IL MURO |
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Quando Giorgio mi ha
parlato del “suo muro”, l’idea della modularità, come tante cellule e
tante storie per dargli vita per la prima volta, pulsante e vibrante, mi
è sembrata geniale ! Si ribaltava il concetto di muro come sinonimo di
divisione, barriera, negazione al continuo mo-vimento dell’essere.
Finalmente si sarebbe costruito un muro libero, assiemante. Il costruire
insieme, ci avrebbe permesso di interagire tra di noi, con i passanti e
di intervenire a modifica-re per un po' l’urbanistica vigente. Per la
prima volta una coopera che assembli tanti concetti e tanti colori
modificando il grigiore e la solitudine. La prima uscita del muro è
stata a maggio e l’omaggio alle rose mi è sembrato doveroso, rosa rosae
è la nostra cultura è l’omaggio alla letteratura, ho perciò messo nel
mattone di plexiglass rose e stralci di poesie del 1200. Filo spinato,
mattoni e foto dell’olocausto nazista è invece il mattone di plexiglass
contenitore del-la nostra storia purtoppo negativa; inutile commentare
oltre. Nelle esposizioni successive si sono aggiunti: “Frame-Frammenti,
Non si cava mai un ragno dal buco“ (legno, poliuretano, frammenti vari)
strutture monopolizzanti e giochi di potere ormai e sempre consolidati. * * *
NON SI CAVA MAI UN RAGNO DAL BUCO Eleonora Del Brocco |