapevolmente abbiamo posto.
Ecco, dunque, in MEDI-TERRA-NEO che ormai nessuno può identificarlo come
mare nostrum, ma di tutti, un coro di opere, che può essere più efficace
di tanti vuoti altoparlanti sensazionalistici degli strumenti di
comunicazione per farci giungere, non ad una reazione emotiva ma ad una
profonda riflessione su quello che sta succedendo in noi e attorno a
noi.
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