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CARAVVAGGESCHI SICILIANI Caravaggismo: "corrente pittorica del XVII secolo nata dall'esempio di Caravaggio, caratterizzata dal realismo della rappresentazione e dal vigore dei contrasti tra luce ed ombre"; questa è sulle enciclopedie la sintetica descrizione di un fenomeno artistico che ebbe il suo sviluppo nei primi decenni del '600 opponendosi con il suo duro realismo all'artificiosa idealizzazione del manierismo e dedicandosi alla rappresentazione di scene di vita quotidiana e di oggetti correnti resi spesso con forti contrasti di chiaroscuro. Il Caravaggio non ebbe discepoli o allievi ma solo imitatori che, affascinati dal suo modo di dipingere, cercarono di continuare il suo discorso artistico dandogli una varietà di interpretazioni a volte di grande altezza e originalità. Abbiamo caravaggeschi romani, napoletani, francesi, fiamminghi, ed ora dalla mostra di Palermo "sulle orme di Caravaggio" apprendiamo che ce ne furono anche di siciliani. Nel corso della sua vita avventurosa il grande pittore, fuggito da Roma dove era stato coinvolto in una rissa con il morto, finì a Malta dove rimase finché una successiva lite lo costrinse a riparare in Sicilia. Fu a Siracusa dove dipinse il "Seppellimento di S. Lucia" per l'omonima chiesa, a Messina dove creò "l'Adorazione dei pastori" e la "Resurrezione di Lazzaro" ed infine a Palermo dove lasciò una "Natività" purtroppo rubata e sparita da oltre trent'anni. Il suo pur breve soggiorno nell'isola ebbe un forte influsso sui pittori locali tra i quali è da annoverare Mario Minniti già conosciuto dal Caravaggio a Roma; peraltro i rapporti tra l'artista e alcuni siciliani risale proprio al soggiorno romano. E' ormai accertato che quando il Caravaggio venne a Roma, alla fine del '500, fu accolto dalla comunità siciliana ed ebbe il suo primo lavoro nella bottega di tal Lorenzo Siciliano pittore poco noto. Fu anche ricoverato all'Ospedale della Consolazione il cui rettore era siciliano e per il quale, come risulta dalle fonti, dipinse vari quadri poi inviati in Sicilia dove non sono stati finora reperiti. Numerosi furono i pittori dell'isola che aderirono al filone caravaggesco e che operarono sia a Roma che in Sicilia ma di molti abbiamo poche notizie e poche opere certe. I curatori della mostra hanno effettuato un accurato lavoro di ricerca e presentano nomi e quadri di diversi artisti tra i quali possiamo citare il già noto Minniti, Pietro d'Asaro detto il Monocolo di Racalmuto, Pietro Novelli detto il Monrealese, Alonzo Rodriguez ,di origine spagnola, ricostruendo anche i rapporti tra questi artisti, la comunità siciliana di Roma e l'ambiente intellettuale di Palermo legato allo scienziato Carlo Maria Ventimiglia e all'Accademia dei Riaccesi. Dalla visita della mostra si ricava l'impressione della forte "orma" di Caravaggio su due generazioni di pittori siciliani attivi nei primi decenni del '600 e si apprezza anche l'originale interpretazione da loro data al messaggio del maestro. Roberto Filippi |