ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 2
maggio - agosto 2001
Beni Culturali - Restauri
bordline contemporanea beni culturali


Roma
S. Giovanni Battista dei Genovesi
via Anicia


La chiesa è quasi sempre chiusa ma è officiata e visitabile in coincidenza con le Messe Domenica e Festivi dalle 9 alle 12;
il Chiostro invece è visitabile il martedì e il giovedì dalle 15 alle 18.

SAN GIOVANNI BATTISTA DEI GENOVESIi

Un piccolo gioiello sconosciuto torna a risplendere. Nella chiesa di S. Giovanni Battista dei Genovesi è stato portato a termine il restauro della Cappella Fieschi a cura della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici. Ben pochi sono coloro che conoscono chiesa e cappella ed allora andiamo a dare qualche spiegazione. In Trastevere, in via Anicia, sorge la chiesa nazionale dei Genovesi, tuttora officiata dalla Confraternita di S. Giovanni Battista; si tratta di un grande complesso che occupa l’intero isolato ed è costituito dalla chiesa e dall’antico ospedale fatto costruire nella seconda metà del ‘400 dal nobile genovese Medialuce Cicala e potenziato dai papi liguri Sisto IV e Innocenzo VIII che regnarono al la fine del XV secolo. Era destinato all’assistenza fisica e spirituale dei mercanti e marinai genovesi che frequentavano il porto fluviale di Ripa Grande. All’interno un chiostro bellissimo, verde e silenzioso, attribuito a Baccio Pontelli con un doppio ordine di pilastri ottagonali in travertino; dal portico si passa all’oratorio, luogo di riunione dei confratelli, con affreschi. tardo cinquecenteschi ed un soffitto del ‘600 a cassettoncini, alcuni dei quali ornati da stemmi. La chiesa è anch’essa del tardo ‘400 ma con restauri successivi, l’ultimo dei quali, a metà ‘800, le ha dato l’impronta attuale. Di antico è rimasta la tomba di Medialuce Cicala in puro stile rinascimentale della scuola di Andrea Bregno, la pala d’altare con il "Battesimo di Cristo" del caravaggesco francese Nicola Regnier e sull’altare di sinistra una tela dell’Odazzi del primo ‘700. A quest’epoca risale anche la cappella Fieschi, appena restaurata, commissionata dal marchese Giobatta Piccaluga per celebrare la canonizzazione di S. Caterina Fieschi Adorno avvenuta nel 1737. E’ un piccolo armonioso ambiente con stucchi dorati e tempere con motivi di panneggi che ricoprono le pareti e il soffitto; sull’altare una "S. Caterina sorretta dagli angeli" e nella volta un dipinto con "Gloria di S. Caterina". Le due tele sono opera di Odoardo Vicinelli (1684—1755) pittore allora noto ed ora pressoché dimenticato; è un artista formatosi alla scuola classicista del Maratti ma che, con i suoi spunti in stile gentile ed aggraziato, lascia trasparire una certa adesione al nascente rococò. L’intera cappella è stata completamente restaurata ponendo riparo ai danni arrecati agli affreschi parietali dall’umidità di risalita.

Roberto Filippi