SOLIDARIETÀ

 


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EVENTI

 

BAMBINI CHE NON CONOSCONO IL GIOCO

Giovanni Verga, con la novella “Rosso Malpelo”, ebbe il coraggio di denunciare nel lontano 1880 lo sfruttamento dei bambini che normalmente venivano venduti dalle famiglie povere ai proprietari delle miniere per pochi soldi. Si trattava di minori che avevano 8 -10 anni e che avrebbero dovuto lavorare nelle viscere della terra per almeno 10 o 12 anni mettendo a repentaglio di continuo la propria vita.
Da quella novella il regista Pasquale Scimeca realizzò un film nel 2007 è da queste due opere che un paio di anni fa l’Associazione Culturale Altom@rte ha tratto spunto per realizzare un’occasione di riflessione sulla piaga dello sfruttamento minorile, una problematica ancora attuale, soprattutto in alcune realtà povere dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina.
Un’iniziativa che, in più edizioni, ha raccolto centinaia di opere donate da artisti italiani e stranieri per la “Collezione Artisti Uniti per RossoMalpelo”, allestita presso la Galleria Civica di Enna e tutte pubblicate in diversi cataloghi.
Un’opera di sensibilizzazione che l’associazione siciliana non ritiene conclusa e continua ha raccogliere l’adesione in ogni parte d’Europa e del Mondo e alla quale ora il Cesvi rilancia in una azione più incisiva con la raccolta di firme da porre in calce ad una petizione indirizzata al Governo italiano, per denunciare la situazione di oltre duecento bambini-lavoratori, secondo l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), sfruttati in fabbrica, nell’agricoltura, in cave e miniere, servizi domestici e alberghieri e in altre attività economiche, senza dimenticare il mercato del sesso e il traffico di organi. Quando, invece, a quell’età, si dovrebbe avere il diritto di condurre una vita normale, diritto che dovrebbe prevedere l’andare a scuola, il giocare, il dedicarsi a degli hobby ecc.
L’Italia può fare la propria parte per porre fine allo sfruttamento del lavoro minorile e far si che i bambini di tutto il mondo vadano a scuola, non al lavoro, aderendo all’appello che si può firmare nel sito www.stoplavorominorile.it/.