Soprintendenza per i Beni Artistici e
Storici di Roma
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CARAVAGGIO RISCOPERTO
Lenigma dei due San Francesco. Sembra il titolo di
un libro giallo ed è invece la conclusione di un
dibattito che, ha impegnato per decenni critici e storici
darte. La soluzione è stata data dal
Soprintendente ai Beni Artistici di Roma, Strinati,
unitamente ad alcuni suoi collaboratori. Riepiloghiamo
brevemente questa storia affascinante; nei primi anni del
900 fu identificato, nei locali del convento dei
Cappuccini a via Veneto in Roma, un quadro rappresentante
San Francesco in preghiera che fu unanimemente attribuito
alla mano del Caravaggio. Successivamente, nei primi anni
60, una studiosa, Luisa Brugnoli, trovò nella
chiesa di San Pietro, a Carpineto Romano, un quadro
identico che ritenne anchesso del Caravaggio. Per
trentanni i due dipinti sono apparsi in molte
mostre mentre su essi si scatenava un dibattito che
generalmente considerava autografo il quadro di Roma e
copia quello di Carpineto. Finalmente solo pochi mesi fa
le due tele sono state sottoposte a restauro
contemporaneo con conseguente sensazionale scoperta:
loriginale è quella di Carpineto. Sotto il primo
strato di colore, in radiografia, sono apparsi numerosi
pentimenti, assenti nella copia di Roma,le incisioni,
tipiche del pittore lombardo, sono significative per il
disegno mentre nel quadro romano sono solo linee guida;
la preparazione, il. dipinto di Carpineto contiene
malachite, molto usata dal Caravaggio, assente invece nel
quadro dei Cappuccini, in questo ci sono velature di
colore, non utilizzate dal Caravaggio che usa il cinabro
per arrossare naso e orecchie del santo mentre nella
copia romana, questo colore manca. La conclusione è che
loriginale è il dipinto di Carpineto, ora in
deposito a Palazzo Barberini, mentre laltro è una
copia di altissima qualità per il quale si ipotizza la
mano di Bartolomeo Manfredi, pittore caravaggesco che
spesso imitò il maestro " con più fine unione e
dolcezza". Una interessante curiosità è la vicenda
del cappuccio del santo; nelloriginale ha il
cappuccio corto de Riformati Osservanti ma il colore
copre quello lungo dei Cappuccini. Questo dettaglio
permette di datare il quadro con notevole approssimazione
ai primi, anni del 600 quando il convento di
Carpineto fu destinato ai. Cappuccini; qualche anno dopo
il Cardinale Aldobrandini lo assegnò ai Riformati e ciò
comportò la modifica del cappuccio per adeguarlo a
quello dellOrdine che gestiva il convento. La copia
invece non può essere posteriore al 1617 anno in cui
morì Francesco de Rusticis che la donò al convento dei
Cappuccini di Roma, come risulta da un cartellino
retrostante ritrovato nel corso del recente restauro.
Roberto Filippi
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