CELEBRAZIONI PER LUCREZIA BORGIA
Da febbraio 2002 a febbraio 2003
Varie sedi
Informazioni:
Tel. 0532/418300
www.comune.fe.it
e-mail:
cultura@comune.fe.it
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SI FESTEGGIA
ANCHE LUCREZIA
Il nome di Lucrezia Borgia ha ancora, dopo secoli, un
suono sinistro. Evoca pugnali e veleni, amori tempestosi,
battaglie, assedi, congiure, intrighi, violenza e morte.
Tutta la saga dei Borgia è percorsa da una scia di
sangue; comincia alla metà del '400 con papa Callisto
III che nomina cardinale il giovane nipote Rodrigo che
così iniziò una lunga carriera che lo condusse,
quaranta anni dopo, al pontificato con il nome di
Alessandro VI. Uomo passionale, sinceramente religioso ma
estremamente lussurioso, ebbe donne e figli e da Vannozza
Cattanei ne generò quattro, fra cui la nostra Lucrezia.
Quest'ultima ricevette un'educazione raffinata, quale
"nipote" del papa, e da questi , appena
adolescente, fu coinvolta in intrighi politici in quanto
il papa, nella turbolenta Italia di fine XV secolo,
tentava di costituire uno stato per il suo figlio
prediletto, Cesare detto il Valentino, prototipo del
principe avventuriero dell'epoca: crudele, ambizioso,
violento ma anche colto e intelligente. Lucrezia, a soli
tredici anni, fu sposata a Giovanni Sforza, signore di
Pesaro, ma poco dopo il matrimonio, divenuto inutile per
la politica del papa, fu da questi sciolto per presunta
impotenza dello sposo. A sedici anni sposò Alfonso
d'Aragona ma ben presto anche questo marito non rientrò
nei disegni borgeschi; fu gravemente ferito da sicari e
poi strangolato da uomini del Valentino. Questi
matrimoni, le voci calunniose che parlavano di rapporti
incestuosi con padre e fratello, gli accenni ad una vita
lussuriosa, ad omicidi a mezzo veleno, infamarono
Lucrezia, molto probabilmente del tutto incolpevole,
vittima delle azioni e della fama dei congiunti.
Finalmente la svolta: nel 1501 fu maritata ad Alfonso
d'Este, principe ereditario di Ferrara, nel 1503 il papa
morì , , lo stato borgiano si dissolse e Lucrezia ,
libera dalla nefasta influenza familiare, poté mostrarsi
nel suo vero essere. Fu moglie fedele e madre esemplare,
religiosa e caritatevole, animatrice dell'ambiente
culturale gravitante intorno alla corte estense,
frequentò l'Ariosto, lo Strozzi, il Bembo che le dedicò
gli "Asolani". Morì di parto nel 1519
lasciando tre figli. Ferrara, che la ebbe duchessa, ha
deciso di dedicarle l'anno 2002, che è il
cinquecentesimo anniversario del suo arrivo nella città
estense. Da febbraio all'inizio del prossimo anno si
susseguiranno una serie di manifestazioni con serate in
costume ed un'edizione speciale del Palio; giornate di
studio e convegni sulle figure di Lucrezia e del marito,
la messa in scena, con Luca Ronconi e la Melato, di un
testo del 1622, "l'Amor allo specchio"
dell'Andreini. Da ottobre a dicembre ci sarà una mostra
su Lucrezia ed il suo tempo a Palazzo Bonacossi e poi
concerti, festival, laboratori teatrali, itinerari
turistici. Un anno intero di eventi culturali dei più
disparati che ricorderanno una donna famosa ed infamata,
giudicata più per il suo casato che per la sua vera
natura; una serie di manifestazioni che evidenzieranno il
nome di Lucrezia mettendo in ombra il suo sinistro
cognome.
Roberto
Filippi
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