ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 3
settembre - dicembre 2001
Beni Culturali - Mostre
beni culturali bordline contemporanea



GINO SEVERINI. LA DANZA, 1909-1916
Dal 26 maggio al 31 ottobre 2001


Venezia
Fondazione Peggy Guggenhein
Palazzo Venier dei Leoni
Dorsoduro 701

Orario:
10.00 - 18.00
sabato fino alle 22
martedì chiuso

Ingresso:
Lire 12.000; Lire 8.000 (ridotti);
bambini sotto i 10 anni e soci gratuiti

Tel. 041/2405411 - 041/2405404 fax 041/5206885
www.guggenheim-venice.it


Catalogo: Skira

SEVERINI "DANZA" A VENEZIA

Al visitatore che dal 26 maggio si addentrerà nelle sale del Museo Peggy Guggenhein di Venezia si farà incontro un volo di esili e variopinte figure di ballerine; certo ci vuole un pò di fantasia per identificarle per tali, non sono infatti le danzatrici di Toulouse Lautrec o di Renoir, ma opere di Gino Severini nel suo periodo futurista. In questa fase che si colloca a cavallo degli anni dieci del novecento l'artista sembra preso da una sorte di ossessione iconografica per la danza e produce opere a getto continuo basate sul tema del ballo e dei locali notturni. In quegli anni Parigi, dove risiedeva Severini, stava vivendo l'ultima stagione della belle epoque, prima che questa si spegnesse nel fango delle trincee delle Fiandre, e i locali notturni e i loro frequentatori erano un elemento determinante dell'allegra vita della capitale della Francia e d'Europa. La presenza di due celebri danzatrici, Isadora Duncan e Loie Fuller, due miti dell'epoca, attirò l'attenzione del pittore che iniziò a studiare l'idea del movimento del corpo e la possibilità di rendere graficamente il dinamismo secondo le più moderne teorie futuriste. A questo movimento il Severini, nato nel 1883, aderì nel 1910 dopo un inizio neoimpressionista sull'esempio di Seurat e proseguì in questa sua esperienza per alcuni anni. Terminata la Grande Guerra divenne uno dei sostenitori del "rappel a l'ordre" sviluppando stili diversi man mano aderenti alla sua mutevole sensibilità; negli anni trenta esegui grandi cicli di affreschi per chiese e predispose i cartoni per i mosaici che decorano la pavimentazione del Foro Italico a Roma. Ebbe una fase di realismo prima del la guerra e nel dopoguerra aderì ad un sempre più marcato astrattismo che dominò la sua opera fino alla morte avvenuta nel 1966. La mostra, che non è un'antologica ma riguarda solo il suo rapporto con la danza tra il 1909 e il 1916, espone circa 170 opere, provenienti da grandi collezioni pubbliche e private, aventi come comune denominatore la danza e le danzatrici ed è aperta anche ad artisti suoi contemporanei ripercorrendo il tema di una mostra di analogo soggetto tenuta a Londra nel 1913. Il tema della danza attrasse il Severini per le sue caratteristiche di dinamismo, di modalità percettive, di ritmo, di coinvolgimento fisico e psicologico dello spettatore. Ma il tutto non era dovuto alla sensazione di un momento ma ad una accurata preparazione con studi e disegni infatti la sfaccettatura della danza non è una visione mentale ma qualcosa di verificabile otticamente; si ha una visione astratta che muove da dati sensoriali uniti alla percezione di una realtà dinamica. La "Ballerina Blu" del 1912, la "Danseuse=Mer" del 1913, la "Danseuse" del 1916 accolgono il visitatore insieme a molti altri quadri, a disegni e gouache su carta, ed opere a pastello. Fanno corona dipinti di Boccioni, Balla, Sironi, Prampolini, Nevison, Lewis, Kirchner, Heckel nonché Rodin del quale sono presenti studi dal vero di danzatrici e ritratti fotografici d'epoca. L'allestimento della mostra prevede anche una colonna sonora con musiche futuriste e filmati d'epoca in modo da integrare i dipinti con musica e movimento realizzando le aspirazioni dei pittori futuristi.

Roberto Filippi