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Oltre l'Occidente
EVENTI
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I COSTI DELLA
MODERNIZZAZIONE
Viaggiare
per lavoro non significa perseguire con il paraocchi
l'oggetto del proprio andare, ma approfittare delloccasione
per calarsi nel quotidiano di una realtà e osservarla da
una angolazione differente da quella sviluppata dal
turista pernicioso.
Vivere in Cina leclissi di luglio, con un centinaio
di europei, o un barbecue di carne adagiata su di una
borchia di ruota, sono le esperienze che arricchiscono se
condivise con il prossimo.
Un esercizio utile anche per chi viaggia, per riflettere
su ciò che si vede, come i cambiamenti urbanistici
dettati dal governo cinese per una frettolosa
modernizzazione, senza alcun rispetto per la propria
cultura millenaria.
Un governo autoritario, dal comportamento selvaggio verso
il suo popolo, chiudendo nel baule in soffitta anche le
ultime poche positive definizioni comuniste per la vita
felice, trasformandosi da "avanguardia del
proletariato" a mecenate degli archistar, cacciando
centinaia di migliaia di famiglie dagli antichi quartieri
delle diverse città cinesi.
Una modernizzazione iniziata ben prima delle Olimpiadi,
ma che le Olimpiadi hanno fatto esplodere, in tutte le
sue contraddizioni, il malumore delle centinaia di
migliaia di abitanti che hanno visto le loro
caratteristiche case a corte marchiate con l'ideogramma
"chai" (demolire) e con loro gli antichi
vicoli, a Pechino i Hutong, sui quali si affacciavano le
case e spesso edificate intorno ad un pozzo.
Una demolizione estesa a tutta la Cina, impegnata a
cancellare larchitettura tradizionale, per far
posto ad enormi edifici che oscurano con la loro ombra i
frammenti del passato che si sono sopravvissuti o alle
curiose ricostruzioni, spesso con materiali originali,
degli antichi quartieri ad uso turistico.
A far concorrenza a Pechino nella corsa alla modernizzazione
troviamo anche Hangzhou, con i suoi oltre 6 milioni di
abitanti nellarea urbana e circa la metà nella
città propria, e la sua vocazione allindustrializzazione
frenata che dal campo tessile arriva alle biotecnologie,
passando per le telecomunicazioni e linformatica,
offre anche bellezze naturali come il Lago dell'ovest con
le sue quattro isole e artistiche come la Pagoda delle
Sei Armonie.
Anche Xiaoshan, la parte moderna e industriale di
Hangzhou, miete vittime. Nel capitolo del cambiamento
urbanistico di questa città a 140 km a sudovest di
Shanghai, sul delta del fiume Yangtze è la città
principale della provincia di Zhejiang, non appare il
vocabolo ristrutturare. Ampie zone della
città sono uninterminabile distesa di macerie,
sullo sfondo grattacieli e nel mezzo ancora qualche
piccola costruzione resiste, con la gente che rimane ad
abitarla finché può. Uno spettacolo reso ancor più
spettrale al calar della sera, con la famigliola riunita
al primo piano, tra le non-più-mura domestiche, rimasto
con una sola parete e qualche pilastro portante (e già
traballante), in bella mostra agli occhi dei passanti.
Una visione chiara, nonostante il buio, di un
'appartamento illuminato da una fioca luce attaccata a un
lungo filo, tirato da chissà dove, che strideva con il
ricordo dell'ultimo quartierino costruito su un
fiumiciattolo che gli girava intorno, contornato di
verde.
Uno degli angoli più vecchi di questa città che ormai
non conserva più nulla di antico, almeno da questa
parte, trasformato in macerie.
Frettolosi cambiamenti, in Cina le buttano giù per far
prima, sposando pienamente lesempio americano, ma
dimenticando che gli Stati uniti hanno una storia
architettonica urbana di qualche centinaio di anni,
mentre la Cina ne ha di migliaia.
Case rase a suolo, ma la gente rimane ad abitarle fino
allultimo, in uno scenario post bombardamento, in
una quotidianità normalizzante, dove intere famiglie
vengono mandate via, espropriate, "sbattute"
fuori dalla loro casa. Loro se ne andranno senza
protestare e non sarà la manciata di RMB (Renminbi, la
valuta cinese) ricevuti in cambio a renderli felici.
Centinaia di migliaia di nuclei famigliari spinti verso i
margini delle città, in casermoni in stile sovietico,
nulla a confronto delle ricercate architetture delle star
del cemento e del cristallo sfavillante, o in precarie
abitazioni dove incontreranno i fuggiaschi della
campagna.
Una modernizzazione che conta milioni di vittime in un
esodo forzato per far posto a grattacieli e dighe.
Antichi centri spazzati via e distese di fertile terra,
condannata ad essere sommersa dallacqua imbrigliata
nelle dighe per le centrali elettriche, per una vita di
fatale miseria.
È lontana lepoca nella quale le dighe servivano a
regolare il flusso delle acque, come nel caso del Lago
del nord ovest, provenienti dalle colline circostanti.
Un bel cambiamento di vita! Mentre lo spirito di
comunità sparisce nelle tasche di costruttori corrotti.
Giada
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