ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 1
gennaio - aprile 2001
Beni Culturali - Mostre
beni culturali bordline contemporanea




VELÁZQUEZ

Dal 30 marzo al 30 giugno 2001

Roma
Fondazione Memmo - Palazzo Ruspoli
via del Corso, 418

Orari:
Tutti giorni dalle 9,30 alle 20,00
Sempre aperta in orario continuato
Sabato dalle 9,30 alle 21,00

Biglietti:
intero L. 15.000
ridotto L. 11.000 - 9.0000
Audioguida in omaggio su tutti i biglietti

Informazioni e prenotazioni
Tel. 06/6874704

www.palazzoruspoli.it

Catalogo:
Electa, L. 60.000


VELÁZQUEZ: IL TERZO VIAGGIO A ROMA

Il celebre pittore, che in vita visitò Roma due volte, torna in spirito per la terza volta con una mostra di una trentina di sue opere presso la Fondazione Memmo in Palazzo Ruspoli al Gelso. I quadri, non molti di numero ma di elevata qualità, provengono da musei esteri, generalmente spagnoli, e rivisitano tutto il percorso artistico dell'artista, figura capita le nella pittura del '600, senz'altro il più grande pittore spagnolo fino a Goya e Picasso. Nacque nel 1599 a Siviglia, allora la città più ricca, più popolosa, più cosmopolita della Spagna con fiorenti colonie di mercanti italiani e fiamminghi che creavano un contatto con le due aree in cui al l'epoca era concentrato il meglio della pittura europea. Sin da ragazzo entrò nella bottega di Pacheco, artista di buona fama negli ambienti ecclesiastici della città andalusa, divenendone prima allievo e poi genero. Grazie alla protezione del duca di Olivares, favorito del re Filippo IV, entrò nell'ambito della Corte godendo della simpatia del re che, nel 1628, agevolò il suo primo viaggio in Italia; qui visitò Venezia e Roma conoscendo la serenità della pittura classicista emiliano-romana ed il colorismo sensuale di quella veneta. Gli effetti di questo apprendistato si videro nelle opere che dipinse al suo rientro e che favorirono la sua ascesa negli ambienti di Corte. Sono di quegli anni i grandi ritratti del re e dei suoi famigliari, le grandi tele di gruppo, il quadro storico della "Resa di Breda"; nel 1649 ci fu il secondo viaggio in Italia con l'incarico regio di acquisire quadri ed opere d'arte per le collezioni della reale, mirante il soggiorno a Roma ritrasse Papa Innocenzo I Pamphili facendone un'immagine, ora nell'omonima Galleria, con incredibili toni di rosso in contrasto con il bianco della cotta. Nella maturità divenne l'affermato pittore degli Asburgo, ritraendoli con i loro volti affilati ed esangui e i nasi pronunciati. Sua ambizione era di poter diventare nobile cosa quasi impossibile per chi esercitava attività manuali ma grazie all'intervento papale divenne nel 1659 Cavaliere di Santiago, coronando una vita ricca di successo, onori, gloria. Morì pochi mesi dopo nel 1660.
I quadri esposti ripercorrono i vari momenti significativi dell'opera del Velazquez, sono da apprezzare un "Villa Medici" come era nel '600, tre autoritratti di varie epoche, tre quadri del Cardinale Borgia ora in vari musei.
Le sezioni in cui si articola la mostra iniziano con l'esaminare la formazione nella bottega del suocero, e poi l'ingresso a Corte con i primi ritratti ufficiali del re, dei figli, dell'Olivares, il primo soggiorno romano con il possente Marte ispirato al marmoreo "Ares Ludovisi".
La mostra si conclude con gli anni della maturità e della fama con tele di soggetto religioso e di genere e soprattutto ritratti come quelli della regina e dell'infante. Salutano il visitatore tre autoritratti, me proveniente dal museo di Valenza, un secondo dai Capitolini e il terzo dagli Uffizi.. al centro di dispute tra gli studiosi che dibattono sull'attribuzione dei dipinti e sulle loro qualità.

Roberto Filippi