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La mostra, curata da Gilbert Perlein e Luca Beatrice, presenta una
ventina di immagini in bianco e nero, in stampa lambda e di grande
formato, principalmente tratta dalla serie Onde, frutto di una ricerca
intimista, iniziata nel 2005. Il mare, le onde ed il loro perpetuo
movimento vengono fissati in immagini pulsanti, grazie all’uso dei
chiaroscuri, capaci di far percepire allo spettatore il fruscio della
risacca ed il profumo di salsedine. In questo modo, privato di ogni
forzatura e drammatizzazione stilistica, il movimento delle onde,
diviene movimento puro, l’evidenza di una natura conosciuta
profondamente e con cui l’artista condivide un certo “contatto fisico”,
un’intimità profonda. L’onda, viene fotografata evidenziando in un gioco
di riflessi, la quiete e l’irruenza, diventando metafora dei turbamenti
e delle paure dell’artista: “La mer est ton miroir” recita una poesia di
Charles Baudelaire ne Les fleurs du mal, e nessun’altra frase sembra più
appropriata per definire questa esposizione. Tuttavia il mare è
l’elemento che da sempre nell’immaginario umano simboleggia meglio i
moti dell’anima. Perciò, se queste immagini da un lato raccontano della
potenza della natura e dell’anima dell’artista, dall’altro divengono
metafora di quel percorso che ognuno di noi può intraprendere per
scoprire se stesso. |
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