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Oltre l'Occidente
Londra "Il Cetriolino" di Norman Foster
Londra Docklands exquartiere portuale
EVENTI
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LA RIVOLUZIONE
VERDE Sono passati
alcuni anni dal giorno in cui erano calati su Roma,
dallimmaginario paese della Padania, persone dai
lineamenti ispirati all'incompiuto michelangiolesco, ma
con delle cravatte e fazzoletti verdi, con l'effige di
una graziosa piantina. Nel sud del Mediterraneo è stato,
precedente alla gente del turpiloquio, il colonnello
Gheddafi ad utilizzare il verde, colore dellIslam,
per il libretto dedicato al suo pensiero, un po
come Mao e il libretto Rosso, sulla vita e il governo
della Jamahiriyana, senza dimenticare lironia
libica nelleffigiare anche La grande carta verde
dei Diritti dell'Uomo.
Ora il verde è usato per regolare i conti all'interno
del regime iraniano, utilizzando come scusa un sospetto
fraudolento conteggio dei voti. Vessilli che garriscono
al vento per Mir Hossein Moussavi, inneggiano ad un
architetto, già primo ministro, che vuol far le scarpe
all'impresentabile Mahmoudh Ahamdinejad, ma forse è solo
per cambiare il tono di voce con il quale l'Iran parlerà
al Mondo.
Anche se per una parte del Mondo Moussavi non sembra poi
tanto diverso da Ahamdinejad, unipotesi avanzata
anche nel primo timido commento avanzato anche dal
presidente statunitense Obama, un contrasto di
palazzo che cerca di trovare una soluzione
lontano da Teheran, nella città santa di Qom,
coinvolgendo i religiosi sciiti nellipotesi di
sostituire l'Ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema
dell'Iran, nel tentativo di salvare la teocrazia
iraniana.
Uno scontro interno al potere del quale sono diventate
vittime le donne e i giovani, come Neda, uccisi e
incarcerati.
Unonda verde che non si limita a manifestare in
piazza, ma diverse forme per dissentire in Internet e sui
tetti delle case, utilizzando il web per testimoniare
come un certo islamismo religioso apprezza lopera
di quellumanità violenta, per conservare il potere
contro chi, al calare della sera, invoca Allah.
Ben diverso è il verde nel quale si agita una sempre
più consistente fascia di italiani che scoprono
l'inutilità del nucleare, tanto i soldi non ci sono, e
si meravigliano come le energie alternative o anche
rinnovabili, stiano creando dei solidi varchi nella
coscienza di alcuni politici.
Un diffuso fotovoltaico sui tetti dei moderni edifici è
unalternativa ai costosi e ingombrati complessi
nucleari, una delle soluzioni immediatamente attuabili,
con spese contenute, individualmente e dalle
amministrazioni locali.
Mentre il nord era allavanguardia, con una
sperimentazione minimale e a macchia di leopardo, per il
solare, ora è il meridione ha tracciare il percorso,
come dimostrano le iniziative pugliesi e sarde di parchi
eolici e fotovoltaici.
Quanto potrebbe essere economicamente conveniente
lutilizzo delle coperture degli edifici industriali
per linstallazione di pannelli. Una pratica che
renderebbe lattività industriale autosufficiente e
diversificata, aprendo alla commercializzazione delle
eccedenze energetiche.
Un verde che è il colore dellambientalismo e del
presidente statunitense Obama con le sue indicazioni nel
campo dei trasporti e con limpegno di sostituire
lobsoleta illuminazione a incandescenza con quella
a basso consumo, oltre alla vezzosa scelta della moglie
Michelle nellutilizzare una piccola area del parco
della residenza presidenziale per la coltura biologica.
Un hobby che ha varcato loceano e ha messo radici
anche a Buckingham Palace. Le ultime esitazioni della
regina sono forse state superate dal disinvolto esempio
della First Lady o forse dalla ventennale attività
ambientalista del principe Carlo, con la sua tenuta di
centinaia di ettari nel Galles, a convertire la madre, ma
è un fatto che i piccoli orti da necessità di
sopravvivenza sono diventati di tendenza.
Non orti di guerra o il recupero di terreni in aree
urbane come nella depressa Detroit o come in altre città
che soffrono della crisi industriale o finanziaria, ma
una moda di unire lutile al dilettevole. Una moda
che coniuga il bello della natura alla quotidianità
della vita.
Giardini e orti sui tetti londinesi potrebbero rendere
più gradevole anche lestetica di alcuni edifici,
come il 30 St Mary Axe di Norman Foster soprannominato
Il Cetriolino, con la sua verticalità
appuntita, ma estremamente goffo nella forma, pur venendo
premiato nel 2004 per il suo design. Ledificio è
interessante non solo per la sua particolare forma a
supposta, ma anche per lattenzione rivolta al
risparmio energetico, rendendolo un ottimo candidato ad
ospitare sulla sua sommità una corona di verde che
attenuerebbe la voracità dellestremità e
amplificherebbe con armonia i cromatismi delle vetrate,
arricchendo di verde le iridescenze blu. Arbusti che
calano dallalto per contrapposi allascensione
delle linee nellavvolgere la grande rotondità.
