INDICE
SOMMARIO
PER
NON DIMENTICARE
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Celestino Ferraresi
Era nato nel
1949. Pittore, ha insegnato all'Accademia di Belle Arti
di Roma. Ha fondato inoltre la Scuola di Torpignattara ,
dove si propone una strada pittorica
"tradizionalista", nel senso di una ricerca che
non taglia i ponti col passato.
Si è spento a Roma in marzo 2016
http://www.celestinoferraresi.it/
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Quando muore un Pittore
Il pittore
Celestino Ferraresi è venuto a mancare nel suo
personalissimo silenzio, dopo una lunga sofferenza
Nato nel 1949, aveva dedicato tutta la sua vita alla
pittura, della quale aveva fatto un vero e proprio credo.
A Roma aveva avuto grandi maestri, come Alberto Ziveri e
Piero Sadun. Da loro si era presto distaccato e ciò
aveva contribuito alla nascita di una personalità
pittorica ben definita e autonoma, contraddistinta dai
valori in cui credeva che lo hanno sempre accompagnato.
La sua pittura negli anni ha seguito, poi, una evoluzione
in positivo, arricchendosi di quei cambiamenti culturali
della società che lui sapeva cogliere così bene. Al
centro dei quadri ha sempre messo il dialogo tra la luce
e il soggetto narrativo collocato in un ambito spazio-
temporale posto a cavallo tra realtà e memoria. E
attraverso tale dialogo cercava di esprimere e dare forma
alle ragioni e ai sentimenti dellesistenza umana,
come da lui percepita.
Dai dipinti emerge il suo patrimonio culturale, come
evidenziato da artisti e critici, uno per tutti Renzo
Vespignani, il quale ebbe a scrivergli:
.alle
passioni corporee pensavo guardando i tuoi
quadri godibili nella materia, così
ghiottamente farciti di evanescenze, di
citazioni colte, di luminosi struggimenti
.
Il sito internet http://www.celestinoferraresi.it/ da lui
creato testimonia del suo lavoro, con opere, scritti,
pensieri e riflessioni indicativi del suo modo
dessere pittore nella società contemporanea.
Sempre più credo, ha scritto, che per
la fotografia come per la pittura - ma per l'arte in
genere - sia tempo di rimettere le cose al loro posto: se
non si ritorna a scegliere la bella qualità,
si alimenta la confusione
. E ancora:
Non è sufficiente dipingere, è necessario, come
sempre nelle stagioni migliori della pittura, dipingere
bene: ricercare la bellezza del quadro, della forma e del
segno; avere rispetto del mestiere; entrare nelle
problematiche dellinvenzione formale, delle idee e
delle ragioni poetiche. E soprattutto rifiutare la facile
e accattivante banalità. Se perdiamo la conoscenza del
linguaggio colto della pittura e della scultura, il
futuro sarà irrimediabilmente più povero.
Celestino Ferraresi era più volte intervenuto dalle
colonne di questo blogMagazine, certo che il confronto
potesse costruire consapevolezze più ampie. Sicuramente
avrebbe partecipato anche a questo numero dedicato alla
critica d'arte, tematica che lo interessava moltissimo,
da pittore e non da teorico, con la consueta umiltà ma
anche con la sua incrollabile fede nella pittura come
ricerca di manualità raffinata e di riflessione poetica
colta. Purtroppo non gli è stato possibile.
Con lui ci ha lasciati un uomo onesto, una persona
particolarmente attenta ai fatti quotidiani e allo
svolgersi della vita, che con il suo lavoro ritrovava
nella apparente banalità dogni giorno i valori
profondi dell'uomo e della pittura. Non seguiva
convenzioni, mode, oscillazioni del gusto e degli
orientamenti: andava avanti per la sua strada nella
convinzione, a volte anche dolorosa, che quella fosse la
via più consona per affermare verità e bellezza
nellarte.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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