ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 1
gennaio - aprile 2001
Beni Culturali - Palazzi
bordline contemporanea beni culturali


Roma
Palazzo Giustiniani


ZUCCARI E I GIUSTINIANI

C'è a Roma un palazzo nobiliare praticamente ignoto ai più: Palazzo Giustiniani. E' uno degli edifici del Senato e sta' in via della Dogana Vecchia che prende questo nome dagli antichi uffici doganali pontifici che erano lì situati prima di essere trasferiti, nel settecento, nell'edificio della ex Borsa a Piazza di Pietra. Il palazzo, costituito da un intero isolato che si affaccia su piazza della Rotonda, già. esisteva nel '500, costituito da vari edifici accorpati, ma passò in proprietà ai Giustiniani solo nel 1590. La famiglia, originaria di Genova, venne a Roma nel tardo '500 sulla scia di un suo membro cardinale e volle subito occupare un posto di rilievo nell'ambito della nobiltà romana. Il palazzo fu acquistato ed unito ad altre costruzioni vicine ma mancano documenti attestanti l'opera di artisti di rilievo. Sicuro è l'iniziale intervento di Giovanni Fontana, figlio del più famoso Domenico, architetto di Sisto V; c'è una ricevuta firmata dal Maderno attestante lavori svolti nell'edificio ed infine esistono quattro progetti, di mano del Borromini, relativi a ristrutturazioni varie ma tra gli storici dell'arte esistono contrasti nel riconoscere o meno la mano dell'artista nei vari settori del palazzo, in particolare atrio e scala. Comunque il tutto è stato profondamente alterato dalle vicissitudini subite dall'intero complesso dopo l'estinzione del ramo dei Giustiniani proprietario del l'immobile. Nel 1898 parte del palazzo divenne sede di quella parte della Massoneria che ancora oggi si chiama "di Palazzo Giustiniani" mentre l'attuale sede sta in viale S.Pancrazio in una villa sita sui resti del "Vascello" di risorgimentale memoria. Altra parte fu occupata dalla Cassa di Risparmio di Roma. Nel 1926 la Massoneria fu sciolta in quanto ritenuta coinvolta negli, attentati a Mussolini, progettato uno da Zaniboni e Capello ed effettuato l'altro a Bologna da Anteo Zanboni. Per intervento di Federzoni l'edificio fu acquistato dallo Stato e destinato a sede di uffici del Senato e dell'appartamento di rappresentanza del Presidente.
Nella Biblioteca fu firmata la Costituzione da parte di Enrico de Nicola, Capo provvisorio dello Stato. I vari eventi hanno molto maltrattato il palazzo ed il suo arredo, sontuoso all'epoca dei Giustiniani, che possedevano un'imponente quadreria, famosa in tutta Europa, ed una raccolta di circa 1600 tra statue ed altri reperti antichi. Tutto è sparito tranne qualche bassorilievo murato nel cortile; al primo piano vi è la grande "Sala delle Colonne" detta anche "Sala Zuccari" che ha nella volta cinque grandi riquadri contenenti episodi della vita di Salomone e sulle pareti colonne tortili che delimitano spazi nei quali sono figure di Virtù; gli affreschi parietali, molto mal ridotti, sono stati riscoperti recentemente in quanto coperti da intonaco e tappezzerie. Sono datati nel 1586/87, fatti eseguire dal precedente proprietario del palazzo e attribuiti a pittori di scuola degli Zuccari quali Ventura Salimbeni, Antonio Tempesta, Giovanbattista Ricci da Novara. Altre tre sale sono affrescate con grottesche e paesaggi attribuiti al Tempesta e al Bonzi e risalenti ai primi decenni del '600. L'arredamento in stile rinascimentale del piano nobile appartiene al restauro dei tardi anni venti del '900.

Una ghiotta occasione per vedere parte del palazzo sarà offerta dal giorno 26 p.v. dalla mostra "Caravaggio e i Giustiniani" che presenterà, dopo secoli, la riunione di parte dei quadri della raccolta principesca come era all'inizio del '600.

Roberto Filippi