Roma
Musei Capitolini
Palazzo
piazza del Campidoglio
Ingresso:
euro 4,20 (intero)
euro 2,50 (ridotto per gruppi oltre 15 persone)
euro 1,50 (ridotto per scolaresche accompagnate)
Orario:
Informazioni:
Tel. 06/39967800
www.museicapitolini.org
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UN GIARDINO PER MARCO
AURELIO
Dal 23 dicembre Marco Aurelio ha cambiato casa sperando che sia la
definitiva. La celebre statua equestre ha avuto una vita lunghissima,
oltre diciotto secoli, e piena di eventi; per noi è un capolavoro, per
gli antichi romani qualcosa di abbastanza comune dato che non è mai
citata dalle fonti e forse solo elencata numericamente fra le numerose
statue riportate nei Cataloghi Regionari del IV secolo d.C.. L’opera è
un magnifico colossale bronzo della seconda metà del II secolo e
rappresenta l’imperatore filosofo; storici e critici d’arte si sono
sbizzarriti nel discutere perché la statua sia stata costruita e
nell’interpretare il gesto del cavaliere che è volto verso la sua destra
come per rivolgersi ad un compagno da molti identificato nel figlio e
successore Commodo la cui statua fu sicuramente distrutta per “damnatio
memoriae”. Il luogo dove originariamente il gruppo fu eretto sarebbe
stato per alcuni un giardino, ora sotto l’Ospedale di San Giovanni,
situato entro le case della famiglia di Marco; si è trovato un grande
basamento che però per altri studiosi è solo la base di una fontana.
Secondo altri sarebbe stato collocato nel Campo Marzio da cui fu
spostato in epoca imprecisata al Laterano dove appare citato per la
prima volta dal Liber Pontificalis nella seconda metà del X secolo come
luogo di esecuzione di un alto funzionario ribelle al potere pontificio.
All’epoca era noto come “Caballus Costantini” e nella statua si voleva
riconoscere l’imperatore che tanto favorì il Cristianesimo. Questa fu
sicuramente la ragione per cui il manufatto si salvò mentre gran parte
del popolo di statue bronzee finiva in fonderia. Si hanno notizie per
tutto il medioevo di saltuari restauri e cominciarono ad apparire
disegni, incisioni, dipinti che riprendevano la grande statua equestre
che rimase per secoli nella piazza del Laterano vicino ai palazzi
pontifici che costituivano l’antico Patriarchio demolito a fine
cinquecento. Nel 1558 Papa Paolo III forzò Michelangelo a organizzare lo
spostamento del Marco Aurelio, finalmente riconosciuto come tale, sul
Campidoglio, pochi anni dopo fu realizzato un nuovo basamento marmoreo,
tuttora esistente. A Michelangelo è attribuito il disegno per la
pavimentazione della piazza che però fu realizzata solo nei tardi anni
trenta del novecento. Ma il prode Marco che aveva resistito per diciotto
secoli cominciò ad accusare il peso degli anni e degli assalti dello
smog e delle piogge acide che corrodevano il bronzo e una ventina di
anni fa la statua fu sottoposta ad un accurato maquillage presso
l’Istituto Centrale del Restauro; non tornò più al suo posto per motivi
di conservazione e sul vecchio basamento fu posta una copia tecnicamente
perfetta ma di uno strano freddo colore marrone chiaro ben diverso dal
vecchio caldo verderame con striature dorate dell’originale. Questo fu
rinchiuso quasi a fatica in un porticato nel Palazzo Nuovo offrendo di
se una vista solo di fianco, molto infelice e solo ora si è reperito,
nell’ambito dei Palazzi Capitolini, un luogo idoneo che permette una
visione migliore anche se nulla potrà restituire la magia del grande
imperatore a cavallo incombente sulla piazza. La nuova sede è il
risultato di un ristrutturazione di un settore dei Musei Capitolini ad
opera dell’architetto Aymonino, i lavori sono consistiti nella creazione
di una vasta aula vetrata costruita al posto di un’area scoperta nota
come “Giardino Romano”, in essa oltre il M.Aurelio trovano posto i
frammenti bronzei superstiti di una colossale statua rappresentante
Costantino; sono anche in vista i resti del grande basamento in tufo,
risalenti al VI secolo a.C., che sorreggeva il Tempio di Giove
Capitolino e la collezione di vasi etruschi e greci di Augusto
Castellani esposta negli originari armadi ottocenteschi restaurati. Ha
anche una nuova sistemazione, rispondente all’antico progetto del
Lanciani, la raccolta di sculture provenienti da ricche residenze
dell’Esquilino e ritrovate in occasione dei lavori di urbanizzazione di
Roma capitale; nel Braccio Nuovo sono esposti i risultati degli scavi
effettuati nel corso dei lavori con una panoramica della frequentazione
del Colle Capitolino dal XVI secolo a.C. alla tarda antichità.
Finalmente Marco Aurelio, sia pure al coperto, potrà continuare la sua
cavalcata con il braccio sollevato in un saluto ai visitatori e i grandi
occhi immoti, fissi nella contemplazione della sua Roma.
Roberto Filippi
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