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Restauti
Roma
San
Pancrazio fuori le Mura
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UNA CHIESA
DIMENTICATA
Come spesso succede gli avvenimenti fanno notizia quando
sono spiacevoli; uno di questi è il crollo di parte del
tetto della navata sinistra della Basilica di S.
Pancrazio. Il tetto era stato restaurato una decina di
anni fa nel corso di interminabili lavori di sistemazione
della chiesa e non si sa ancora quali siano state le
cause del crollo.
Si è parlato di lavori malfatti ma Sgarbi,
sottosegretario ai Beni Culturali, nel corso di un
sopralluogo ha parlato di opere eseguite con cura
attribuendo il sinistro a eventi imponderabili o ad un
intervento di insetti xilofagi. Comunque è già al
lavoro una commissione ministeriale e sono stati
stanziati 150 milioni per interventi urgenti di
consolidamento e restauro in aggiunta ai fondi ordinari.
La Basilica di S. Pancrazio è un illustre e antico
monumento poco noto perché fuori mano e privo di opere
d'arte di particolare valore ma carico di storia.
In origine sulla via Aurelia si trovava una catacomba,
ancora accessibile, nella quale fu sepolto il martire
Pancrazio, un giovane di quattordici anni, che secondo la
sua "passio" al cospetto di Diocleziano inveì
contro gli dei tenendo testa alle accuse dell'imperatore.
Divenne il santo tutore della verità e acquistò grande
fama nel V secolo allorché papa Simmaco costruì sul
sepolcro del martire la primitiva chiesa.
Nel 625 papa Onorio la ricostruì nelle forme che
attualmente mantiene; fu monastero benedettino fino al
'400 poi fu affidata ad altri ordini e nel primo '600 ai
Carmelitani che tuttora la officiano.
Fu devastata a fine '700 dalle truppe napoleoniche e
bombardata nel 1849 durante la Repubblica Romana. Nel
'600 il cardinal De Torres costruì il soffitto ligneo e
a metà secolo risalgono i grandi quadri a stucco e un
grande fregio a festoni e puttini che Sgarbi attribuisce
al Duquesnoy. Altra opera d'arte è una tela di Palma il
Giovane.
E' molto interessante seguire il perimetro della chiesa
osservando le murature del VII secolo; qua e là resti
medioevali dell'arredo basilicale smontato e parzialmente
distrutto durante il restauro secentesco che tolse anche
le colonne delle navate sostituendole con pilastri.
E' auspicabile che un sollecito e accurato restauro
riporti la Basilica allo stato originario restituendo la
parrocchia ai suoi fedeli e il monumento ai cultori
d'arte.
Roberto
Filippi
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