Musei "Minori"
MUSEO
PER VIA
Tesino delle Stampe e dellAmbulantato
Pieve Tesino (Trento)
via Alcide De Gasperi, 6/A
Informazioni:
tel. 0461/314247 - 594726
http://www.museopervia.it/
Catalogo
Giovanni Fietta 1880 circa
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Unoriginale Museo: il Museo
Per Via In un
piccolo paese con poco più di settecento anime e
distante da Trento poco più di cinquanta chilometri,
esiste un luogo che raccoglie la storia di merci offerte.
Merci che vanno dagli occhiali ai cannocchiali, dalle
lenti agli articoli di merceria o di chincaglieria. E poi
ancora oggetti di devozione e pelletteria, forbici,
coltelli, sementi, pipe, saponi, rasoi, lapis, spille,
anelli, pettini e tante altre cose. In questo luogo è
stato creato un Museo dal nome sintomatico. Sto parlando
del Museo per via, nel Comune di Pieve
Tesino, ovvero il Museo Tesino delle stampe e
dellambulantato. Questa storia elegantemente
raccontata nel museo segnò la vita dei Tesini fin dal
XVII secolo quando iniziarono a viaggiare lungo le strade
dEuropa.
I Tesini iniziarono a smerciare pietre focaie e stampe
popolari edite da Remondini di Bassano del Grappa fin dal
1650. Ma in cosa consiste il Museo e la sua storia con
tutto quello che raccoglie, ve lo voglio raccontare
iniziando a parlarvi dei perteganti. Vale a
dire i venditori ambulanti che andarono in giro con la
loro casséla, una speciale cassetta di legno
portata a spalla con la mercanzia.
I perteganti, chiamati così perché usarono come mezzo
di locomozione le proprie gambe o pèrteghe, camminarono
tanto per via fino a spingersi oltralpe. Varie sono le
definizioni di ambulante, dal latino mercator itinerans
al moderno girovago fino a cromero. Questi venditori
ambulanti varcheranno gli oceani, imbarcandosi sui
velieri, fino alle Americhe e allAsia. Da ambulanti
stagionali allungheranno il periodo del girovagare fino a
stabilirsi in altri paesi. Partivano in autunno per
tornare in primavera. Imparano a spostarsi a cavallo dal
Canada alla Terra del Fuoco. Risalgono le pendici
dellHimalaya, arrivano in Australia e Sudafrica,
Algeria e in Egitto.
Il museo, inaugurato nellaprile del 2014, racconta
tutto questo attraverso i ferri del mestiere
come la già citata casséla, immagini che si compongono
di documenti, di stampe di silhouette dei singoli
ambulanti e delle loro famiglie. Il tutto impreziosito da
suoni e voci che riportano frasi tratte da interviste,
come quella raccolta da Riccarda Turrina a Elda Fietta.
La Fietta racconta del nonno che iniziò a girare come
ambulante verso il 1880 in varie parti dEuropa. Si
fermò a Metz percorrendo la Lorena e lAlsazia con
un carro tirato da un cavallo e attrezzato a laboratorio.
Non vendeva, infatti, solo stampe ma anche specchi che
incorniciava lui stesso sul posto.
Le attività di ambulantato dei Tesini li portarono ad
aprire, anche, molti negozi intorno alla fine del
Settecento. Si vendevano stampe inglesi e francesi e per
una clientela più esigente, queste stampe venivano
prodotte da loro stessi.
Il commercio ambulante avvenne nelle campagne, fiere e
mercati, nei borghi, botteghe e negozi di lusso nella
città. Nel girare di paese in paese, di città in
città, i venditori Tesini si scambiano informazioni
sulle ultime novità, offrendo così la merce desiderata
dai clienti. Aperti a nuovi esperimenti, gli ambulanti
Tesini inseriranno nella casséla anche fiammiferi,
mercerie e chincaglieria di ogni tipo, lenti e altri
articoli di ottica, figure in gesso, conchiglie esotiche,
penne, alabastri. Alcuni venderanno solo stoffe e
biancheria, altri semi, pelletterie e oggetti di
devozione, medaglie della prima comunione, rosari. Nei
ricchi negozi di stampe si vendono anche dipinti, vasi,
sculture. Citati da diversi scrittori come Fëdor
Dostoevskij e Théophile Gauthier riferendosi al negozio
Daziaro di San Pietroburgo. Interessante è la sua
storia, Giuseppe Daziaro nasce a Castello tesino nel
1790. Parte come ambulante per la Polonia e poi arriva in
Russia. Apre a Mosca un proprio negozio e nel 1838,
insieme al fratello Giacomo, apre un negozio a San
Pietroburgo. Ne aprirà altri a Parigi e a Varsavia
creando delle vere e proprie gallerie darte,
frequentate dalla migliore società. Diverrà il
fornitore ufficiale dello zar.
Il motivo per cui molti venditori iniziarono ad
arricchire la propria merce, è anche dovuto al declino
della vendita delle stampe con lo scoppio della prima
guerra mondiale. Attrezzeranno la bicicletta con la mola
dellarrotino e gireranno lItalia.
La merce sempre più numerosa, porterà i Tesini a
munirsi di furgoni e camioncini. Tutto questo commercio
era regolamentato dalla presenza di
passaporti, documenti utili agli ambulanti
per poter vendere la merce. Qualora non avessero queste
licenze, gli ambulanti nascondevano nella
casséla la merce come nel caso di lenti e occhiali. E
questa nuova merce insieme a cannocchiali, barometri,
termometri sarà destinata a durare di più delle stampe.
Le casséle avevano varie dimensioni a seconda
delluso e della merce che contenevano. Esisteva la
casséla delle stampe protette da una tela e legate con
un laccio, quelle per merceria erano composte da diversi
cassetti con varie tipologie di apertura: a estrazione e
a fisarmonica. Quasi sempre cera un cassetto
segreto per merci proibite, come coltelli e
occhiali. Poi cera la casséla per sementi per ogni
tipo di semi da vendere sfusi.
Questo e tanto altro si può vedere nel particolare
quanto unico museo.
Felice visione a voi tutti.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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