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Catalogo: Electa Napoli Successivamente
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BORGIA
"IL COLLEZIONISTA" Il nome Borgia evoca echi sinistri. Il Papa dissoluto e simoniaco, il duca Valentino crudele, cinico, ambizioso, Lucrezia lasciva e avvelenatrice. La leggenda nera della celebre famiglia ispano-romana dura ancora dopo cinque secoli anche se gli storici moderni l'hanno molto ridimensionata; esistono comunque anche dei Borgia "buoni". Uno è Francesco, divenuto addirittura santo, prima dignitario alla corte di Carlo V, nella prima metà del '500, poi gesuita ed infine Generale dell'Ordine, l'altro è Stefano, al quale è dedicata una grande mostra a Velletri per illustrarne vita ed opere. Il nostro Stefano nacque a Velletri nel 1731 ed entrato nella vita religiosa, divenne prefetto di Propaganda Fide e nel 1789 cardinale svolgendo numerose missioni per conto dei papi della fine del '700. Mentre accompagnava Pio VII a Parigi per l'incoronazione di Napoleone morì a Lione nel 1804. Ma la sua celebrità non è dovuta alla lunga militanza religiosa o ai suoi meriti pastorali ma alla indefessa attività di raccoglitore e collezionista di antichità e curiosità etniche e naturali. Il suo desiderio, da vero esponente del secolo dei lumi, era di poter abbracciare l'intero scibile umano e di poterlo inserire in una cultura enciclopedica che permettesse a chiunque di sapere tutto di tutto. Nel suo palazzo di Velletri si diede a raccogliere ogni manifestazione della civiltà umana, antichità egizie e greche, etrusche e romane, dipinti e oggetti medievali, arredi liturgici, carte geografiche ed infine materiale d'ogni genere proveniente dalla Indie, occidentali ed orientali; dalla sua posizione di responsabile di Propaganda Fide aveva il controllo delle missioni cattoliche sparse nelle terre recentemente scoperte e chiedeva ed otteneva dai missionari oggetti d'ogni genere delle popolazioni indigene. Il museo fu al centro di una intensa corrispondenza con altri eruditi dell'epoca e godette di grande fama nel mondo culturale di fine settecento. Alla sua morte la raccolta fu smembrata, parte finì ai Musei Vaticani, parte al Museo Archeologico di Napoli, parte venduta e dispersa. Con un accurato lavoro i curatori della mostra hanno recuperato parte dell'antica collezione borgiana riunendo circa 400 pezzi dei quali almeno 300 inediti. Il percorso della mostra esamina successivamente le antiche partizioni del Museo: il Mondo Antico, il Mondo Nuovo, l'Oriente, il Museo Sacro, con alcune rarità per il collezionismo settecentesco: la "Charta borgiana" primo papiro pervenuto in occidente, il codice liturgico di Alessandro VI, una lettera autografa di Raffaello, un codice atzeco, un tamburo lappone. Un interessante tuffo nel mondo scientifico dell'epoca, così diverso dal nostro, asettico e specializzato. E' possibile anche aggiungere una visita alla città di Velletri con le sue bellezze artistiche: la Torre del Trivio, la Cattedrale, S. Maria del Sangue, il Museo Civico. E poi ai Castelli si mangia bene. Roberto
Filippi
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