Una grossa, enorme supposta arborea che può cambiare
lhabitat urbano, mentre i giardini pensili
potrebbero influenzare il modello di vita, utile a
percepire la crisi che sta coinvolgendo il Mondo ricco,
rendendo una chimera il miglioramento di quella della
parte povera.
Un dilagare di flora che raggiunge i Docklands,
lantica area portuale recuperata a zona
residenziale, arboree specie che pendono dal cavalcavia
della linea ferroviaria diretta a Greenwich, passando tra
e sotto gli edifici dalle eclettiche architetture,
scivolano sulle scalinate lambite dallimmobile
acqua dei canali. Tappeti di verde che si distendono su
un quartiere dallarchitettura eclettica, un neo
rinascimentale che si incrocia con un neo barocco per
omaggiare un razionalismo aulico, mentre echeggia il
silenzio delle composizioni di Ralph Vaughan Williams,
quando la zona non è il palcoscenico per il summit dei
capi di stato e non il luogo per celebrare la primaverile
lentezza londinese del Slow Down Festival.
Un luogo dove potrebbe regnare Silvano, con aiole e
alberi, se non fosse imperante il lastricato, e il
francese Patrick Blanc troverebbe entusiasmante
confrontarsi per realizzare i suoi giardini verticali,
una moda o forse una coscienza ambientalista per un nuova
architettura sostenibile, come al Caixa Forum di Madrid,
diffondono in diversi luoghi della Terra. Sembrano
lontani gli anni dei gerani vicino al basilico e alla
salvia, ora giardini e orti si sviluppano in verticale,
coprendo facciate di palazzi o semplicemente adattarsi
allo spazio di un balcone.
Se per molti appaiono impegnativi e poderosi i muri di
verde Patrick Blanc, con pannelli di Pvc e strati di
feltro, un più vasto consenso potrebbe trovare le
realizzazioni larghe 1 metro e alte 2 per realizzare un
orto o un giardino, con terra fertile e fibra di cocco,
confezionate dalla Cascina Bollate, una cooperativa di
giardinieri e detenuti (www.cascinabollate.org). Si può
anche, se si è intraprendenti, seguire i consigli del
libro Verde. Naturalizzare in verticale
(Valeria Tatano, Maggioli Editore), per modificare la
morfologia degli spazi esterni delle nostre abitazioni e
dare un piccolo contributo per ridurre il CO2 e frenare i
cambiamenti climatici, ma anche una protezione climatica
delledificio.
Utilizzare la vegetazione per dare vita a innovative
tipologie di verticalità urbane, muri come elemento
schermante per il controllo micro-climatico degli edifici
rurali e metropolitani, oltre al poter nascondere la
banalità di certe architetture.
Larchitettura ecosostenibile è stata scelta anche
per la Città dell'Altra Economia a Roma (ex Mattatoio),
con lobbiettivo di essere autosufficiente
nellambito energetico, ma è anche
limpostazione nel riconvertire lo stabilimento di
Termini Imerese della Fiat, nella fabbrica
dellimmagini, ad un impatto ambientale zero, nella
solare Sicilia. Una ristrutturazione affidata a
Massimiliano Fuksas per trasformare, su incarico della
Einstein Multimedia, il complesso in Med Studios. Degli
studi televisivi che potranno competere con quelli
spagnoli di Alicante, per produzioni seriali, costruiti
con materiali riciclati ed ecocompatibili, alimentata
dallenergia solare e da generatori a biocarburante
Curcas. Una scelta, quella dellutilizzo
dellenergia rinnovabile, che potrebbe essere di
maggior incisività ecologica se per alimentare
lindustria dello spettacolo fosse solo il sole e
non senza il Curcas coltivato da qualche parte
dellAfrica o dellAsia, anche se per ora
limitata alle zone arride.
Un progetto avviato nel 2007 che, nel convertire da
produzione meccanica in quella dellapparenza,
coinvolgerà il destino lavorativo di molte famiglie.
Contribuire alla riduzione del CO2, migliorando il nostro
personale rapporto con lambiente, è un segno di
progresso, come è il progresso quello che rincorrono
quelli del Bric - acronimo che unisce Brasile, Russia,
India e Cina - tenendo sotto controllo l'eccessivo
ridimensionamento dell'emissioni di anidride carbonica,
con la loro vivacità di economie emergenti. Economie
emergenti che arriveranno a porsi la questione ambientale
solo fra qualche anno, con la fiducia che si possa ancora
arginare lo scioglimento dei ghiacciai, confidando nel
verde della speranza per poter evitare lampliamento
della distesa degli oceani, con la consequenziale
allagamento di ampi tratti di costa e la scomparsa di
isole.
Forse il futuro energetico risiede nel deserto, dopo il
sotto è la volta del sopra, rendendolo appetibile quanto
i terreni fertili dAfrica. Trasformare larido
Sahara in un immenso complesso di luccicanti pannelli per
la produzione energetica da inviare, attraverso
elettrodotti sottomarini, in Europa, è un progetto da
400miliardi di euro, al quale la Cina potrebbe ispirarsi
per utilizzare le sue superfici desertiche, invece di
depredare tibetani e uiguri delle loro risorse, evitando
di creare soffocanti nubi prodotte dal combustibile
fossile.
Gianleonardo
Latini
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