Roma
Palazzo
Altieri
via del Plebiscito - piazza del Gesù
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L'ABI RESTAURA
PALAZZO ALTIERI
Il passante o l'automobilista che percorre la
trafficatissima Via del Plebiscito ignora cosa sia il
grande edificio che fiancheggia la strada fronteggiando
il prospetto laterale della chiesa del Gesù; fino ad un
anno fa era di un lurido grigio scuro, ora si presenta di
un vivace colore limone-nocciola in attesa che smog e
writer imbecilli attentino alla sua attuale bellezza. E'
Palazzo Altieri.
L'omonima famiglia aveva sin dal '400 le sue case nella
zona, ma solo nel '600 affidò all'architetto G.A. De
Rossi la costruzione di un palazzo sontuoso che via via
s'ingrandì sino a comprendere l'intero isolato; grandi
ampliamenti vi furono quando divenne Papa Clemente X
Altieri e l'ultima erede delle famiglia sposò un Paluzzo
Albertoni, portandogli in dote il cognome e il palazzo.
Per gli sposi furono decorate molte sale tra cui quella
gigantesca "dei Palafrenieri" o "della
Clemenza", affrescata dal Maratti, e l'appartamento
principesco con soffitti dipinti da Fabrizio Chiari,
Francesco Cozza ed altri della scuola marattesca;
nell'appartamento riservato ai prelati della famiglia
spicca un grande soffitto con "l'apoteosi di
Romolo" del Canuti.
Nel tardo '700, a cura di un altro principe Albertoni
Altieri, altre stanze furono decorate secondo il gusto
neoclassico allora in voga; Giani, Camuccini e Cades
affrescarono ed arredarono deliziosi ambienti tra cui una
saletta con un mosaico romano per pavimento e porte
d'alabastro. L'enorme palazzo con vari piani e due grandi
cortili visse splendidamente fino al tardo '800 poi
iniziò la lenta decadenza culminata nel 1950, allorché
si estinse la discendenza diretta Altieri; fu frazionato,
venduto, affittato, destinato ad usi impropri. Ma due
anni fa i maggiori proprietari, l'ABI che occupa parte
del primo piano nobile, la Banca FINNAT che ha i suoi
uffici nel vecchio appartamento cardinalizio e la Banca
Popolare di Novara che ha acquistato il secondo piano
nobile, hanno coinvolto tutti i condomini in una
grandiosa opera di risanamento delle facciate esterne e
dei cortili. In oltre un anno di lavoro, e con la spesa
di cinque miliardi, sono state restaurate e ridipinte
superfici per complessivi 14.000 mq. restituendo al
palazzo un aspetto che non aveva più da secoli. Sul
retro, in una grande costruzione bassa che fino al 1960
aveva ospitato un infimo cinema-varietà, sarà
costituita un biblioteca aperta al pubblico con circa
8000 volumi e contenente tutte le pubblicazioni
artistiche edite in oltre un secolo dalle varie banche. I
tre maggiori proprietari, sopra citati, stanno anche
valutando la possibilità di aprire periodicamente al
pubblico gli appartamenti dei piani nobili.
Roberto
Filippi
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