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Canova, Hajez,
Cicognara |
Duecento anni e Canova,
Hayez, Cicognara Ci sono di mezzo Napoleone e poi Canova con Cicognara e Hayez, i grandi restauri, gli anni veneziani di Byron e oltre centotrenta opere importanti. L’occasione, presa al volo dalla sapiente direttrice le Gallerie dell’Accademia di Venezia: Paola Marini, è nata per festeggiare il secondo centenario dalla loro apertura. A quell’epoca a Venezia un gruppo di artisti e studiosi dette particolare risalto alla rinascita dell’arte contemporanea attraverso la valorizzazione del suo patrimonio. La mostra ruota intorno al periodo che va dal 1815 al 1822, praticamente dal ritorno delle opere inviate a Parigi, nel periodo napoleonico, fino ai funerali di Canova celebrati proprio all’interno delle Gallerie e alla complicità del presidente Leopoldo Cicognara, dello scultore Antonio Canova e del pittore Francesco Hayez. Per sette anni dal 1815, si assistette al ritorno delle opere da Parigi. Opere simbolo della città come i cavalli e il leone della colonna sul molo di San Marco, sottratti dall’esercito di Napoleone nel 1798. I cavalli, trasferiti a Parigi e pensate un po’ issati sull’Arco di Trionfo del Carrousel. Che scempio. La traslazione delle opere si concluse nel 1822 anno di fine vita di Antonio Canova, il quale fu molto importante in tutta questa operazione, appoggiando con determinazione l’amico Leopoldo Cicognara protagonista di quegli anni come Presidente dell’Accademia Veneziana. In tutto questo periodo prese parte viva il pittore Francesco Hayez, che inventò, proprio a Venezia, il romanticismo pittorico. Restituì l’antica grandezza della pittura italiana come il Canova aveva fatto con la scultura. Il Trattato di Milano, impose nel 1797, la restituzione di dipinti e sculture, manoscritti e libri alla Repubblica di Venezia, da parte di Napoleone. Ma l’impressione maggiore di tutta questa operazione furono i simboli della città: i cavalli bronzei del pronao della basilica e il leone sulla colonna in piazzetta. Il recupero avvenne con il sostegno del governo austriaco che dominò il Veneto fino al 1866. I cavalli, trasportati su zattere, furono accolti da una moltitudine di anime. Nella mostra sono presenti opere che testimoniano quanto sopra descritto. Le Gallerie dell’Accademia si fanno carico del risveglio culturale di Venezia promosso nell’ottocento da Canova, Hayez e Cicognara, anche attraverso acquisizioni di dipinti e di disegni, grandi restauri con le storie di Sant’Orsola di Vittore Carpaccio. E poi un Museo con percorsi conoscitivi ed esperenziali dove il visitatore è al centro di un contesto unico per contenitore e contenuto al fine di mantenere sempre viva quella vocazione di eccellenza della grande scuola pittorica veneziana. Leopoldo Cicognara è senza dubbio il deux-ex-machina di tutta questa esposizione, il quale fece numerosi viaggi di aggiornamento unendo la frenetica attività di storico allo straordinario impegno militante, sapendo reggere la questione del patrimonio artistico veneziano seguendo da vicino lo sviluppo dell’arte contemporanea. Una mostra documentaria di un particolarissimo periodo storico che vede in Venezia ancora una volta il fulcro attorno al quale ruotano diversi sentimenti ed esperienze dell’animo umano. Felice visione per chi lo vorrà. Paolo Cazzella |
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