ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 4
gennaio - aprile 2002

Beni Culturali - Mostre
beni culturali bordline contemporanea





JACOPO BAROZZI DA VIGNOLA
(1507 - 1573)
Dal 30 marzo al 7 luglio 2002


(Modena) Vignola
Rocca Boncompagni Ludovisi e

Palazzo Boncompagni






Informazioni:
Tel. 0523/328270 - 0536/810977

Orari:










UN ANNO DI VIGNOLA

Il nome Jacopo Barozzi è poco noto, salvo che per gli addetti ai lavori, ma con il soprannome di Vignola è molto più conosciuto. Nato nell'omonima cittadina emiliana, in provincia di Modena, nel 1507, il nostro Jacopo fu uno dei più grandi architetti e teorici d'architettura del Rinascimento; iniziò il suo apprendistato con il Serlio e il Peruzzi e tra il 1530 e il 1540 fu a Roma dove studiò gli antichi monumenti e cominciò a lavorare nei Palazzi Vaticani. Dopo un breve soggiorno in Francia fu impegnato a Bologna in San Petronio e in Palazzo Boncompagni; nel 1549 si trasferì stabilmente a Roma svolgendo un'intensa attività di progettista affermandosi come uno dei più celebri architetti dell'epoca. Dopo il 1550 realizzò la piccola chiesa, a pianta quadrata, di S. Andrea sulla via Flaminia, con evidenti riferimenti al classicismo del Pantheon, poi il grande Casino della Villa di Papa Giulio III, ora sede del Museo Etrusco, ed effettuò anche modesti interventi a Palazzo Firenze e a quello della Cancelleria. Nel 1559 iniziò a Caprarola il bellissimo Palazzo Farnese, splendido esempio di architettura e pittura tardo rinascimentale. Pubblicò nel 1562 la "Regola delli cinque ordini di architettura", forse il più noto trattato sull'argomento. Nel 1565 fu incaricato della direzione dei lavori della Fabbrica di S. Pietro e passò poi a sistemare i grandiosi Orti Farnesiani sul Palatino, purtroppo distrutti nell'800. Nel 1566 costruì la facciata della chiesa di S. Maria dell'Orto in Trastevere e successivamente progettò la Chiesa del Gesù, sempre a Roma, prototipo dell'edificio di culto della Controriforma. Morì a Roma nel 1573 e fu sepolto al Pantheon, accanto a Raffaello; di lui uscì postumo, nel 1583, il trattato "Le due regole della prospettiva pratica", opera fondamentale per gli sviluppi successivi dell'architettura. Il suo percorso artistico è stato ampio e articolato; partito da una posizione eclettica ispirata dal Serlio e dal Peruzzi, con la maturità acquistò un suo stile personale con architetture solenni ed eleganti, legate a quello che si pensava fosse il classicismo dell'antica Roma. Fu contemporaneo di Michelangelo e del Palladio ma non raggiunse le vette della loro celebrità, fu considerato un teorico, forse un po' pedante, attento al mestiere e all'attività di cantiere, fu il codificatore degli ordini architettonici, tuscanico, dorico, corinzio, il normalizzatore dell'ispirazione, il sistematore dello spirito inventivo, ma fu anche un innovatore e il maestro degli stili architettonici che seguirono. La cittadina di Vignola, celebre per le sue stupende ciliegie, si è fatta promotrice della dedica dell'anno 2002 al concittadino Barozzi organizzando una mostra affiancata da altre manifestazioni che illustrano vita e attività del celebre architetto che gettò le basi della "bella maniera di architettare". La mostra dal titolo " Jacopo Barozzi da Vignola. La vita e le opere" sarà ospitata, nella cittadina emiliana, nel Palazzo Boncompagni aperto al pubblico per la prima volta per l'interessamento della locale Cassa di Risparmio, dal 30 marzo al 7 luglio. Nei giorni 18,19 e 20 aprile si terrà un grande convegno nella Cappella di Palazzo Farnese a Piacenza con l'intervento di notissimi architetti, storici e critici d'arte. Saranno presentati due volumi: "il Vignola" e " le Fabbriche di Jacopo Barozzi, i restauri, le destinazioni d'uso" per coprire un vuoto di decenni nella produzione scientifica. Nei luoghi dove lavorò, in Emilia, Umbria e Lazio, sono previsti itinerari di visita alle sue realizzazioni. A Bologna il Palazzo Bocchi e il Portico dei Banchi, a Piacenza Palazzo Farnese, a Viterbo Porta Faulle, a Norcia la villa fortezza della Castelluccia, la villa Farnese a Caprarola, la Parrocchiale di Sant'Oreste al Soratte, la Chiesa di Sant'Antonio Abate a Rieti e infine a Roma la Villa Giulia, Sant'Andrea sulla Flaminia, Sant'Anna dei Palafrenieri, Santa Maria dell'Orto, la Chiesa del Gesù.

Roberto Filippi