ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 4
gennaio - aprile 2002

Beni Culturali - Mostre
beni culturali bordline contemporanea





ARCHEOLOGIA VIOLATA
Dal 21 dicembre 2001 al 30 marzo 2002


Roma
Museo Nazionale di Castel S. Angelo
Castel S. Angelo
Lungotevere Castello 50,


Orari:
da martedì a domenica
9,00 - 19,00

Ingresso:
al costo di 6.50 euro (lire dodicimila)
valido per la visita del monumento, delle collezioni permanenti e di tutte le esposizioni temporanee


Informazioni:
Tel. 06/6723763



Catalogo:
De Luca




QUANTE OPERE RECUPERATE

Il titolo della mostra è "Archeologia violata" ma in stile Wertmuller andrebbe sottotitolata "ma salvata dall'intervento dei prodi Carabinieri". Nei suggestivi ambienti di Castel S. Angelo è stata allestita una mostra che espone molte decine di reperti archeologici scelti tra i migliori e più significativi tra le decine di migliaia sequestrati dall'Arma nel corso del 2001. Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, diretto dal Generale Conforti, si è, come al solito, grandemente attivato per recuperare quei beni che sono stati sottratti alla pubblica fruizione. I recuperi riguardano beni culturali di ogni tipo ed epoca, dai preistorici ai contemporanei, ma in questa mostra sono esposti reperti archeologici per lo più di epoca arcaica e di provenienza apula, magno greca, etrusca, con qualche oggetto d'età romana. Il problema del saccheggio del nostro patrimonio culturale è gravissimo e antico; per limitarci all'archeologia sono ormai due secoli che scavatori più o meno clandestini devastano il territorio a cominciare da Luciano Bonaparte a Canino a Lord Hamilton in Campania; in effetti il mercato del bell'oggetto antico tira moltissimo e la richiesta di reperti archeologici è sempre in aumento da parte di ricchi collezionisti privati e musei stranieri senza scrupoli. La domanda, accompagnata da buoni corrispettivi, stimola il mercato dei falsi e spinge i "tombaroli" a ricerche sempre più intensive. Il loro effetto è devastante soprattutto per la storia e la conoscenza della vita e dell'arte antica; gli scavatori mirano alla ricerca del bel reperto di prestigio e d'effetto, per raggiungerlo sventrano i vari strati archeologici, alterano le stratigrafie, distruggono reperti che giudicano di scarso valore; gli scavi clandestini rendono difficili le successive ricerche regolari, compromettono gli studi futuri su tombe e siti abitati. Tutta l'Italia è interessata dall'attività criminale dei cercatori clandestini che, lungi dall'essere come una certa retorica li vuole, poveri diavoli che tentano di sopravvivere, sono invece il terminale di associazioni malavitose che scavano, valutano, se necessario restaurano, tengono utili contatti ed infine vendono a caro prezzo riuscendo perfino a far espatriare i reperti, clandestinamente o con documentazione contraffatta. Le regioni più interessate sono la Puglia e il Basso Lazio dove è molto frequente la presenza di tombe con ricchissimi corredi di vasi dipinti e talvolta di oggetti di bronzo; sono le zone abitate dagli Etruschi e dai Dauni, Apuli e Peucezi, popolazioni fuori della sfera di influenza politica delle colonie elleniche della Magna Grecia e della Sicilia ma che apprezzavano grandemente la cultura greca e le sue manifestazioni artistiche. Per secoli il commercio importò in Etruria e in Apulia decine di migliaia di vasi attici e corinzi destinati, per qualità e delicatezza, a far parte del corredo funebre degli esponenti delle classi più agiate; per i meno abbienti officine locali riuscirono a produrre ottime imitazioni. Quanto detto da l'idea della ricchezza, sia trovata sia ancora da trovare, ma l'interesse scientifico non è tanto di scoprire il bel vaso, i musei ne sono pieni, quanto ricostruire il contesto sociale e artistico e meglio conoscere storia e vita dei popoli del passato. In mostra sono esposti numerosi bellissimi reperti dai nomi strani e fascinosi: klyix, skiphos, lekitos, olla, oinochoe, cratere, unitamente a lucerne, statuine di terracotta votive, fibule in bronzo, armille, strumenti chirurgici; completano la raccolta un paio di sarcofagi romani di età imperiale, frammenti di statue ed una interessante iscrizione funeraria di L. Neratius liberto probabilmente di L. Neratius Priscus citato dalle fonti come amico di Traiano. La visione di tanti begli oggetti recuperati non nasconde però l'amarezza di saperli decontestualizzati e praticamente muti, non si sa dove furono trovati, cosa era loro vicino, che vicende hanno avuto. Questo è il risultato dell'opera dei "tombaroli". Comunque i Carabinieri e i loro colleghi di Polizia e Finanza continuano a vigilare e ad agire per ridurre al minimo il saccheggio dei beni culturali. La mostra, al di là dell'esposizione di splendidi oggetti, è un modo per ringraziare ed un invito ad un sempre più proficuo lavoro. Il ricavato della mostra sarà devoluto alle famiglie dei Vigili del Fuoco deceduti a New York l'11 settembre scorso.

Roberto Filippo