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Roma Museo Storico della Motorizzazione Militare Viale dell’Esercito 170 Orario: sabato dalle 9.00 alle 12.00 da lunedì a venerdì per appuntamento Tel. e Fax 06/5011885
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RUOTE E MOTORI Gli eserciti esistono dalla più remota antichità e i soldati hanno sempre marciato a piedi tranne coloro che militavano in cavalleria e pochi privilegiati che potevano spostarsi su carri o animali da soma. Per millenni è stato utilizzato il “cavallo di San Francesco” finché a fine ‘800 fu inventato il motore a scoppio e gli eserciti iniziarono un loro percorso di motorizzazione. Per quanto riguarda il Regio Esercito la prima vettura, acquistata nel 1903, fu una FIAT in uso al Capo di Stato Maggiore e nel 1907 ci fu il primo impiego organico di automezzi nel corso di grandi manovre. L’ inizio dell’uso operativo degli stessi si ebbe nella guerra Italo - Turca del 1911 giungendo ad una crescita inarrestabile durante la I Guerra Mondiale alla fine della quale gli automezzi in dotazione all’esercito erano quasi quarantamila. L’uso degli autocarri fu essenziale nella Battaglia degli Altipiani ed in quella di Vittorio Veneto allorché interi reparti furono spostati con una celerità sino ad allora ignota. Emblema della Grande Guerra è il FIAT 18BL, lento e robusto, immortalato in tante foto e filmati d’epoca. Tra le due guerre il Regio Esercito pur aumentando, migliorando e diversificando la sua motorizzazione non fu all’altezza degli eserciti di altre nazioni e ciò fu duramente pagato nella II Guerra Mondiale nella quale sui vari fronti le truppe italiane mostrarono una mobilità ridotta. Dopo il secondo conflitto e con l’adesione alla NATO l’Esercito ha raggiunto livelli di buona efficienza operativa nel settore della meccanizzazione dei reparti. Sin dal 1914 il personale addetto ai trasporti, agli automezzi e alla loro manutenzione è stato inquadrato nel Sevizio Automobilistico che ha più volte alternato il nome in Corpo o Servizio fino a pochi anni fa quando è stata costituita l’Arma Trasporti e Materiali, TRAMAT. Pur non potendo vantare le glorie belliche di reparti più blasonati gli autieri hanno sempre prestato, in guerra e in pace, la loro opera con grande dedizione subendo forti perdite; pur non essendo generalmente impegnati in combattimento hanno subito bombardamenti su autocentri e officine, spezzonamenti e mitragliamenti su strade e piste e, soprattutto nei Balcani, micidiali imboscate dei partigiani locali. Per ricordare la storia dell’allora Corpo sin dal 1955 è stato costituito il Museo Storico della Motorizzazione Militare ora sistemato, alla Cecchignola, nella Caserma Arpaia in un’area di 50.000 mq. utilizzando sei grandi capannoni di cui attualmente tre chiusi per lavori. Sono esposti oltre trecento autocarri ed automobili, più di cinquanta carri armati ed altrettante motociclette; si presentano mezzi che hanno fatto la storia dell’Esercito, dai primi autocarri FIAT tra cui spicca il già citato 18BL alle trattici per artiglieria Breda e Pavesi degli anni ’30, dallo SPA “Dovunque” al mitico possente Lancia 3 RO che ha operato su tutti i fronti della II Guerra Mondiale ed è rimasto in uso sino alla fine degli anni ’60: tra le moto il posto d’onore è tenuto dalla GUZZI Alce con montato il fucile mitragliatore Breda 30 icona dei reparti di Bersaglieri motociclisti, specie in Africa Settentrionale. Negli ampi viali, sotto tettoie, sono parcheggiati molti carri armati dagli antichi L3 e M13 a più recenti mezzi in uso all’U.S. Army nell’ultima guerra. Come in quasi tutti i musei militari è carente l’aggiornamento e quasi tutti i reperti sono datati a circa mezzo secolo fa. Tra le autovetture si notano due grosse auto a parecchi posti, una utilizzata da Vittorio Emanuele III nella Grande Guerra l’altra, successivamente, da Mussolini. Tra gli automezzi bacheche con armi, uniformi, decorazioni, documenti e tante foto tra le quali quelle di un Autiere illustre, l’ex Presidente Ciampi nel 1942 sottotenente di complemento del Corpo Automobilistico in Albania. Un padiglione espone una ricca raccolta di carrozze di gala e d’uso comune appartenenti alla collezione del Palazzo del Quirinale e molte auto d’epoca dalle mitiche Balilla, Topolino ed Artena ad alcune più recenti in dotazione a Pertini, Scalfaro e Spadolini. Data l’inusuale ricchezza di spazi sono in mostra anche raccolte non direttamente attinenti alla Motorizzazione tra cui una riguardante l’esercito tedesco della Grande Guerra; vi sono anche una biblioteca specializzata, una sala per manifestazioni ed il Sacrario dedicato ai Caduti in guerra e per servizio. La visita è una interessante passeggiata in un secolo di storia della Motorizzazione dell’Esercito Italiano. Roberto Filippi |