RIFLESSIONI
Indice
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ANNOTAZIONI
All’inizio di questo
progetto avevo considerato il "Muro" come testimone della storia del
pas-sato; quindi la prima immagine ed anche la più tragica che mi si
presentava era quella di una fucilazione, dove il muro diveniva
anch’esso bersaglio.
Cronista delle vicende umane transitate sulla sua superficie e accanto,
fino giungere alla pub-blicità e al graffitismo; è rimasto nella
coscienza collettiva simbolo di divisione, di difesa e protezione, di
proprietà, di intimità, ma resta prevaricante il simbolo di divisione,
forse perché storicamente e esperimentalmente a noi più vicino.
Nella concezione modulare, ho cercato di renderlo multietnico per
affermarne il senso meta-culturale di congiunzione tra le diversità.
Nella sua creazione ad opera degli artisti, mattone per mattone, modulo
per modulo, ho cerca-to di cambiare attraverso un nuovo aspetto estetico
e una diversa concettualità, la tradizionale concezione di muro.
Questo Muro può essere aggirato, esorcizzando il concetto di difesa e
separazione, si può os-servare e passare attraverso, annullandone
l’effetto barriera, vuole essere o divenire nuovo simbolo di ostacolo
all’intolleranza, come gli artisti sono di tecniche espressive,
notorietà e nazionalità diverse.
E’ un Muro che cambia perché ad ogni nuova esposizione può essere
arricchito da altri modu-li-mattoni e composto in modo diverso.
Diviene così uno specchio di società nelle moltitudine etniche e
culturali, forse è il primo muro democratico (se mai della democrazia,
in ogni epoca, si possa presupporre la sua reale appli-cazione), dove
ognuno è accanto all’altro nella propria individualità.
Ogni mattone presente nell’installazione interloquisce con una realtà
sempre diversa, perché tradotta dall’espressività dei singoli artisti in
opera d’arte; così diventa documento di quelle emozionalità proprie
dell’animo umano e delle diverse personalità o Ego che affrontano la
collocazione dell’individuo nello spazio sociale.
Un Muro non di chiusura ma interagisce, prova, cerca e forse da e riceve
emozioni fino a tra-sformare la sua struttura, palesemente fisica, in
una immagine metafisica che coniuga la storia con i sentimenti, è un
comunicare che va oltre l’articolato aspetto visivo, in quanto ogni
mat-tone è da considerarsi testimonianza esistenziale del singolo
artista; il muro può rappresentare una mappa o radiografia di una
società dove ognuno è vicino dell’altro nel cercare di espri-mersi per
ritrovare la nostra individualità in un nuovo senso di coscienza
collettiva.
Una ricerca di nuovo spazio dunque, che attraverso una nuova creatività,
solleciti anche una migliore umanità, senza distruzione né ostacoli.
Grazie alla intensa creatività degli artisti che hanno collaborato ed
espresso i loro pensieri do-cumentandoli anche con scritti relativi a
questa operazione ed esperienza collettiva.
Giorgio Fiume
(Aprile-Settembre ’97)
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