ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 0
settembre - dicembre 2000
Beni Culturali - Restauri
bordline contemporanea beni culturali




Civita
Tel. 06/692050220 fax 06/69942202




 

CIVITA PER NOTO

Da una vecchia guida del Touring Club: "Noto, ridente cittadina disposta a terrazze sul declivio di un colle al piede delle pendici meridionali dei Monti Iblei, caratteristica per il fastoso scenario settecentesco dei suoi edifici, allineati in estrose prospettive". In effetti la città è un capolavoro artistico del barocco siciliano. Noto nacque nel IX secolo a.C. e visse le sorti della Sicilia, siculi, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, aragonesi, spagnoli la occuparono in epoche successive lasciando traccia del loro passaggio; ma nulla di tutto ciò rimane. Uno spaventoso terremoto nel 1693 la distrusse completamente. Fu ricostruita con sapienza, arte ed amore, assumendo un assetto urbanistico regolare con strade dritte e piazze scenografiche, con chiese sontuose e palazzi e palazzotti, di nobili e ricchi borghesi di fattura accurata e talvolta estrosa; il tutto costruito con una pietra tenera che ha assunto col tempo il colore del miele attualmente insidiato dallo smog. Sulla piazza principale il grandioso Duomo fronteggia Palazzo Ducezio, di fianco s'erge il monastero del SS. Salvatore e poco più in la' la chiesa di S.Francesco; su un'altra piazza s'affaccia la chiesa di S.Domenico, e poi Palazzo Nicolaci, la chiesa del Crocefisso, la fontana d'Ercole. Nelle vicinanze le rovine di Noto Antica, gli oratori rupestri bizantini, i santuari, le riserve naturalistiche. Sembrerebbe un quadro idilliaco ma non lo è; il tempo, l'incuria, il vandalismo, un eccessivo culto del profitto, e soprattutto la completa mancanza di gusto estetico, di raffinatezza, di sensibilità hanno duramente inciso sul tessuto edilizio della città. Pochi anni fa è crollata la grande cupola del Duomo, ma sono soprattutto gli edifici privati ad essere in pericolo, anche i più modesti che costituiscono il tessuto connettivo della città barocca. Demolizioni, sopraelevazioni, superfetazioni, suddivisioni improprie e meschine hanno gravemente colpito l'immagine dei fastosi e allegri palazzotti barocchi. Ma qualcosa si sta muovendo: un consorzio costituito dal Comune di Noto, dalla Provincia Regionale di Siracusa e dall'Associazione Provinciale degli Industriali ha incaricato l'Associazione Civita di elaborare un progetto di sviluppo del territorio per valorizzare il patrimonio artistico e ambientale della città. L'accordo con Civita prevede che quest'ultima, entro un breve tempo, esegua uno studio sui vari edifici di Noto, prevedendone il restauro ed un riuso compatibile. Non si deve avere, infatti, una risistemazione degli edifici fine a se stessa in quanto si tratterebbe di un intervento sterile, annullato nel giro di pochi anni dal mancato utilizzo dell'immobile, ma di una sistemazione mirata a permettere che l'edificio abbia una sua vita, compatibile con la sua struttura ed il suo aspetto, in modo che la funzione stessa crei i presupposti per il suo mantenimento. Si potranno così avere usi strettamente culturali ma anche commerciali, sia pure entro i limiti del rispetto della natura e delle caratteristiche dell'edificio. L'Associazione Civita è particolarmente indicata per il compito affidatole in quanto dispone di competenze tecniche e scientifiche, di esperienze di gestione del territorio e di elaborazione di progetti unite ad una non comune sensibilità artistica e all'intento di sempre meglio operare per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. Si cercherà anche di trasformare Noto in un polo di cultura, sulla fattispecie di Erice, facendone sede di eventi e di incontri tra intellettuali e scienziati con particolare riferimento alla conservazione dei beni culturali e ambientali. Civita inoltre prevede di costituire con altri soggetti pubblici e privati una Fondazione con sede a Noto per lo studio e la documentazione sull'architettura della città con convegni internazionali, a cadenza annuale, e servizi da fornire agli studiosi in maniera permanente. I progetti, le disponibilità, le energie ci sono; se tutto andrà a buon fine si ripristinerà un gioiello archi tettonico unico al mondo, si creerà un polo culturale e si avranno anche molte possibilità di lavoro.

Roberto Filippi