ex-@rt magazine 
oltre l'arte
2017

Beni Culturali - Mostre
Mostre - Sommario - Indice




**********************

BELLINI E I BELLINI ANI
dall’Accademia dei Concordi di Rovigo

Dal 25 febbraio al 18 giugno 2017

Conegliano (Treviso)
Palazzo Sarcinelli

Orari:
martedì, mercoledì e giovedì
10.00 -18.00
venerdì 10.00 – 21.00
sabato e domenica 10.00 -20.00
chiuso lunedì

Informazioni:
tel. 0438/1932123

Catalogo:
Marsilio

**********************


Il Bellini dei Concordi

È del Zuanbellin detto Giambellino, ovvero di Giovanni Bellini nato a Venezia nel 1430 e morto nel 1516 sempre a Venezia, la mostra che si tiene a Conegliano.
L’occasione è la ricorrenza, come si usa in questi casi, del cinquecentenario della morte di uno dei tanti protagonisti del Rinascimento.
Attraverso l’erudita collezione della Pinacoteca dell’ Accademia dei Concordi di Rovigo, i curatori hanno costruito una esposizione non solo su Bellini ma anche i collaboratori e quanti gravitarono attorno al micro-cosmo dell’artista veneziano.

La bellezza di queste opere, la bellezza che Giovanni Bellini è riuscito a trasmettere ha la sua visibilità nei semplici contorni di un volto, la struttura delle mani femminili, gli svariati atteggiamenti del Bambinello. Non solo, fanno da contorno, infatti, a queste immagini sacre, paesaggi incantati, città murate e fortificazioni, le catene alpine.

A tutto questo si aggiungano il pudore degli sguardi, l’estasi muta dei volti, occhi assorti in pensieri particolari. Tutto questo ha creato quell’atmosfera tonale della sua pittura. Lo si percepisce attraverso lo sfumato che svanisce la visione dei contorni e dei profili avvolgendo i protagonisti in una luce dorata. I confronti e le contaminazioni con opere di altri artisti, da Palma il Vecchio a Dosso Dossi a Tiziano e Tintoretto, sono un elemento in più di questa mostra. Oserei dire pezzi da ‘novanta’ come i maestri tedeschi e fiamminghi da Mabuse (1478 – 1532) a Jan Mostaert (1475 – 1555/1556).

Le aree tematiche della mostra sono particolarmente accattivanti: ‘L’alba del Rinascimento’, ‘Madonne con il Bambino’, ‘Sacre meditazioni’, ‘il Cristo’, ‘Metamorfosi’, ‘Trame di sguardi’.
Pur essendo sconosciuti ai più, gli artisti affiancati hanno fatto parte dell’atelier di Bellini, comunque hanno lavorato al suo fianco nelle gigantesche imprese decorative di Palazzo Ducale o nelle sale delle Scuole di San Marco e di San Giovanni Evangelista.

Solo per citare alcuni nomi c’è Marco Bello (1470 – 1523), Andrea Previtali (1480 – 1528), i Santacroce che erano un gruppo di pittori originari di Santa Croce in provincia di Bergamo, attivi in Veneto, Jacopo da Valenza attivo tra il 1478 e il 1509 e tanti altri.

Tutta questa bella Pittura è l’occasione per comprendere l’eredità belliniana. Il Bellini, infatti, trasforma letteralmente alcuni tipi iconografici devozionali. Per farlo userà un metodo da sempre ritenuto valido e semplice, trasferire sulla tela forme e colori, spazi aperti e architetture, uomini e animali, rocce e fiumi a lui conosciuti.
Soprattutto prenderà spunto, come tanti pittori e scultori non solo del suo periodo, da quella sorta di letteratura del tempo proveniente dagli ambienti della Chiesa come precetti, consigli di vita, insegnamenti pratici per la buona educazione dei figli.

In quest’ambito, la testimonianza di uno dei teorici più in vista del movimento di riforma religiosa, il frate domenicano Giovanni Dominici (1356 – 1419) può aver influito a dare lo spunto di nuove composizioni. Basta leggere cosa ebbe a scrivere sull’Osservanza nella sua ‘Regola del governo di cura familiare’: ‘La prima si è d’avere dipinture in casa di santi fanciulli………nelle quali il tuo figliolo, ……si diletti come simile e dal simile rapito. (…) bene sta la Vergine Maria col fanciullo in braccio e l’uccellino o la melagrana in pugno. Sarà buona figura Gesù che poppa, Gesù che dorme in grembo alla madre…….’.

E senza dubbio Bellini, figlio di questa stagione, avrà accarezzato i consigli del frate domenicano. Ma nonostante il bagaglio culturale del Bellini si sia arricchito nel tempo dal naturalismo nordico di Durer e di Antonello, alla perfezione fiamminga espressa attraverso una preziosissima miniaturistica perizia botanica, appare del tutto evidente che la svolta atmosferica e ‘tonale’ della pittura di Giovanni gli appartenga pienamente, come l’aria dorata morbida e la fluidità di forme e sagome.

Ricchissima visita per tutti voi.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre


 

info@ex-art.it