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CRYPTA BALBI:
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DALLE MACERIE UN MITREO In febbraio, durante la settimana dei beni culturali, sono stati esposti parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi che il professor Daniele Malacorda ha diretto lo scorso anno, sul lato orientale del complesso di Balbo. Un intervento che portò alla luce una grande aula al pianterreno trasformata, alla fine del II secolo d.C., in mitreo e successivamente smantellata (metà V secolo), forse in conseguenza degli editti che alla fine del IV secolo imposero la fine dei culti pagani. La fortuna in età imperiale del culto di Mitra, soprattutto negli ambienti militari, finì e il dio della luce celeste cedette il posto ad una stalla, dando inizio alla ruralizzazione del paesaggio urbano che caratterizzerà anche i primi secoli del medioevo. Nel VI secolo gli ambienti attigui alla stalla, ormai abbandonata, vengono occupati da sepolture infantili in anfore: si tratta della stessa necropoli già individuata nell'adiacente esedra ed esposta nel Museo. Con alcuni dei numerosi materiali rinvenuti negli scavi e il recupero di alcune sculture, anche di notevole fattura, ed alcuni frammenti di iscrizioni, riutilizzate nelle murature o abbandonate nelle vicinanze è stata allestita una minuta mostra, corredata da pannelli didattici, per illustrare quanto ancora l'area della Crypta Balbi può offrire nella conoscenza dell'antica Roma. Tra anfore e lucerne, tra elementi decorativi ed architettonici, risaltano per alcuni pezzi di particolare interesse come: un rilievo che raffigura il dio Mitra che uccide un toro, un frammento in marmo con tracce di colore, in marmo anche le teste che ritraggono Livia Augusta, moglie di Augusto e madre di Tiberio, e di Giulia Mamea, madre dell'imperatore Alessandro Severo (che risalgono alla fase augustea del monumento). La mostra propone anche una ricostruzione del tessuto urbano dell'area e racconta le vicende svoltesi in questi ambienti dall'epoca della loro costruzione fino al loro abbandono. Molto ancora rimane celato nel complesso dio Balbo e, come ha affermato il soprintendente Adriano La Regina, "l'obbiettivo è rendere visitabili gli ambienti scavati nel 2000, in particolare un edificio a più piani e l'esedra monumentale", oltre a proseguire gli scavi e il recupero dell'intera struttura. Gianleonardo
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