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Roma
Caserma dei Carabinier
"Giacomo Acqua"
Legione "Lazio"
Piazza del Popolo, 6
Roma
Tel. 06/32585829 - 32585986
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Bibliografia:
P Picardi, Gli affreschi del palazzo di Paolo III al
Campidoglio: un salvataggio anomalo, in
Paragone/Arte, 55. 2004, pp. 3 - 26).
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Il Manierismo in Caserma Del tratto di Mura tra il Tevere
e porta Flaminia sono riconoscibili le torri merlate
inglobate nella Caserma dei Carabinieri, prima pontificia
e poi reale, dedicata alla memoria del tenente
dellArma Giacomo Acqua.
La Caserma, simile per laspetto e per le dimensioni
alla facciata di Santa Maria del Popolo, ha dal 2005 in
deposito una serie di opere prestate dalla vicina
Accademia di Belle Arti.
Tra le opere una serie di affreschi manieristici
provenienti dalla Torre di Paolo III Farnese (1535
1539) che sorgeva adiacente al convento francescano di
Santa Maria in Aracoeli, e sacrificata per
ledificazione del Vittoriano.
La torre, inglobata nelledificio, collegava,
attraverso un camminamento, al sottostante Palazzo
Venezia, duplicando il sistema difensivo tra i Palazzi
Vaticani e Castel SantAngelo.
Nel 1585 il francescano Papa Sisto V donò la torre ai
suoi confratelli dellAracoeli che la adibirono a
foresteria, con il conseguente degrado degli affreschi.
Le vicissitudini della torre continuarono
allindomani di Roma Capitale per essere usata in
caserma dei vigili. Una decina di anni dopo, con il bando
di concorso per la costruzione del monumento in onore a
Vittorio Emanuele II, ne decretò la demolizione.
Una demolizione che coinvolse altri edifici del
Campidoglio meritando uninterrogazione parlamentare
ed obbligando lallora presidente del consiglio
Depretis a una risposta circostanziale, che ha portato ad
auspicare lo stacco degli affreschi come soluzione per
salvaguardare anche le pochissime pitture di
qualche pregio.
Gli affreschi erano stati già staccati e collocati
allingresso della Casa Generalizia del convento dei
Minori Osservanti dAracoeli. Successivamente i
frati del convento li misero a disposizione del Regio
Commissariato per la liquidazione dellAsse
ecclesiastico di Roma per destinarli ad un pubblico
museo. Se la richiesta era insolita, non era insolito
devolvere le opere ritenute di un certo interesse e
provenienti dagli enti soppressi, alle istituzioni
pubbliche, mentre le altre, reputate di trascurabile
valore, erano destinate allalienazione.
I putti e le figure danzanti, attribuite a Perin del Vaga
e alla sua bottega. senza dimenticare la presenza di
unicorni con dame, che decoravano la torre
potevano andare dispersi in quanto ritenuti di poco
interesse per un museo se Filippo Prosperi, direttore del
Regio Istituto di Belle Arti di Roma, non li avesse
ritenuti utili per la scuola di decorazione e
dornato di questo Regio Istituto.
Sono due i tipi di affreschi staccati dai locali della
torre: quelli policromi e quelli monocromi. In quelli
policromi è un concerto di sfumature di verdi e rossi a
danzare su di un superbo sfondo blu, mentre in quelli
monocromi è lessenza del disegno come racconto.
Dopo decenni di oblio gli affreschi, divisi in dieci
pannelli e restaurati, vennero esposti, in occasione
della Settimana della Cultura nel maggio 2005, presso la
Caserma dei Carabinieri e dove tuttoggi - previa
richiesta - si possono ammirare insieme alle altre opere
di proprietà dellAccademia.
Gianleonardo
Latini
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