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Di mano di Jacopo da Puntorme
Disegni di Jacopo Pontormo nelle collezioni dell’Istituto centrale per
la grafica
Sino al 20 marzo 2022
Istituto centrale per la grafica
via della Stamperia 6
Roma
A cura di Mario Scalini, Alessandro Cecchi e Giorgio Marini
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Un Pontormo
tutto da godere
Jacopo Carucci
(1494 – 1556) ebbe la rivalità nel suo tempo, da Raffaello ad Andrea del
Sarto, da Bronzino a Vasari. Meglio conosciuto come Pontormo, dal luogo
della sua nascita, sobborgo di Empoli vicino Firenze, esponente dei così
detti ‘eccentrici fiorentini’, pionieri del manierismo, è stato allievo
di Andrea del Sarto insieme a Rosso Fiorentino. Conosciuto come
l’artista tipico malinconico e solitario. Nel 1525 il Pontormo viene
chiamato a far parte dell’Accademia del Disegno. Poco dopo eseguì opere
interessanti come la Deposizione e la Visitazione.
All’Istituto Centrale per la Grafica, è presente ora una mostra
particolare, unica e in parte inedita. Si tratta dell’esposizione di
quarantasette disegni, ventitré dei quali facenti parte il cosiddetto
Taccuino Corsini.
Disegni eseguiti con la tecnica principalmente della ‘sanguigna’, usata
anche insieme alla ‘pietra nera’ o con le “lumeggiature a gesso”. Con il
tempo, il Pontormo, abbandonerà la spontaneità della matita rossa per
passare all’impiego di matite nere morbide con l’uso dello sfumino.
Diciotto disegni, presenti sui versi di questi fogli, sono riportati in
facsimile per motivi di fragilità, fogli sottili di dimensioni
contenute, circa duecentodieci millimetri di altezza per centocinquanta
millimetri di larghezza.
Una specie di archivio personale di bottega, questo è il nucleo di
disegni del Carucci. La raccolta fu donata da Papa Clemente XII al
nipote cardinale, Neri Maria Corsini, nel 1733 e successivamente nel
1883, il Principe Tommaso Corsini, la donò all’Accademia dei Lincei
grazie all’interessamento dello storico dell’Arte Adolfo Venturi.
Conservati all’interno di volumi, andarono a costituire il nucleo
originario del Gabinetto Nazionale delle Stampe nel 1895 che, unendosi
con la Calcografia Nazionale nel 1975, fece nascere l’Istituto Nazionale
per la Grafica. I disegni riportano studi per figure, prime idee, studi
dal vero o studi preparatori, nella maggior parte compresi in un
taccuino di piccole dimensioni. Prassi molto comune, questa dei
taccuini, sia per gli artisti del Quattro e Cinquecento, sia quindi
anche per il Carucci. I soggetti dei disegni sono vari, giovani villici
nelle varie pose, contadini anziani, giovani donne del popolo, dal
tratto ripassato per far risaltare l’aspetto vitale, pratica questa
ereditata da Michelangelo e sviluppata da Andrea del Sarto. Sublimazione
della natura passando dai modelli viventi, perlopiù maschili, ai
bozzetti di terra cruda da lui stesso modellati. A questo interesse per
il reale, il Pontormo, affiancherà anche un esercizio disegnativo sullo
studio delle stampe tedesche di Dürer.
L’interesse e lo studio delle stampe tedesche, influenzeranno il
Pontormo nelle ‘Storie della Passione’, affrescate nel Chiostro grande
nella quiete della Certosa di Galluzzo, dove Jacopo si rifugiò insieme
al Bronzino per sfuggire alla peste a Firenze del novembre 1522. Un
arricchimento, questo del corpus, già prezioso di quasi quattrocento
suoi fogli, metà dei quali conservati nelle raccolte grafiche delle
Gallerie degli Uffizi.
Triplice è l’interesse per questa esposizione. La conoscenza più
approfondita del Pontormo; lo studio dei suoi disegni di figure
realizzati dal vero o attraverso modelli in cera; l’approfondimento
della tecnica del disegno nello schizzo libero poco esplorata nel
Rinascimento.
Istruttiva visione per tutti voi.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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