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ROCCA DI CAVE
(Roma)
FESTONI DRAPPI E FESTE

I RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ARTE CONTEMPORANEA
agosto - settembre 1999



Le molteplici facce della pittura
 

Tessuti svolazzanti con fuggevoli trame di colori che vestono le reali fantasie della creatività, si srotolano, penzolano, come allegri serpentoni nel! 'austero borgo medievale di Rocca di Cave.
La tradizione rinascimentale del drappo, come motivo di festa corale e ornamento, è qui recuperata per dare vita a un tipo straordinario di contatto tra l 'arte contemporanea e le genti.
Decine di artisti, silenziosamente, invadono il paese con le loro opere e queste vengono prese in "ostaggio " dagli abitanti.
11 Drappo rivive, in una sorta di multimedialità fatta di pittura e assemblaggi, come antico strumento di comunicazione, rendendo la comunità partecipe del singolo dolore o della gioia di vivere.
Un racconto sintetico, una reinterpretazione del Exultet, confezionato con i segni e i materiali del nostro tempo. Pace-guerra, amore-odio, esternazione di sentimenti contraddittori in uno spazio pittorico dove vengono fermati con tecniche e materiali, spesso inconsueti per un supporto di tessuto (talvolta l 'immagine fotografica si mescola con la pittura) icone dei nostri tempi con arcaiche raffigurazioni.
Ben sessantaquattro artisti, tra italiani ed esteri, sono riusciti a creare, movimentandola con i loro lavori, una di versa prospettiva del borgo. Tra italiani in questa occasione si sono confrontati con tecniche a loro non usuali rispetto alla propria ricerca, con risultati interessanti.
I temi affrontati dagli artisti vanno dalla parola al superamento dei linguaggi, dall'acqua al suo fluire, dal tempo fenomenico a quello mediatico, e cioè naturale o televisivo. Dunque diverse fonti di ispirazione trattate secondo il figurativo o l 'informale, ma per recuperare archetipi modulati sui ritmi di un nuovo millennio.
Un percorso tra diverse sensibilità. Un susseguirsi di tessuti sintetici, jute, tele e stoffe di vario genere che si rigenerano attraverso la stratificazione segnica assorbita dal quotidiano: una sorta di spazio esplorativo per un segno che risale all'origine.
Gli spazi pittorici tramutano in diari ai quali è affidata l 'espressione secondo il linguaggio universale, che supera le diversità tra le lingue. Dunque lingue come f onte di ispirazione, ma comunicazione attraverso vie artistiche che superano l 'uniformità comunicativa. Di fatto, il segno primordiale e il gesto arcaico è comune a molti degli artisti partecipanti, ma ognuno lo interpreta in modo personale e su supporti diversi, con "icone" ripetitive recuperate dall'intima profondità.
E allora.
Drappi-supporto per una "mosaicale" composizione della cultura televisiva: sono immagini o immaginazioni?, sembrano chiedersi. Visi di una umanità che si impone con lo sguardo.
Una silhouette rossa, una figura che cammina verso il futuro voltando le spalle ali 'osservatore. Figure celate da pennellate di colore che raggiungono alte punte di rarefazione, tali da far prevalere il contesto sulla loro presenza. Libere astrazioni in chiave geometrica e simbolica che oltrepassa gli stereotipi dell'arcaico profondo. La pittura immediata, veloce, senza soluzione di continuità: dal riflesso dell'idea alla casualità del gesto. Solari spuntature barocche esplodenti: segni che rivelano un'umanità tragica, religiosamente laica, che vede nell'Angelo la salvezza del Mondo. Lavori dalla pittura nitida e senza allusioni nascoste, come per esempio manichini che fluttuano sul mare pur appartenendo al cielo, e, per contro, creazioni pittoriche sinuose parzialmente occultate dal nero fondo.
Pitture "pulite ", racconti diretti, dalla immediata lettura; moderni "contastorie" impegnati ad additare la costante altalena tra la pace e la guerra nel mondo: opere che esprimono senza alcuna ambiguità una presa di posizione.
Altre creazioni vengono proposte in f elici assemblaggi, connubi di quotidianità e reminescenze, manualità e tecnica che conducono per mano l'osservatore nel mondo del vedere per guardare.
Sono realizzazioni portate alle estreme conseguenze in occasione di questo tipo di intervento urbano, perché di questo si tratta, ognuna delle quali, benché "adottata ", tutta via certamente è destinata a subire una serie di eventi e una somma di imprevedibili alterazioni dovute quantomeno alle evoluzioni meteorologiche.
A lla fine della manifestazione si avrà un 'opera che non sarà più quel che all'origine era, ma allo stesso tempo: solo allora sarà da considerarsi compiuta, e cioè quando il
tempo meteorologico avrà lasciato i suoi segni aggiuntivi e dunque extratestuali.

Gianleonardo Latini




 


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