sommario
INDICE
TEATRO
Roma
Teatro Valle
MOLLY SWEENEY
dall'8 al 27 gennaio 2008
di Brian Friel
Tournée 2008
• 29 e 30 gennaio 2008
Latina - Teatro Comunale
• 31 gennaio 2008
Rosignano Solvay - Teatro Solvay
• dal 1° al 3 febbraio 2008
Pistoia - Teatro Manzoni
• 4 febbraio 2008
San Casciano Teatro Niccolini
• dal 6 al 10 febbraio 2008
Brescia - Teatro Sociale
• dal 13 febbraio al 2 marzo 2008
Catania Teatro Verga
• dal 7 al 9 marzo 2008
Cosenza - Teatro Comunale Rendano
Informazioni:
tel. 06/6869049 – 6861802
http://www.teatrovalle.it/ |
LA STORIA DI “MOLLY
SWEENEY” DELL’IRLANDESE BRIAN FRIEL
VEDERE O CONOSCERE L’ASSOLUTO AL TEATRO VALLE DI ROMA
CON LA REGIA DI AMDREA DE ROSA
Quella di Molly Sweeney è una storia non comune, pensata, sentita e
scritta intensamente da Brian Friel, massimo autore del teatro
contemporaneo irlandese poeticamente impregnato di suggestioni celtiche
quanto proiettato verso sottili concezioni avveniristiche. Lo
spettacolo, dopo la prima nazionale al Metastasio di Prato, è in scena
al Teatro Valle di Roma. Uno spettacolo insolito, inquietante e gentile
che va a precipizio senza intervallo per novanta minuti, tagliati
“visivamente” in due parti.
Eppure, attraverso lievi e intense percezioni, si finisce per scoprire
tre dimensioni diverse a simboleggiare, attraverso la vita di Molly,
fanciulla non vedente, fasi arcaiche immutate del femminile. Ma le
chiavi di lettura dello spettacolo, diretto con passione da Andrea De
Rosa, sono tante
e ognuno, come raramente accade, può intuire segrete sfaccettature della
“verità” oltre schemi convenzionali che nascondono l’inquietante mistero
dei sensi e dell’essere. Sento quanto la parola sia inadeguata a
presentare uno spettacolo quietamente drammatico, senza svelare troppo
di quanto l’autore ha composto nei tempi veloci e sospesi del racconto.
Pur non trattandosi di un giallo, in senso comunemente inteso, è
impossibile rivelarne più di tanto senza comprometterne l’ascolto e la
visione, come è difficile dire che... non basta “vedere” per scoprire e
respirare la vita.
Soltanto quando Molly sarà… invasa dalla vista, scoprirà di aver potuto
toccare e percepire l’assoluto, rispetto a quel piccolo mondo “reale”
che ora è condannata a vedere per sempre. In fuga, ai limiti stellati
della follia e a prezzo della vita, lei tenterà il recupero di intime
visioni, beatitudini scomparse tra immaginazione e sogno, oltre
accecanti stereotipi convenzionali del reale. E nel gioco plurimo dei
simboli, traspare l’incubo dell’autore, inchiodato, come nel sogno
pauroso dell’infanzia,
a tempi oscuri, mai trascorsi, nella “civiltà”dell’uomo.
La delicatezza di Valentina Sperlì, nel personaggio di Molly,
l’implacabile perseveranza amorosa tracciata da Leonardo Capuano, nel
ruolo di Frank e i ritmi impeccabili di Paolo Graziosi, nei panni di un
diabolico Dottor Rice, disegnano creature che si sfiorano appena…tra i
suoni di Hubert Westkemper, talvolta ingigantiti dal buio.
E mentre loro parlano solo a se stessi, muovendosi con eleganza nei
costumi di Ursula Patzak, sono illuminati sapientemente dagli effetti di
Pasquale Mari e, ineluttabilmente prigionieri, dentro la scena perfetta
di Laura Benzi. Il pubblico, altrettanto impeccabile, ha trattenuto il
respiro fino all’applauso finale, intenso, prolungato e ripetuto in
varie chiamate. Finalmente uno spettacolo interessante, da vedere e da
ascoltare al Teatro Valle di Roma, fino al 27 gennaio.
Sarina Aletta
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