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Tiepolo e altri in un Castello da favola L’atmosfera è quella favolistica che da sempre i castelli possono aver suggerito. È il caso del Castello di Miradolo, nel pinerolese, appartenuto a una famiglia dell’antica nobiltà piemontese. Dopo il restauro è divenuto sede, dal 2008, della Fondazione Cosso che, gestendo gli spazi con eventi culturali, ha allestito un’interessante mostra su Giambattista e Giandomenico Tiepolo dal titolo preciso: ‘Tiepolo e il Settecento veneto’. L’esposizione racchiude i temi del secolo dei lumi, dalla pittura di paesaggio alla natura morta, dalle storie mitologiche alle grandi pale d’altare. Attraverso tele, acqueforti e disegni, sono state messe a confronto le opere dei due Tiepolo con alcuni artisti del Settecento come Giambattista Piazzetta, gli affreschi di Louis Dorigny (Parigi1654 – Venezia1742) e le tele di Giambattista Pittoni (Venezia 1687 – 1767) e Giovanni Antonio De Pieri (Vicenza 1671 – 1751), per citarne solo alcuni. Il Tiepolo Giambattista (Venezia 1696 – Madrid 1770), nato in Laguna e cresciuto nel sestiere di Castello, pur non compiendo mai un soggiorno di studio a Roma, come si faceva a quei tempi nei famosi Grand Tour, a differenza di tanti suoi contemporanei veneziani da Antonio Canal a Rosalba Carriera, inventa una materia incomparabile che, come scrive Claudio Strinati, ‘Quello che hanno fatto Piero della Francesca nel Quattrocento, Rosso Fiorentino nel Cinquecento, Caravaggio nel Seicento, Tiepolo lo fa nel Settecento……..’ reinventando la tecnica pittorica con una struttura e tipologia del colore unita alla costruzione dell’immagine che è tutta sua. La Pittura passionale del Tiepolo trova la sua dimensione ideale nell’affresco dove nel realizzare i suoi sogni asseconda i desideri trionfalistici di una Chiesa soddisfatta di una sua sola esistenza. Ciò che più gli interessa è la felicità narrativa del colore, lo scorcio più ardito. Il suo essere sofisticato lo porterà a rappresentarsi occhieggiando fra gli altri, ammirando addirittura la sua stessa creazione, l’artificio pittorico, la gloria della Pittura, quasi quasi come se fosse opera di un altro. Mi fa tornare alla mente il regista Hitchcock che firmava i suoi film semplicemente mischiandosi fra la gente o passando velocemente avanti la macchina da ripresa. Grazie all’eccezionale patrimonio dei Musei Civici di Vicenza, la mostra è stata completata da alcuni massimi capolavori su tela dei Tiepolo. Infine, ciliegina delle ciliegine, ad arricchire l’esposizione, una installazione sonora. Attraverso il progetto Avant-dernière-pensée, Roberto Galimberti, curatore dell’installazione, ha realizzato un percorso sonoro per tutte le tredici sale dell’esposizione. Si può, quindi, ascoltare Galuppi, Caldera, Albinoni, Vivaldi, i fratelli Marcello e altri. Quattro buoni motivi per visitare questa mostra: il primo è chiaramente la presenza di Tiepolo e i suoi contemporanei, il secondo è l’elemento sonoro che arricchisce il visitatore accompagnandolo per le sale dell’esposizione, infine la visione del bel Castello di Miradolo e del suo parco. Ricchissima visita per tutti voi. Paolo Cazzella |
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