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Beni Culturali - Storia Curiosità Miti e Leggende
INDICEsommario




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Roma

San Giovanni della Malva
piazza di San Giovanni della Malva
Tel. 06/64491839

Sito web 060608



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Chiesa dei SS. Silvestro e Dorotea
via di Santa Dorotea, 23
Tel. 06/5806205

Sito web
Sito web 060608


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Due chiesette vicine

Nel rione di Trastevere nelle immediate vicinanze di Ponte Sisto si trovano due piccole chiese: San Giovanni della Malva e SS. Dorotea e Silvestro.

La prima, che si trova nell'omonima piazzetta, ha origine antica, è citata per la prima volta in una bolla di Papa Callisto II del 1123 con il nome di S. Johoannis prope portam, l'appellativo di dubbia e controversa origine “della Malva” risalirebbe alla seconda metà del '300; l'edificio ebbe varie ricostruzioni e restauri fino ad una completa demolizione nella prima metà del XIX secolo. Si ebbe una completa riedificazione tra il 1845 e il 1851 per opera dell'architetto Monaldi con il finanziamento del barone Pio Grazioli di Castel Porziano a cui è dedicato un grande disco marmoreo al centro del pavimento.

La facciata si presenta con aspetto neoclassico con paraste che sostengono un timpano, sopra la porta un bassorilievo con la Vergine e i due Santi Giovanni. L'interno è a forma di croce greca con al centro una cupola semisferica ed è preceduto da un atrio con due colonne sostenenti la cantoria; sull'altar maggiore un grande dipinto rappresenta la Madonna con Bambino e i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista opera di Filippo Agricola pittore neoclassico operante tra gli ultimi decenni del '700 e i primi del secolo successivo, sui due altari laterali quadri di anonimi sei/settecenteschi. Attualmente la chiesa è affidata alla comunità cattolica Albanese.

Uscendo si imbocca via S. Dorotea e dopo pochi metri si incontra la chiesa omonima che è titolo parrocchiale affidato ai Francescani. Anche questa chiesa è citata nella bolla del 1123 di Callisto II mentre la dedica a Santa Dorotea è databile tra il '400 e il '500 quando vi sarebbe stato trasferito il corpo della santa. L'edificio ebbe varie vicende finché nel 1750 fu demolito e ricostruito in pochi anni per opera dell'architetto Giovan Battista Nolli, notissimo autore della pianta della Roma della metà del '700, sepolto ai piedi dell'altar maggiore.

La facciata ha un prospetto concavo con quattro paraste giganti che sorreggono un timpano ribassato. L'interno è a una navata con sei altari laterali, i vari dipinti sono attribuiti ad artisti di non grande fama operanti tra la seconda metà del XVII secolo e la seconda metà del secolo successivo. Sia dal punto di vista storico che da quello artistico le due chiese sono modeste ma il loro fascino sta nell'essere inserite in un angolo caratteristico del Trastevere che comprende la Porta Settimiana, la cosiddetta casa della Fornarina, edificio quattrocentesco dove avrebbe abitato la famosa amante di Raffaello, ed il vicolo Moroni in fondo al quale si osservano avanzi delle Mura Aureliane del III° secolo d. C..

Roberto Filippi