Roma
Palazzo Giustiniani
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ZUCCARI E I GIUSTINIANI
C'è a Roma un palazzo nobiliare praticamente ignoto ai
più: Palazzo Giustiniani. E' uno degli edifici del
Senato e sta' in via della Dogana Vecchia che prende
questo nome dagli antichi uffici doganali pontifici che
erano lì situati prima di essere trasferiti, nel
settecento, nell'edificio della ex Borsa a Piazza di
Pietra. Il palazzo, costituito da un intero isolato che
si affaccia su piazza della Rotonda, già. esisteva nel
'500, costituito da vari edifici accorpati, ma passò in
proprietà ai Giustiniani solo nel 1590. La famiglia,
originaria di Genova, venne a Roma nel tardo '500 sulla
scia di un suo membro cardinale e volle subito occupare
un posto di rilievo nell'ambito della nobiltà romana. Il
palazzo fu acquistato ed unito ad altre costruzioni
vicine ma mancano documenti attestanti l'opera di artisti
di rilievo. Sicuro è l'iniziale intervento di Giovanni
Fontana, figlio del più famoso Domenico, architetto di
Sisto V; c'è una ricevuta firmata dal Maderno attestante
lavori svolti nell'edificio ed infine esistono quattro
progetti, di mano del Borromini, relativi a
ristrutturazioni varie ma tra gli storici dell'arte
esistono contrasti nel riconoscere o meno la mano
dell'artista nei vari settori del palazzo, in particolare
atrio e scala. Comunque il tutto è stato profondamente
alterato dalle vicissitudini subite dall'intero complesso
dopo l'estinzione del ramo dei Giustiniani proprietario
del l'immobile. Nel 1898 parte del palazzo divenne sede
di quella parte della Massoneria che ancora oggi si
chiama "di Palazzo Giustiniani" mentre
l'attuale sede sta in viale S.Pancrazio in una villa sita
sui resti del "Vascello" di risorgimentale
memoria. Altra parte fu occupata dalla Cassa di Risparmio
di Roma. Nel 1926 la Massoneria fu sciolta in quanto
ritenuta coinvolta negli, attentati a Mussolini,
progettato uno da Zaniboni e Capello ed effettuato
l'altro a Bologna da Anteo Zanboni. Per intervento di
Federzoni l'edificio fu acquistato dallo Stato e
destinato a sede di uffici del Senato e dell'appartamento
di rappresentanza del Presidente.
Nella Biblioteca fu firmata la Costituzione da parte di
Enrico de Nicola, Capo provvisorio dello Stato. I vari
eventi hanno molto maltrattato il palazzo ed il suo
arredo, sontuoso all'epoca dei Giustiniani, che
possedevano un'imponente quadreria, famosa in tutta
Europa, ed una raccolta di circa 1600 tra statue ed altri
reperti antichi. Tutto è sparito tranne qualche
bassorilievo murato nel cortile; al primo piano vi è la
grande "Sala delle Colonne" detta anche
"Sala Zuccari" che ha nella volta cinque grandi
riquadri contenenti episodi della vita di Salomone e
sulle pareti colonne tortili che delimitano spazi nei
quali sono figure di Virtù; gli affreschi parietali,
molto mal ridotti, sono stati riscoperti recentemente in
quanto coperti da intonaco e tappezzerie. Sono datati nel
1586/87, fatti eseguire dal precedente proprietario del
palazzo e attribuiti a pittori di scuola degli Zuccari
quali Ventura Salimbeni, Antonio Tempesta, Giovanbattista
Ricci da Novara. Altre tre sale sono affrescate con
grottesche e paesaggi attribuiti al Tempesta e al Bonzi e
risalenti ai primi decenni del '600. L'arredamento in
stile rinascimentale del piano nobile appartiene al
restauro dei tardi anni venti del '900.
Una ghiotta occasione per vedere parte del palazzo sarà
offerta dal giorno 26 p.v. dalla mostra "Caravaggio
e i Giustiniani" che presenterà, dopo secoli, la
riunione di parte dei quadri della raccolta principesca
come era all'inizio del '600.
Roberto Filippi
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