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2002

Beni Culturali - Storia
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PALMANOVA
Vista dall'alto Palmanova appare come un fiore a nove punte posato sulla pianura friulana e come un fiore sbocciò improvvisamente il 7 ottobre 1593. Erano tempi duri per la Serenissima Repubblica Veneta, infatti i Turchi, pur battuti a Lepanto nel 1571, erano attestati ai confini della Croazia e ancor più pericoloso era l'abbraccio degli Asburgo di Spagna e d'Austria; i primi provenienti dal milanese i secondi dalla Carinzia insidiavano i domini veneti. Per difesa i Veneziani fortificarono i confini: ad occidente Bergamo Alta ebbe poderosi bastioni, ad oriente si costruì ex novo una grande città militare. A cura degli ingegneri Savorgnan e Martinengo i lavori iniziarono nel 1593 e durarono sette anni, ne risultò una struttura a forma di poligono a nove lati all'esterno con al centro una piazza esagonale da cui si dipartono strade rettilinee. Le fortificazioni furono costruite in base ai dettami della più aggiornata ingegneria militare e consistevano in un muro da cui sporgevano nove bastioni a forma di punta di freccia su cui erano piazzate le artiglierie, più esterni altri nove bastioni chiamati "rivellini"per la difesa avanzata; il tutto era collegato da camminamenti coperti, disseminato di polveriere, caserme ed altre infrastrutture. Nell'interno case di abitazione per civili e famiglie di militari, edifici pubblici di buon livello architettonico quali i Palazzi del Governatore e del Provveditore ed il Duomo attribuito a Baldassarre Longhena. Al centro della piazza un grande "pilo" su cui sventolava il vessillo di San Marco e le statue in marmo di alcuni Provveditori e Governatori della fortezza. Questa ebbe una storia simile a quella del romanzo "Il deserto dei Tartari"; dai suoi spalti generazioni di difensori scrutarono verso oriente in attesa di un nemico che mai si palesò; solo due secoli dopo, e da Occidente, arrivò Napoleone che la conquistò senza combattere. In funzione anti austriaca i francesi potenziarono le difese aggiungendo bastioni ancora più esterni. Passata all'Austria e poi all'Italia, dopo la III° Guerra d'Indipendenza, Palmanova continuò ad indossare le stellette vegliando in armi sui confini della Patria. L'attuale situazione internazionale, la fine del timore di attacchi da oriente, l'abbandono della difesa della "soglia di Gorizia" hanno posto in congedo la fortezza le cui opere militari sempre più deserte possono adattarsi alla pubblica fruizione. La città conserva intatta la sua fisionomia tardo rinascimentale con perfetta geometria di forme: piazza esagonale, vie radiali e concentriche, tre cinte fortificate con l'aspetto di una stella a nove punte, il tutto in stato di conservazione discreto grazie alle servitù militari che hanno tutelato sinora edifici ed ambiente. Di un energico restauro avrebbero bisogno le mura ricoperte in molti tratti da folta vegetazione, le porte, e molti edifici del centro, attualmente abbandonati. La città è monumento nazionale dal 1981 ed è raggiungibile con l'A4, dista 20 chilometri da Udine e 120 da Venezia. Sono passati i secoli, nazioni, alleanze sono nate e sparite, re, condottieri, dittatori, capi di stato, hanno brillato per un breve attimo ma nella piazza di Palmanova le statue degli ufficiali veneti continuano immobili e silenziose a montare la guardia intorno al grande pennone su cui sventolava il Leone di San Marco.

Roberto Filippi