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RODIN, LA LEZIONE DALL'ITALIA
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RODIN E I SUOI VOLUMI Certamente fu il più grande scultore francese a cavallo tra il XIX e il XX secolo, e all'epoca, uno dei più famosi al mondo, eppure l'itinerario artistico di Rodin non iniziò sotto i migliori auspici. Nato a Parigi nel 1840 fu per tre volte bocciato all'esame di ammissione alla scuola di belle arti e il suo primo tentativo di esporre al Salon nel 1864 la sua opera "l'uomo dal naso rotto" fu respinta e per vivere fu costretto a dedicarsi a lavori decorativi attendendo il momento favorevole. Dopo il 1870 fu per la prima volta in Italia, dove tornò più volte, rimanendo fortemente colpito dalla scultura di Michelangelo, da quella del Rinascimento, e soprattutto dalla statuaria dell'antichità classica divenendone un conoscitore finissimo ed un ammiratore entusiasta. Nel suggestivo scenario di Villa Medici al Pincio, l'Accademia di. Francia ha dedicato una mostra al grande scultore e ai suoi rapporti con l'Italia ripercorrendone le tappe della carriera con grandi opere esposte o rappresentate da fotografie antiche provenienti dalla collezione dell'artista. L'esposizione è divisa in quattro sezioni che, attraverso sculture, disegni, fotografie, mostrano l'importanza che ha avuto il rapporto con l'Italia nell'opera di Rodin: Dante che ha ispirato la celebre "Porta dell'Inferno" il Rinascimento con un modellato di tipo michelangiolesco, il Barocco con opere che sono in chiaro rapporto con il Bernini ed infine l'Antico che influì sull'ultima parte della vita dell'artista con statue scarne ed essenziali come il Marsia e la Meditazione. In tutte le fasi sono comunque ben presenti le caratteristiche comuni del Rodin e cioè il contrasto tra pieni e vuoti, tra strutture e profili, e la tendenza alla rappresentazione del movimento. Dei suoi vari momenti artistici sarà esposta una selezione di. circa 80 sculture in gesso, bronzo, marmo, una trentina di. disegni e una quarantina di fotografie antiche; alcune delle più grandi. composizioni saranno collocate nei giardini. Si attuerà anche una singolare iniziativa: il restauro, sotto gli occhi dei visitatori, del grande gruppo bronzeo "Monumento ai Borghesi di. Calais' posto in una piazza della città per commemorare un episodio storico avvenuto nel 1347 allorché i maggiorenti della città si arresero e si dettero in ostaggio al re d'Inghilterra che assediava Calais. Il monumento, del 1895, è abbastanza degradato dopo un secolo di esposizione all'aperto e verrà restaurato con nuove tecniche che mirano a proteggere sia il metallo che la patina data dal tempo; il solfato di rame formatosi sulla superficie per reazione chimica naturale protegge abbastanza il bronzo sottostante e le alterazioni della struttura del metallo contribuiscono a rendere più leggibile l'opera. Il restauro non deve riportare a nuovo il manufatto ma storicizzare anche l'invecchia mento. Gran parte del materiale esposto proviene dai due musei ai quali lo lasciò Rodin alla sua morte nel 1917, quello di Parigi e quello di Medun dove mori. Roberto
Filippi
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