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The Golden Fly
Un nuovo album di Alessandra Celletti dopo
le interpretazioni di Gurdjieff, Satie, Joplin e Glass.
Nel 2006 Alessandra ha pubblicato "Chi mi darà le ali", album di cui è
autrice, interprete e produttore. A un anno di distanza, esce con Kha
Records "The Golden Fly", sedici composizioni originali per piano,
intense e ispirate, tra le quali figura anche "Talking to Satie", un
omaggio al prediletto maestro francese.
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L’ATLANTE SEGRETO DI
ALESSANDRA CELLETTI
Ascoltando “Golden Fly” di Alessandra
Celletti, attraverso i delicati e ostinati percorsi sonori dei suoi
lunghi assoli al piano, mi si aprono man mano paesaggi intessuti di
piccoli gesti e piccole cose, contemplo lente solitudini, i luoghi e le
strade che in noi vivono e da noi partono per viaggi in cerchio, intorno
al nostro esistere.
E proprio come un tenace filo d’Arianna, che mai si rompe smemorandosi,
seguo a piccoli passi quel trascolorare, e mutar di stagione, certo
lenta meditata stagione, presentimento di cieli e di tempi a venire;
quel divenire nel nulla apparente di piccoli minuti, quella favola
appena annunciata come una soffice ninna—nanna che è già poi tutta la
nostra storia, il nostro lungo e pur brevissimo cammino.
Timidi cenni melodici nel segreto gocciolare di una antichissima, remota
sorgente, stillicidio sonoro che inventa trasparenti stalattiti.
E così noi, dal nulla e con poco, senza urli e invettive, nella penombra
incantata di veli lunari, dove tutto appare e tutto ti inganna, dove
tutto cangiante rifiuta nitidi specchi, così noi costruiamo i nostri
sogni e in essi amiamo vivere.
Matrice romantica certamente, della musicista romana, d’un romanticismo
decantato, filtrato attraverso gli alambicchi di Ravel e delle sue
sorprendenti, crudeli favole, lungo gli amati labirinti e gli inesausti
crepuscoli di Erik Satie. Che altro? Parlare anche di Debussy e delle
sue “Images”? Citare financo le variazioni, il “giro” infinito, la
spirale un po’ jazz di Keith Jarrett? Perché no? Abbiamo padri e
antenati che ci han preso per mano e condotti nel giardino nascosto dei
nostri quotidiani deliri. Laggiù Alessandra Celletti ha trovato la sua
strada, la sua geografia, il suo Atlante di sogni e di luci.
Luigi M. Bruno
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Alessandra Celletti
Alessandra Celletti è nata a Roma e si è
diplomata al Conservatiorio Santa Cecilia. Successivamente ha seguito un
corso di perfezionamento con Vera Gobbi Belcredi, specializzandosi in
particolare nel repertorio musicale francese del XX secolo.
Il suo esordio discografico risale al 1994, con un album autoprodotto ("Les
sons et les parfums"), con opere di Ravel, Satie e Debussy. Nel 1997,
grazie al suo secondo lavoro discografico "Viaggio a Praga" dedicato ai
compositori boemi del XIX e XX secolo, ha ottenuto una borsa di studio
dalla Repubblica Ceca.
Di ritorno in Italia, inizia nel 1998 la sua collaborazione con KHA
Records registrando quattro album dedicati alle musiche di Georges
Gurdjieff e Thomas De Hartmann ("Hidden Sources", 1998), Erik Satie ("Esoterik
Satie", 2000), Scott Joplin ("Black Baby", 2002) e Philip Glass ("Metamorphosis",
2004).
"Esotérik Satie" ha incontrato un successo importante in Francia, e
l'interpretazione della Gnossienne n.1 è stata scelta da Guy Ritchie per
la colonna sonora del film "Revolver" (2006).
Come interprete, Alessandra Celletti predilige un repertorio che spazia
dalla musica classica a quella contemporanea, con un'attenzione
particolare alla produzione musicale del XX secolo e del movimento
minimalista. Come compositrice, la sua opera può essere definita una
sorta di minimalismo romantico, basata sull’equilibrio dinamico tra le
note sostenute da una sottile trama melodica.
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