ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 1
gennaio - aprile 2001
Beni Culturali - Mostre
beni culturali bordline contemporanea



BACICCIO UN ANNO DOPO
Un restauro e nuove scoperte
Omaggio a Beatrice Canestro Chiovenda


Dal 25 marzo al 27 maggio 2001

Ariccia (Roma)
Palazzo Chigi
Piazza di Corte, 14

Orario: 10.00 - 19.00
chiuso il lunedì
orario della biglietteria 9.30-18.30
Biglietto: L. 12.000 intero - L. 8.000 ridotto
Visite guidate su prenotazione
Tel. 06/9330053 - fax 06/9330988

BACICCIO AD ARICCIA COLPISCE ANCORA

"Il cavalier Giovan Battista Gaulli sarà a giorni ospite dei Principi Chigi nel loro Palazzo della Riccia"; sembra l'eco di un'antica notizia ed invece è recentissima. Il Baciccio è tornato ad Ariccia dopo il successo della mostra monografica tenuta lo scorso anno e presenta altre sue opere finora inedite, accanto ad esse appare una grande pala d'altare "La morte di S. Francesco Saverio" proveniente dalla chiesa di Sant'Agostino di Ascoli Piceno restaurata a cura. del Comune di Ariccia, che mostra l'alta qualità del dipinto, la levigatezza della materia pittorica, la luminosità dei toni che preannunciano la pittura del settecento. Le opere inedite sono ritratti e quadri da cavalletto provenienti da vari musei genovesi, località d'origine del pittore. A contorno saranno esposte opere provenienti dalle collezioni del Palazzo Chigi recente mente restaurate, si tratta di quadri, busti, incisioni e di una sanguigna, unica opera del suo genere, firmata dal Bernini su una parete della Cappella. Ed ora qualche notizia sul protagonista della mostra: il Baciccio. Il Gaulli nacque a Genova nel 1639 ma si trasferì giovanissimo a Roma entrando nella cerchia di artisti che gravitava intorno al Bernini; si fece grande fama di ritrattista ed ebbe illustri commiittenze nella Chiesa del Gesù e in quella dei Santi Apostoli. Caratteristica della sua arte erano gli effetti drammatici ottenuti con movimenti di masse e4 giochi chiaroscurali che lo portarono, dopo la morte di Pietro da Cortona, a divenire il massimo inter prete del barocco romano teso alla spettacolarizzazione del gusto artistico, alla teatralizzazione dei sentimenti, all'edificazione morale e religiosa. Un uomo ed un artista perfettamente inserito nel mondo dell'epoca, dai forti contrasti, bene accetto alla nobiltà e alla Curia, difensore dell'ordine costituito, tranquillo ed operoso sotto le ali della Chiesa, teso a committenze prestigiose, pronto a stupire con affreschi giganteschi, ritrattista di sette papi e di numerosi cardinali e principi. Ricco e onorato morì nel 1709 nella sua casa, tuttora esistente, in via di Parione angolo via del Governo Vecchio e fu sepolto nella vicina chiesa di S. Tommaso. Un cenno a parte merita il contenitore: il Palazzo Chigi. In origine era una fortezza medioevale di proprietà dei Savelli e fu acquistata dai Chigi nel 1661; il Bernini ricostruì il palazzo unitamente alla collegiata dell'Assunta, all'esedra, alla piazza, che allora era unica e non tagliata dalla via Appia, costituendo una sorte di spazio privato dei Chigi. Nel 1988 costoro vendettero il palazzo al Comune che con un lungo restauro, costato oltre venti miliardi, lo ha completamente riprestinato destinandolo a museo di se stesso, il piano nobile, e a sede di mostre gli altri piani. Gli appartamenti mantengono il prezioso e originario arredamento secentesco con alcune sale ancora tappezzate in cuoio secondo la moda spagnola. C'è la stanza delle suore con i ritratti di monache Chigi, la stanza delle "belle" con le effigi di principesse, il "cucinone", la farmacia, le stanze da letto, il biliardo, i salotti, la grande sala da ballo e ricevimento; un edificio di grandissimo interesse, molto ben conservato che mantiene intatto il fascino dei tempi passati. Anche il grande e selvaggio parco è a disposizione dei visita tori; e dopo, volendo, vino dei Castelli e porchetta.

Roberto Filippi