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IL
FANTASTICO MONDO DI KIRCHER C'è ancora qualche vecchio romano che ricorda la locuzione " museo Kircheriano"; era un modo di dire per indicare un luogo quasi favoloso tra l'antro delle meraviglie, il museo e la bottega di un rigattiere, pieno di antichità, di reperti fossili, di curiosità, di oggetti esotici. E tale nella realtà era il vero museo aperto alla metà del '600 nei locali del Collegio Romano, allora sede dell'Ordine dei Gesuiti. Il fondatore fu .Athanasius Kircher al quale è dedicata la mostra dal titolo "Il Museo del Mondo" e che tenta di ricreare il mondo scientifico del seicento attraverso l'opera di quello che può esserne considerato uno dei maggiori esponenti. Il Kircher nacque a Fulda, in Germania, nel 1602 ed entrò nella Compagnia di Gesù prestando servizio nei vari collegi dell'ordine come insegnante di matematiche e di lingue orientali; venne a Roma durante il papato di Urbano VII Barberini divenendo membro con Bernini, Borromini, Cassiano del Pozzo, Bellori, Cristina di Svezia ed altri del circolo di dotti che animava la vita culturale della città. Certo ora, alla luce dei risultati raggiunti, potremmo pensare a lui come ad un autodidatta tuttologo che ha molto parlato e scritto ma poco ha dimostrato, un egittologo che ha preso enormi cantonate nella decifrazione dei geroglifici, l'inventore di giochi come la lanterna magica, l'enciclopedico ante litteram che accumula nozioni senza dar loro corretta sistemazione e valutazione critica. Ma allora perché il personaggio è affascinante e la sua fama la resistito nei secoli? Per la sua onesta sete di conoscere, di percorrere tutti i sentieri della scienza, per sapere cosa c'è dietro il proprio limitato orizzonte, per catalogare e spiegare i vari fenomeni, sia pure a suo modo. Fu un voracissimo divoratore di ogni libro e di ogni esperienza scientifica che si presentasse al mondo dei dotti dell'epoca. Dal suo nido nel Collegio Romano spazia va per il mondo ed invitava i suoi confratelli nelle missioni ad inviargli reperti delle popolazioni esotiche; affluirono migliaia di oggetti che il Kircher raccolse, catalogò e dal 1651 espose in una parte del grande edificio che fu adibita a museo. Una interessante raccolta di antichità proveniente dalla donazione Donini fu alla base del museo archeologico a cui si aggiunsero sezioni scientifiche, etnografiche, raccolte di oggetti provenienti dai vari angoli del mondo, antichi e moderni, religiosi o d'uso comune ed inoltre grammatiche, trattati, vocabolari nelle varie lingue orientali, carte geografi che e mappe di terre favolose ed inesplorate; accanto a loro una serie di macchine elaborate dal Kircher che aveva un laboratorio dove costruiva e perfezionava macchinari per l'epoca nuovi e strani. Alla morte del fondatore, nel 1680, il museo ebbe un inizio di decadenza rimanendo comunque un'attrazione della Roma settecentesca ma la soppressione dei Gesuiti nel 1773, 1'occupazione napoleonica e poi quella italiana nel 1870 segnarono la fine della grande raccolta che fu smembrata; la parte archeologica al Museo Nazionale Romano, quella etnografica al Pigorini, macchinari e reperti fossili al Liceo Visconti istallatosi nei locali del Collegio Romano. Molto fu perduto, rubato, venduto, disperso. La mostra si ripromette di ricostruire in parte quello che fu il Museo Kircheriano, espone il mondo del dotto gesuita e da forma alla Galleria , che fu sede per secoli delle raccolte, secondo le immagini di un antico catalogo del De Sepis. La sezione di ingresso parla della vita del Kircher ed espone numerosi ritratti di papi, santi e personaggi illustri con la documentazione che ha permesso di ritrovare e riunire i dispersi reperti del museo. Segue la sezione dell'esotismo e dell'impegno missionario con pezzi ora conservati al Pigorini e delle carte geografiche già di provenienza gesuitica e ora all'Archivio di Stato di Roma. Reperti egizi provenienti dall'Iseo Campense, che sorgeva dove ora sta il Collegio Romano, ricordano l'impegno del Kircher nel campo della decifrazione dei geroglifici. Sono esposti anche oggetti di natura esoterica necessari al gesuita per i suoi studi talvolta al limite di un intervento dell'Inquisizione. Una mostra veramente interessante che ci fa rivivere un mondo scientifico assolutamente al di fuori di ogni nostra conoscenza e ci fa apprezzare la fascinosa figura del dotto gesuita Roberto Filippi
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