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2020

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La Luce del Barocco
Dipinti da collezioni romane

Dal 2 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021

Ariccia (Roma)
Palazzo Chigi

Catalogo:
Gangemi editore International

Ideazione e curatela:
Francesco Petrucci

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Quella determinata luce

È la luce del Barocco, tipica del Cattolicesimo, che caricandosi di significati, ora simbolici, ora mistici, ne evidenziano la tematica della grazia e la redenzione dell’Uomo.

Tutto questo affastellamento, questo agglomerato di luce, per l’appunto barocca, è visitabile nel bel Palazzo Chigi in Ariccia, vicino Roma. Palazzo iniziato nella seconda metà del sedicesimo secolo, probabilmente dalla famiglia dei Savelli e trasformato su commissione dei Chigi, che avevano acquisito il Palazzo, in una fastosa dimora barocca, tra il 1664 e il 1672, da un’idea progettuale di Gian Lorenzo Bernini, con la collaborazione di Carlo Fontana, suo giovane allievo. È sede del Museo del Barocco romano.
L’esposizione è composta da diverse opere provenienti da collezioni private romane mai esposte al pubblico.

La simbologia della luce, come tiene a precisare Giuseppe Lepore, Presidente del Centro Europeo per il Turismo, Cultura e Spettacolo organizzatore della mostra, realizzata in collaborazione con il Comune e il Palazzo Chigi di Ariccia, vuole esprimere speranza, rinascita. D’altronde ha da sempre un valore simbolico strettamente legato alla nascita, alla resurrezione della natura. Un messaggio di speranza per la vita eterna sotto le regole del Cattolicesimo.
L’esposizione, suddivisa per tematiche: ritratti, pittura di figura a soggetto sacro e profano, paesaggi, vedute e nature morte, è tutta focalizzata sullo sviluppo della luce. Una luce che plasma le forme mettendo in risalto le parti più significative. Protagonista della penombra tra il bianco e il nero, tra assolutismo della luminosità fino al suo contrario. Praticamente l’altra faccia della medaglia che si tratti di luce o di oscurità, senza contare l’assenza del colore se non ci fosse la luce.

Il grande protagonista e interprete della luce, come tutti sanno, è Gian Lorenzo Bernini che è presente in mostra con tre opere: ‘Angelo allegorico’, San Sebastiano’, ‘Ritratto di Padre Martino Martini’.
Nel testo del catalogo sono interessanti non solo i richiami sulla luce del Bernini, ma anche quelli sul Borromini e la ‘luce guidata’ che, come afferma Paolo Portoghesi, è finalizzata ad esaltare le virtualità percettive dell’architettura. Seguono riferimenti su Cortona e ‘la luce incidente’, come ne parla Karl Noehles, Accademico di San Luca e studioso della scultura medievale tedesca e italiana e dell'architettura barocca tedesca e italiana.
Il Noehles scrive della luce incidente del Cortona, come di una luce che penetra da finestre, rendendo la sostanza architettonica illusionisticamente illimitata. Viene nominato anche il Baciccio e Andrea Pozzo e la luce della Chiesa Trionfante, tema centrale della pittura decorativa del Barocco.
Oltre a Bernini sono presenti in mostra le opere di Giovanni Baglione, Orazio Borgianni, Agostino Tassi, Gregorio Preti, personalità oscurata per molto tempo dalla rilevanza del suo famoso fratello minore, Mattia anch’egli presente con una sua opera.
Interessanti sono le pennellate corpose, vigorose di Giacinto Brandi (1621 – 1691) con la tela ‘Crocifissione con San Clemente I papa e San Francesco d’Assisi’. Una diffusione luministica enfatizzata attraverso nubi frastagliate. Inoltre la resa plastica e cromatica del manto di San Clemente I e di altri particolari, mi fanno pensare a un autore venuto a mancare pochi anni prima che nascesse il Brandi. Mi riferisco, a mio modesto avviso, a Domínikos Theotokópoulos ovvero El Greco (1541 – 1614) che ha vissuto anche in Italia e che Giacinto Brandi potrebbe essere stato influenzato. Altri artisti sono presenti come Carlo Maratti, Paolo De Matteis, Sebastiano Conca, solo per citarne alcuni.

Una mostra a tutto tondo che, come afferma Andrea Bruciati, ha anche lo scopo di dimostrare l’affinità tra l’esperienza mistica e la sensibilità religiosa dell’età controriformata e barocca con riflessioni della nostra contemporaneità.

Ricca visione per ognuno di voi.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre


 

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