**********************
ALLA LUCE DI ROMA
i disegni scenografici di scultori fiamminghi e il
barocco romano
Dall8 dicembre 2016 al 26 febbraio 2017
Roma
Museo dellIstituto centrale
per la grafica
via della stamperia, 6
Orario:
10.00 19.00
dal lunedì al sabato
Ingresso gratuito
Informazioni:
tel. 06/69980 230 - 253
**********************
|
Il multiforme barocco fiammingo Nei secoli XVII e XVIII, il
Barocco fiammingo fu largamente rappresentato da diversi
artisti.
Questo multiforme barocco rappresentato da Gian Lorenzo
Bernini, Alessandro Algardi, Pieter Verbruggen, Pieter
Paul Rubens, Domenico Fontana e da tanti altri è ora in
mostra, alle spalle di Fontana di Trevi, nel Museo dellIstituto
Centrale per la Grafica.
Lesposizione, unica nel suo genere, è frutto di
prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private
delle maggiori istituzioni culturali del Belgio.
Con più di cento testimonianze, si può notare loriginalità
dellarchitettura e della scultura fiamminga,
attraverso opere grafiche e incisioni, che rivelano la
chiara influenza della Roma barocca, fonte di ispirazione
per gli artisti fiamminghi.
Avanti i nostri occhi ecco apparire scenografie barocche
di chiese con altari e pulpiti.
È del tutto evidente come gli scultori fiamminghi
soggiornarono e frequentarono lambiente romano. In
mostra, quindi, i fogli che rappresentano celebrazioni
religiose e civili, feste, cavalcate e parate.
Lesposizione rientra in quellampio progetto
triennale (2015 2017) avente un duplice obiettivo:
sottolineare limportanza storica del contributo del
Belgio nei confronti dello sviluppo della cultura
italiana e la promozione della ricerca scientifica
attraverso le relazioni tra lItalia e il Belgio.
Ben vengano motivazioni di ordine politico e sociale, se
il risultato deve essere quello che appare nella mostra
intelligentemente curata. Le opere presenti, infatti,
testimoniano quellinteresse scenografico e
architettonico assumendo i valori alti dellArte.
Ne sono la riprova opere come il Progetto per laltare
maggiore della chiesa dei Gesuiti di Anversa, eseguito da
Pieter Huyssens (Bruges 1577/1637), su carta con pietra
nera, penna, inchiostro nero acquarellato e sanguigna.
Alla apparente razionalità del progetto, esce fuori la
deliziosa esecuzione dei due angioletti, colonne tortili
con scanalature e fogliame alternate.
Nel percorso espositivo, poco più in là, è presente lo
stesso progetto realizzato diversamente da Peter Paul
Rubens (1577/1640), è una matita, con penna e inchiostro
bruno su carta.
Interessante la stampa di Pietro Leone Bombelli
(1737/1809) raffigurante il San Michele Arcangelo, statua
bronzea di Peter Anton von Verschaffelt, posta sulla
sommità di Castel SantAngelo nel 1752, al posto di
quella eseguita da Raffaello da Montelupo.
Di seguito, una bella sanguigna con lumeggiature bianche
su carta e inchiostro grigio di Michiel van der Voort
(1667/1737) dal titolo Il tempo sottrae lAmore
allinfanzia, dove il van der Voort con il
solo pennello, riesce a dare i volumi nello spazio
definendo le espressioni.
E poi cè anche Borea e Orizia dal
facile riferimento, anche nellacconciatura, del
Ratto di Proserpina di berniniana memoria. È
una matita e inchiostro nero con sanguigna accompagnata
da un acquarello grigio su carta di Pieter I Verbruggen.
Il Verbruggen non ha mai soggiornato in Italia, pur
tuttavia conosceva bene lo scultoreo genio berniniano.
Questa conoscenza, senza dubbio, ebbe modo di averla
attraverso i disegni che suo figlio Pieter II gli
riportò dal suo viaggio a Roma e che prontamente si
affrettò a studiare.
Sublime è il Progetto per treno posteriore di
carrozza con sfingi e putti di Giovan Battista
Leinardi (1656/1704). La parte posteriore del treno di
carrozza con un aggrovigliato e fitto gruppo di putti,
foglie e fiori dacanto.
Altra opera, delle oltre cento in mostra, è quella di
Alessandro Algardi (1598/1654) Progetto per un
reliquiario. Foglio inserito nel volume del Fondo
Corsini. I tratti di penna sottili, arricchiti da una
particolare attenzione al dettaglio, esaltati dalleffetto
pittorico acquarellato, ne fanno una esecuzione veramente
accurata.
Una esposizione da gustare fin dai minimi particolari e
se, come spero, dedicherete un po più di tempo
rispetto ad altre mostre, ne trarrete, senza ombra di
essere smentito, la piacevolezza di aver visto una bella
mostra.
Felice visione per voi.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
|