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Oltre l'Occidente
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RIEQUILIBRARE LA VITA
La natura tende a riempire i vuoti che l'umanità predilige realizzare,
prosciugando giacimenti d'idrocarburi e quant'altro, come avviene nei
vasi comunicanti.
È esemplare anche l’operosità dell’onda nel livellare il bagnasciuga
edificato di castelli di sabbia o marcato da orme di bipedi e
quadrupedi, oltre che da uccelli e rettili, nel suo andare e arretrare
per tutto omogeneo. Niente in alto e niente in basso, ma la società è
più simile ai movimenti tettonici sulla crosta terrestre. Spinte che
innalzano vette e creano abissi.
Quale pregevole requisito è stato scoperto per quell’insieme di rocce
per assurgere a montagna e quale pecca ha condannato delle superficie ad
assurgere a baratri.
Tutto è dovuto al caso di trovarsi in quel luogo peculiare, sottoposto
alla periodica disputa tra forze uguali e contrarie, in torsioni e
slittamenti di placche terrestri, coinvolgendo la deriva dei continenti
e i vulcani irrequieti.
Sarebbe incantevole riscontrare che una dilagante epidemia
d’uguaglianza, come onda dopo onda sul bagnasciuga, riesca a colmare i
grandi dislivelli.
Purtroppo la maggioranza dell’umanità è bagnata e quella parte asciutta
è in alto e si guarda bene a bagnarsi i piedi.
Una minoranza asciutta che possiede la gran parte delle ricchezze
mondiali ed è sempre più impegnata ha controllare anche il resto. Un
possesso sfrenato che ha partorito il fenomeno dell’affitto di vasti
territori di alcuni paesi poveri, al fine di produrre il fabbisogno
alimentare di quelli ricchi.
Il governo del Madagascar, ma l’elenco è lungo (dalla Cambogia alla
Birmania, dal Sudan al Mozambico, dal Kazakhstan alle Filippine, dal
Laos all’Indonesia, dalla Tanzania all’Uganda), ha autorizzato la
multinazionale sudcoreana Daewoo ad utilizzare, per 99 anni, un terreno
ampio quanto il Belgio, causando un diffuso malcontento nel paese.
La scelta del presidente Marc Ravalomanana ha dato l’occasione
all’opposizione guidata da Andry Rajoelina di alzare la voce. Uno
scontro politico che per settimane ha paralizzato il Madagascar, nel
quale, dopo tanta pazienza, si è inserito l’esercito tramutandosi ben
presto in golpe, cercando di superare la situazione di stallo.
Simili accordi raramente migliorano la vita di quei popoli, ma possono
tramutarli in vittime di conflitti per il controllo delle ricchezze del
luogo.
I vari minerali, preziosi per l’Occidente per la sua prosperità
high-tech, come il coltan e il niobio, non possono continuare ad essere
saccheggiati tra una corruzione o un massacro.
I primi beneficiari della ricchezza delle singole nazione dovrebbero
essere i suoi abitanti, anche quando non hanno gli strumenti tecnici e
umani per disporne.
Il sottosuolo boliviano, nell’impervia regione del Salar de Uyuni
(Ande), cela, sotto un deserto di sale a 3.650 metri sopra il livello
del mare, il 50% delle riserve di litio conosciute. Un minerale
alcalino, nel quale è riposto il futuro della motorizzazione elettrica,
ma la mancanza tecnologica di estrazione non può essere una
penalizzazione per non stipulare degli equi accordi.
Una scelta, quella del litio, per diminuire le emissioni di CO2 delle
auto, ma pressoché inutile se gli impianti della Mitsubishi, capofila
per lo sfruttamento, produrranno grandi quantità di biossido di zolfo.
Una valida alternativa potrebbero essere le batterie al nichel-sale
denominate Zebra (Zero Emission Battery Research Activity) della
svizzera Mes-Dea, sottoposte a sperimentazione anche sulla nuova Fiat
Panda elettrica.
g.l. |