JACOPO BAROZZI DA
VIGNOLA
(1507 - 1573)
Dal 30 marzo al 7 luglio 2002
(Modena) Vignola
Rocca Boncompagni Ludovisi e
Palazzo Boncompagni
Informazioni:
Tel. 0523/328270 - 0536/810977
Orari:
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UN ANNO DI
VIGNOLA
Il nome Jacopo Barozzi è poco noto, salvo che per gli
addetti ai lavori, ma con il soprannome di Vignola è
molto più conosciuto. Nato nell'omonima cittadina
emiliana, in provincia di Modena, nel 1507, il nostro
Jacopo fu uno dei più grandi architetti e teorici
d'architettura del Rinascimento; iniziò il suo
apprendistato con il Serlio e il Peruzzi e tra il 1530 e
il 1540 fu a Roma dove studiò gli antichi monumenti e
cominciò a lavorare nei Palazzi Vaticani. Dopo un breve
soggiorno in Francia fu impegnato a Bologna in San
Petronio e in Palazzo Boncompagni; nel 1549 si trasferì
stabilmente a Roma svolgendo un'intensa attività di
progettista affermandosi come uno dei più celebri
architetti dell'epoca. Dopo il 1550 realizzò la piccola
chiesa, a pianta quadrata, di S. Andrea sulla via
Flaminia, con evidenti riferimenti al classicismo del
Pantheon, poi il grande Casino della Villa di Papa Giulio
III, ora sede del Museo Etrusco, ed effettuò anche
modesti interventi a Palazzo Firenze e a quello della
Cancelleria. Nel 1559 iniziò a Caprarola il bellissimo
Palazzo Farnese, splendido esempio di architettura e
pittura tardo rinascimentale. Pubblicò nel 1562 la
"Regola delli cinque ordini di architettura",
forse il più noto trattato sull'argomento. Nel 1565 fu
incaricato della direzione dei lavori della Fabbrica di
S. Pietro e passò poi a sistemare i grandiosi Orti
Farnesiani sul Palatino, purtroppo distrutti nell'800.
Nel 1566 costruì la facciata della chiesa di S. Maria
dell'Orto in Trastevere e successivamente progettò la
Chiesa del Gesù, sempre a Roma, prototipo dell'edificio
di culto della Controriforma. Morì a Roma nel 1573 e fu
sepolto al Pantheon, accanto a Raffaello; di lui uscì
postumo, nel 1583, il trattato "Le due regole della
prospettiva pratica", opera fondamentale per gli
sviluppi successivi dell'architettura. Il suo percorso
artistico è stato ampio e articolato; partito da una
posizione eclettica ispirata dal Serlio e dal Peruzzi,
con la maturità acquistò un suo stile personale con
architetture solenni ed eleganti, legate a quello che si
pensava fosse il classicismo dell'antica Roma. Fu
contemporaneo di Michelangelo e del Palladio ma non
raggiunse le vette della loro celebrità, fu considerato
un teorico, forse un po' pedante, attento al mestiere e
all'attività di cantiere, fu il codificatore degli
ordini architettonici, tuscanico, dorico, corinzio, il
normalizzatore dell'ispirazione, il sistematore dello
spirito inventivo, ma fu anche un innovatore e il maestro
degli stili architettonici che seguirono. La cittadina di
Vignola, celebre per le sue stupende ciliegie, si è
fatta promotrice della dedica dell'anno 2002 al
concittadino Barozzi organizzando una mostra affiancata
da altre manifestazioni che illustrano vita e attività
del celebre architetto che gettò le basi della
"bella maniera di architettare". La mostra dal
titolo " Jacopo Barozzi da Vignola. La vita e le
opere" sarà ospitata, nella cittadina emiliana, nel
Palazzo Boncompagni aperto al pubblico per la prima volta
per l'interessamento della locale Cassa di Risparmio, dal
30 marzo al 7 luglio. Nei giorni 18,19 e 20 aprile si
terrà un grande convegno nella Cappella di Palazzo
Farnese a Piacenza con l'intervento di notissimi
architetti, storici e critici d'arte. Saranno presentati
due volumi: "il Vignola" e " le Fabbriche
di Jacopo Barozzi, i restauri, le destinazioni
d'uso" per coprire un vuoto di decenni nella
produzione scientifica. Nei luoghi dove lavorò, in
Emilia, Umbria e Lazio, sono previsti itinerari di visita
alle sue realizzazioni. A Bologna il Palazzo Bocchi e il
Portico dei Banchi, a Piacenza Palazzo Farnese, a Viterbo
Porta Faulle, a Norcia la villa fortezza della
Castelluccia, la villa Farnese a Caprarola, la
Parrocchiale di Sant'Oreste al Soratte, la Chiesa di
Sant'Antonio Abate a Rieti e infine a Roma la Villa
Giulia, Sant'Andrea sulla Flaminia, Sant'Anna dei
Palafrenieri, Santa Maria dell'Orto, la Chiesa del Gesù.
Roberto Filippi
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