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oltre l'arte n. 0
settembre - dicembre 2000
Beni Culturali - Restauri
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Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma

tel. 06/69994212 fax 06/69940275

CARAVAGGIO RISCOPERTO

L’enigma dei due San Francesco. Sembra il titolo di un libro giallo ed è invece la conclusione di un dibattito che, ha impegnato per decenni critici e storici d’arte. La soluzione è stata data dal Soprintendente ai Beni Artistici di Roma, Strinati, unitamente ad alcuni suoi collaboratori. Riepiloghiamo brevemente questa storia affascinante; nei primi anni del ‘900 fu identificato, nei locali del convento dei Cappuccini a via Veneto in Roma, un quadro rappresentante San Francesco in preghiera che fu unanimemente attribuito alla mano del Caravaggio. Successivamente, nei primi anni ‘60, una studiosa, Luisa Brugnoli, trovò nella chiesa di San Pietro, a Carpineto Romano, un quadro identico che ritenne anch’esso del Caravaggio. Per trent’anni i due dipinti sono apparsi in molte mostre mentre su essi si scatenava un ‘dibattito che generalmente considerava autografo il quadro di Roma e copia quello di Carpineto.  Finalmente solo pochi mesi fa le due tele sono state sottoposte a restauro contemporaneo con conseguente sensazionale scoperta: l’originale è quella di Carpineto. Sotto il primo strato di colore, in radiografia, sono apparsi numerosi pentimenti, assenti nella copia di Roma,le incisioni, tipiche del pittore lombardo, sono significative per il disegno mentre nel quadro romano sono solo linee guida; la preparazione, il. dipinto di Carpineto contiene malachite, molto usata dal Caravaggio, assente invece nel quadro dei Cappuccini, in questo ci sono velature di colore, non utilizzate dal Caravaggio che usa il cinabro per arrossare naso e orecchie del santo mentre nella copia romana, questo colore manca. La conclusione è che l’originale è il dipinto di Carpineto, ora in deposito a Palazzo Barberini, mentre l’altro è una copia di altissima qualità per il quale si ipotizza la mano di Bartolomeo Manfredi, pittore caravaggesco che spesso imitò il maestro " con più fine unione e dolcezza". Una interessante curiosità è la vicenda del cappuccio del santo; nell’originale ha il cappuccio corto de Riformati Osservanti ma il colore copre quello lungo dei Cappuccini. Questo dettaglio permette di datare il quadro con notevole approssimazione ai primi, anni del ‘600 quando il convento di Carpineto fu destinato ai. Cappuccini; qualche anno dopo il Cardinale Aldobrandini lo assegnò ai Riformati e ciò comportò la modifica del cappuccio per adeguarlo a quello dell’Ordine che gestiva il convento. La copia invece non può essere posteriore al 1617 anno in cui morì Francesco de Rusticis che la donò al convento dei Cappuccini di Roma, come risulta da un cartellino retrostante ritrovato nel corso del recente restauro.

Roberto Filippi