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 Il bambino che volle toccare l’Arcobaleno

C’era una volta, un bambino che aveva un grande desiderio: toccare l’arcobaleno!

Ora vi spiego come fece e quale fu la storia della sua vita. Il bambino era nato da una famiglia di normali origini, in un paese circondato da montagne. Un giorno che si sentiva particolarmente triste, di una tristezza un po’ eccessiva per i suoi nove anni di vita, uscì di casa per andare a fare una passeggiata in mezzo alle montagne. Dopo circa due ore di cammino, si mise seduto su un masso coperto di muschio. Il paesaggio che lo circondava era talmente bello che il bimbo osservandolo fu tanto felice e la tristezza se ne andò. All’orizzonte si vedevano le cime delle montagne e il cielo che si stava schiarendo, dopo una nottata di pioggia. Ad un tratto, meraviglia delle meraviglie, cosa apparve ai suoi occhi azzurri? Un arcobaleno!

Bè, direte voi, una cosa bella ma anche abbastanza normale vista la nottata piovosa che se ne era appena andata via. Ebbene, questo arcobaleno era un po’ particolare perché i colori erano molto più forti e più brillanti di un semplice arcobaleno. Sembrava quasi che facessero a gara l’uno con l’altro ad essere più luminosi che mai. Il bambino pensò che fosse un arcobaleno unico, come mai ne fossero esistiti. Forse si stava illudendo di vedere un arcobaleno particolare, perché quel giorno lui stesso si sentiva strano, prima triste poi felice…ma in ogni caso era affascinato da quell’insieme di colori spettacolari. Da quei colori così luminosi partivano tanti gradini che formavano una scala colorata, che arrivava al sentiero  dove si trovava il bambino, quasi a toccare i suoi piedi. Quando vide i gradini così vicini a lui, il bambino, mosso dalla curiosità e soprattutto dalla luce che emanavano, fece qualche passo e iniziò a salire, scalino dopo scalino, verso l’arcobaleno. Così nel salire ammirava sempre di più un paesaggio che non aveva mai visto. Un paesaggio non solo fatto di colori, ma di forme, le più svariate possibili. Persone, figure di animali, forme astratte e geometriche: ecco cosa apparve ai suoi occhi. Sembrava che tutte queste forme si dessero la mano e si abbracciassero. Non solo, ma mentre il bambino saliva, oltre al fantastico paesaggio, percepì in lontananza una musica particolare. Tutto ad un tratto, apparvero insieme forme, colori e musica. Arrivato in cima all’Arcobaleno e vedendo la sua scia, un po’ timoroso ma incoraggiato dall’atmosfera che lo circondava, il bambino iniziò a camminarci sopra, sentendo una sensazione piacevole di morbidezza, come se camminasse su un grande materasso di gomma piuma o sulle piume stesse, la cui sofficità gli procurava un senso di leggerezza. E la cosa ancora più sorprendente, è che iniziò a notare che le sue mani e le sue braccia stavano assumendo il colore variegato dell’arcobaleno. E nel camminare, anche il bambino si confondeva e non riusciva più a vedere bene i contorni del suo corpo, questi infatti iniziavano a mimetizzarsi con i colori dell’arcobaleno.

E ora, ogni volta che ammiro un arcobaleno, e vi auguro possa accadere anche a voi, mi sembra di vedere i contorni di quel bambino che vibra felice nel cielo, perché gode della gioia di quelle forme, di quei colori e di quella musica variopinta. A proposito… stavo dimenticando di dirvi il suo nome! Lo avrete immaginato: il bambino si chiama Arcobaleno!

Felice visione a voi tutti.

di Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre


 


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