ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 0
settembre - dicembre 2000
Beni Culturali - Restauri
bordline contemporanea beni culturali


Prima del restauro

Roma

Galleria Colonna
via della Pilotta 17
tutti i sabati 9/13
£.10.000 8.000
tel. 06/6784350


Dopo il restauro

VENERE SENZA VELI

Grande festa alla Galleria Colonna; grazie al contributo di Estèe Lauder e all'impegno della Soprintendenza ai Beni Artistici è stato restaurato un quadro del '500 di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, un pittore di buona fama del Manierismo toscano. Il dipinto, con altri due dello stesso autore ed un altro del Bronzino, entrò nella raccolta Colonna nel 1718 con la dote di Caterina Salviati, della nobile famiglia fiorentina, che sposò Fabrizio Colonna. Da allora l'opera troneggia su una delle pareti della Sala della Colonna Bellica, uno degli ambienti in cui si articola la bellissima e decoratissima Galleria Colonna. La critica ritiene per certo che l'iconografia "Venere e Amore" risalga ad un perduto cartone di Michelangelo, punto di riferimento dei manieristi toscani, che servì da modello per un dipinto del Pontormo, ora alla Galleria dell'Accademia di Firenze. Dall'opera del Pontormo e dal ricordo del perduto cartone di Michelangelo sono derivate altre versioni attribuite al Vasari e al Bronzino che si trovano agli Uffizi e a Capodimonte. E' un'opera particolarmente interessante in quanto di un'epoca e di un autore non frequenti nelle raccolte romane dove è il '600 che fa la parte del leone. Intrigante il soggetto con la duplice e reciproca opera di seduzione legata ai piaceri carnali e che mostra una Venere che dopo il restauro è riapparsa in tutto il suo splendore dopo che è stato rimosso un denso strato di vernice divenuta giallastra, forse un fissativo o un conservante in colla animale. E' stato anche asportato un velo che copriva la Venere che è riemersa nella sua fiorente nudità Così la volle il suo autore ma qualche proprietario ottocentesco con eccessivo moralismo giudicò contraria alla decenza la vista di un florido corpo femminile immerso in una luce calda e dorata e lo fece copri re con un fluttuante camicione. Il pittore discendente del più famoso Domenico Ghirlandaio noto artista della Firenze medicea del tardo '400, ebbe una sua ben avviata bottega che operò nella seconda metà del '500 e si distinse per la sua ammirazione ed il suo estremo interesse per il modo di dipingere di Michelangelo. Un grande restauro che ci ha restituito un capolavoro e che può essere anche definito un'operazione di cosmesi che lo sponsor ha offerto seguendo la sua linea d'azione di miglioramento della bellezza femminile.

Roberto Filippi