LE RIFLESSIONI DI
MARCO
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LE DUE SIMONE DUE VOLTE IN RETE
Tutti abbiamo trepidato e gioìto per il ritorno delle due Simone, ma
alcune loro improvvide dichiarazioni e una serie di ombre hanno prodotto
notizie ambigue e un appello per farle ripartire, cosa che nel frattempo
hanno fatto da sole (ora stanno ad Amman, in Giordania). L'appello mi è
arrivato via sms da un amico, poco più che una battuta: facciamo la
colletta per rispedirle in Iraq. Poi via email in versione più lunga, da
una ignota ragazza romana: “Utilità delle 2 Simone stipendiate 8.000
(ottomila) euro al mese per far le volontarie (mentre i nostri poveri
soldati percepiscono meno della metà). Dal Corriere della Sera la loro
giornata tipo prima di farsi rapire: la Simona Torretta studiava per un
esame all'università, la Pari insegnava la raccolta differenziata ai
bambini iracheni (poteva farlo a Torre del Greco, Napoli, che di
risolvere il problema della monnezza (sic) ne avevano più bisogno,
mentre gli iracheni non hanno da mangiare);Costo delle Simone al Governo
Italiano: ottomila euro al mese di stipendio (sì, sono i nostri cretini
governativi che finanziano 'ste associazioni, almeno in parte) +
1.000.000 di euro di riscatto. Utilità zero. Tornano (purtroppo)
indietro e ringraziano il governo? NO. Ringraziano Scelli? No.
Ringraziano la resistenza irachena e elucubrano di ritiri delle truppe.
Vogliono tornare in Iraq. (Tanto se si fanno rapire di nuovo paghiamo
noi tutti). Domanda di Cossiga:" ma non è che si sono rapite da sole? "
Domanda di altri:" e non è che il milione di euro se lo sono intascate
loro con qualche complice terrorista? " Carriera di una Simona:
dipendente del Ministero della Difesa (ESERCITO) con d'Alema;
pubblicista dell'Unità; ottomila euro al mese per fare la volontaria e
la "resistente". Un domani (già proposte ci sono state) deputata??? Con
questa catena che deve arrivare a tutti gli italiani chiediamo una
colletta di 50 centesimi a testa da dare alla resistenza irachena perché
si riprendano le due Simone, a patto che stavolta se le tengano anche.”
Per finire, l’ultima e strisciante accusa: una delle due Simone (quale?)
si è convertita all’Islam. Ma anche altre fonti d’informazione in rete –
per altri motivi – hanno i loro dubbi. Leggiamo dal sito del Notiziario
del Campo Antimperialista dell’11/10/04: “Con tutto il rispetto / Sulla
vicenda delle due Simona”; www.antiimperialista.org/it : “Per quanto
riguarda il sequestro troppe cose non quadrano (…) nessuna
organizzazione della Resistenza, nessun esponente indipendente, nessun
settore religioso o patriottico ha avuto alcun ruolo reale nell’esito
finale della vicenda delle due Simona”. C’è altro: sul blog dei
bibliotecari italiani http://biblaria-blog.splinder.com Sergio
Tumminello in data 18/09/04 parla dell’opera delle due Simone a favore
della Biblioteca nazionale irachena (sede anche degli Archivi di Stato,
ndr) e ipotizza per questo "pressioni" ricevute dalle due Simone alla
vigilia del loro sequestro e rimanda ad un articolo del Guardian del
16/09/04, firmato Naomi Klein e Jeremy Scahili. L’articolo è tradotto in
italiano: “Simona Torretta e Simona Pari, anatomia di un rapimento (in
odore di servizi segreti..) sul sito dei reporter associati
http://www.reporterassociati.org. Ne riassumo il senso: il sequestro non
è stata opera dei mujahidin, ma dell'intelligence internazionale, al
fine di screditare la lotta della resistenza. Troppe sarebbero infatti
le anomalie. Ma va comunque detto che neanche qui vengono portate prove
precise. Quanto al lavoro svolto in Iraq, proprio una delle due Simone,
nella successiva intervista pubblicata sull’Espresso del 4/11/04, pag.
37, smorza i toni: “Quando vedo gli Ulema mi accorgo che la loro
percezione del nostro lavoro è diversa da quella che pensavo. Non
avevano una percezione nitida di chi fossimo e cosa facessimo”.
Da notare che molto è nato ed è stato diffuso in rete; è un ennesimo
caso di notizie sviluppate all’esterno dei media tradizionali. Ma dove
finisce la realtà e dove inizia la leggenda metropolitana? Un’analisi
seria l’ha fatta il 28/10/04 la redazione di www.zeusnews.it, un sito di
informazione e discussione in linea, al titolo “Simona e Simona
superstipendiate?” (http://www.zeusnews.it/index.php3). La fonte più
remota è un blog del 6/10/04 (http://comgas.clarence.com/permalink/167517.html),
che cita l'appello e lo descrive come un testo ricevuto da altra fonte.
Le prime segnalazioni al Servizio Antibufala (sic) di Zeusnews risalgono
al 7/10/04, data alla quale risalgono anche le prime tracce dell'appello
nei newsgroup, secondo Google Groups. L'appello compare infatti nel
newsgroup it-alt.politica.lega-nord, a firma di un certo Axell, che però
nega in un messaggio successivo di esserne l'autore. Riepilogando: qui
un messaggio anonimo, privo di fonti e pieno di accuse non documentate.
Altrove, il gioco delle spie. Leggende metropolitane o disinformazione?
L'organizzazione "Un ponte per..." http://www.unponteper.it ha
pubblicato una smentita di alcune delle accuse: lo stipendio reale
ammontava a circa 1.500 euro netti al mese comprensivi tredicesima e
fine rapporto. Anche mettendo in conto assicurazione, rimborsi per
vitto, trasporti e quant'altro, da 1500 a 8000 euro ce ne corre.
Comunque il bilancio di "Un ponte per..." è pubblico e consultabile via
Internet. Né lo stipendio proverrebbe dal governo italiano, come afferma
invece l'appello. "Un ponte per...", parla di "finanziamenti pubblici"
soltanto nel senso di finanziamenti provenienti da organizzazioni
europee e da enti locali italiani. Il governo italiano avrebbe erogato a
"Un ponte per...". un unico finanziamento assai modesto (circa 15.000
euro). L’indagine resta comunque aperta. Nessuna delle due Simone si è
nel frattempo convertita all’islam. Va solo ora verificata l’ultima
accusa, quella del riscatto pagato. Ma qui dovrebbe rispondere il
Governo, cosa che finora non ha fatto. Anche perché nessuno glielo ha
chiesto.
Marco Pasquali
12 gennaio 2005
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