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Klimt.
La Secessione e l’Italia
Museo di Roma (Palazzo Braschi)
Dal 27 ottobre 2021 al 27 marzo 2022
Informazioni:
tel.060608
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Klimt: La
Secessione e l’Italia
È, come si dice in
questi casi, una mostra a tutto tondo questa di Gustav Klimt. Lo è
perché oltre a raccontare la vita artistica dell’artista viennese si
sofferma sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei
suoi successi. Con oltre duecento opere: dipinti, disegni, manifesti
d’epoca e sculture, l’esposizione mette alla visione del pubblico alcuni
lavori di Klimt divenuti delle vere e proprie icone come Giuditta del
1901, Signora in bianco del 1917/18 e Ritratto di Signora del 1916/17.
Insieme alle tante opere del maestro austriaco sono esposte anche quelle
di Hoffmann, Moser, Moll e tantissimi altri.
Le tappe di viaggio in Italia dell’artista, furono Trieste, Venezia,
Firenze, Pisa, Ravenna. Sì appassionò ai mosaici bizantini, al Lago di
Garda, a Roma.
Nato nel 1862, si forma presso la scuola di arti e mestieri di Vienna.
Nel 1879, Gustav e il fratello Ernst insieme a Franz Matsch, fondano la
Compagnia di artisti specializzata nell’esecuzione di dipinti su pareti
e soffitti, spazi teatrali, decorazioni delle volte, scaloni. Nel 1897
viene fondata la Secessione viennese e insieme ad altri suoi venti
compagni fonda l’Associazione degli artisti austriaci. Ma non tutti
aderiscono a un linguaggio artistico uniforme: pittori impegnati
nell’arte realistica, naturale e pittori orientati verso l’Art Nouveau.
Nel 1905 Klimt insieme a Moser, Hoffmann e Moll lasceranno il gruppo.
La Secessione viennese fece da cassa di risonanza delle sue stesse
esposizioni attraverso riviste, manifesti, oggetti.
Al Museo di Roma – Palazzo Braschi sono esposte le sue opere messe a
confronto con quelle di artisti italiani. Da Galileo Chini a Giovanni
Prini, da Camillo Innocenti ad Arturo Noci, da Ercole Drei a Vittorio
Zecchin e Felice Casorati. Artisti che daranno vita alle esposizioni di
Ca’ Pesaro e della Secessione romana.
Suddivisa in quattordici sezioni, l’esposizione inizia con il primissimo
novecento dove Klimt è interessato all’abbattimento delle antiche mura
di Vienna su ordine dell’Imperatore Francesco Giuseppe e insieme ad Otto
Wagner cercheranno di ideare una doppia strada alberata con giardini,
caffè, edifici di rappresentanza.
Creato nel 1901 il ritratto della Giuditta assume quel fascino
dell’erotismo femminile che porterà Klimt, fin dal 1900 e per circa
dieci anni, a concentrarsi, attraverso i suoi dipinti in quella sfera
simbolista e allegorica. Una esaltazione della tematica, cara a quei
tempi, del rapporto tra uomo e donna. Partendo dalla figura biblica, la
figura femminile assume quel ruolo tra l’essere affascinante attraverso
l’erotismo, fino ad arrivare al pericolo dell’essere omicida. Dopo il
1900, infatti, erotismo e sessualità, autodeterminazione e
determinazione esterna sono al centro della scienza e della società.
Sempre di più si interesserà alla ritrattistica femminile apportando
fantasiosamente nuove ispirazioni.
Fanno parte delle altre esposizioni gli interessi di Klimt per la
pittura paesaggistica, un fregio murale, l’Esposizione Internazionale di
Belle Arti del 1911, la partecipazione alla Biennale di Venezia, la
seconda mostra della Secessione del 1914. Particolare riguardo ai
ritratti ‘La Sposa’ e ‘Ritratto di Signora’.
Buona visione a voi tutti.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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