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Venezia panoramica
La scoperta dell'orizzonte infinito
Dal 3 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022
Museo di architettura Ščusev, “Aptekarskij prikaz”
Mosca (Russia)
Progetto espositivo italo-russo
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Una panoramica
di Venezia
Il pittore e
decoratore Giovanni Biasin nasce a Venezia nel 1835 e dopo gli studi
accademici, esegue diverse decorazioni a Rovigo e nel Polesine. Nel 1887
presenta, all’Esposizione Nazionale, un suo particolare dipinto a
tempera, un diorama lungo quasi ventitrè metri e alto un metro e
settanta centimetri.
Il diorama è un singolare genere di spettacolo ottocentesco, che fu
inventato dai pittori francesi Louis Daguerre e Charles Marie Bouton e
presentato a Parigi nel 1822.
La cosi detta panoramica di Venezia, è un rotolo di carta rinforzata e
coglie tutti i dettagli di una città in movimento: gondole, battelli a
vapore, persone che lavorano e che passeggiano tra palazzi e giardini.
Una veduta che offriva allo spettatore l'impressione di trovarsi in
mezzo al bacino di San Marco osservando dai giardini di Sant'Elena fino
all'apertura del braccio di mare che porta al Lido.
Nell’ambito della mostra ‘Venezia panoramica. La scoperta dell’orizzonte
infinito’, è stato esposto per la prima volta alla Fondazione Querini
Stampalia fino al 17 ottobre 2021, dopo il recente restauro conservativo
che ne ha recuperato i colori originali, proveniente dalle collezioni
dell’Accademia dei Concordi di Rovigo. Restauro molto accurato, viste le
condizioni pessime in cui si trovava con lacerazioni, strappi, pieghe,
macchie.
La mostra è un excursus dal Quattrocento in poi, che approfondisce il
termine «panorama» e delle opere che ne hanno determinato la fortuna.
Tra gli autori esposti Erhard Reuwich, Giovanni Merlo, Friedrich
Bernhard Werner, Ippolito Caffi, Marco Moro e Giovanni Pividor, fino
alle tavole di Guido Albanello.
Il motivo dell’esposizione, nasce dal voler presentare Venezia non solo
attraverso la gigantesca opera su carta del Biasin, ma anche quello di
fornire l’immagine della città attraverso una sessantina di opere tra
incisioni e dipinti.
Giandomenico Romanelli, uno dei due curatori, ci tiene a dire che il
genere cartografico, ebbe notevole fortuna fin dagli esordi della stampa
e i primi panorami che si conoscono arrivano dalla fine del
Quattrocento.
Pascaline Vatin afferma che non sono stati trovati altri panorami come
quello di Biasin e che, molto probabilmente, la veduta era utilizzata
come decoro per l’atrio.
La mostra è ora presso il Museo di Architettura “Ščusev, “Aptekarskij
prikaz” (Mosca, ul. Vozdvizhenka, n.5/25). Sotto l’egida del Museo
Statale di Architettura Ščusev, l'Istituto Italiano di Cultura di Mosca
e la Fondazione Querini Stampalia (Venezia), viene così arricchito il
progetto espositivo italo-russo nell’ambito delle iniziative che
celebrano l’anno incrociato dei Musei Italia-Russia 2021-2022.
Questa versione espositiva comprende le opere provenienti dalla
collezione del Museo di Architettura Ščusev, che affrontano il tema
della veduta veneziana del Settecento.
Interessante avvenimento culturale.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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